L’Apple Pro Display XDR è un professionale per insaziabili tecnologici in cerca di immagini no compromise, ma il prezzo da pagare non è solo economico
Esteticamente in linea col design che da sempre contraddistingue l’hardware Apple, guscio unibody in alluminio lavorato, il Pro Display XDR vanta numeri da capogiro a partire dalla risoluzione 6K. Numeri importanti per un apparato che si rivolge al mondo del professionale: display LCD 10 bit da 6.016 x 3.384 pixel, come sempre di tipo retina e in virtù di questo con una densità che supera i 20 milioni di pixel.
Sistema di retroilluminazione diretta (576 LED) da 1000 nit e picchi fino a 1600 nit, contrasto 1.000.000:1, che ha comportato l’impiego di quella che è di fatto l’evoluzione del sistema termico per la dissipazione del calore. Silenziosamente le ventole spingono verso l’esterno l’aria calda generata dai circuiti interni, aumentando longevità e operatività più che mai fondamentale per un monitor da ben 1000 nit. A parità di pannello e dotazione d’insieme l’offerta va a sdoppiarsi: monitor con vetro ‘standard’ (5.599€) e versione avanzata con vetro nanotexture, che fa lievitare il costo di altri 1.000€. In questo secondo caso trattasi di diversa modalità di opacizzazione dove il taglio del vetro avviene con precisione al livello di nanometri, pari a un miliardesimo di metro. Ciò significa aumentare ulteriormente la resa dello schermo abbassando l’indice di riflessione della luce, pannello che per le intrinseche caratteristiche non può venire pulito con comuni detergenti ma occorre uno speciale panno fornito a corredo.
Volendo evitare l’esborso supplementare va da se che occorra trovare con ancor più cura il giusto posizionamento dello schermo al fine di evitare le involontarie riflessioni di luce diffusa per il locale. Quello che invece non cambia nelle due versioni è un certo spessore del pannello, dovuto ai sei diversi strati che lo compongono. Pro Display XDR sfrutta un sistema di bilanciamento dei parametri dello schermo denominato True Tone che attraverso un doppio sensore di viene rilevata la luminosità ambientale attorno al display.
Connessione attraverso cavo unico Thunderbolt 3, quello fornito in dotazione è lungo due metri, ricordando che il Pro Display XDR purtroppo non ha pulsanti e si attiva da solo una volta allacciato all’alimentazione e al computer. Per quale motivo non lasciare almeno uno straccio di pulsante fisico su cui agire par accensione / spegnimento? Possibile che a simili vette di progettazione si debba costringere l’utente a scollegare fisicamente il cavo che porta al monitor per farlo spegnere? Quanto alle connessioni disponibili siamo ai minimi storici con una porta upstream per Mac Pro o altro host Thunderbolt 3 (ricarica host a 96W), tre porte USB-C (USB 2) per la ricarica o la sincronizzazione, fine.
In ambito professionale e in particolare per il montaggio video si può impostare la frequenza di aggiornamento del display in modo che sia identica a quella del materiale su cui s’intende lavorare. Nello specifico le frequenze di aggiornamento: 47.95 Hz, 48.00Hz, 50.00Hz 59.94Hz, 60.00Hz. Le modalità di riferimento per lo spazio colore come enunciate dall’azienda sono le seguenti: Pro Display XDR (P3 a 1600 nit), display Apple (P3 a 500 nit), video HDR (P3-ST 2084), video HDTV (BT.709 – BT.1886), video NTSC (BT.601 SMPTE-C), video PAL e SECAM (BT.601 EBU), Digital Cinema (DCI-P3), Digital Cinema (D65-P3), design e stampa (D50-P3), fotografia (D65-P3), Internet e web (sRGB). Uno strumento reference che non mancherà di stupire appassionati e professionisti della fotografia con la possibilità di agire in misura fine nella color correction in high dynamic range.
Colpisce da subito il livello dei neri con un grado di sensibilità superiore alla media, benché si tratti di un apparato che non vanta un numero così elevato di LED rispetto ad altri concorrenti che riescono anche a raddoppiare i 576 di cui dispone. Il risalto degli elementi alle basse luci resta tra i migliori a mercato, ma non è comunque paragonabile a quello della tecnologia OLED, quindi va da se che un piccolo elemento luminoso immerso nell’oscurità più profonda paleserà aloni anche se contenuti. Siamo di fronte a un pannello 6.016 x 3.384 pixel, eccezionale per chi gravita all’interno dell’universo 6K e d’intorni, che si trova a manipolare ed effettuare correzioni su scatti ed elaborazioni digitali ad altissima risoluzione, ma tutto ciò ha richiesto sacrificio in termini hardware.
Profondità colore e tali livelli di risoluzione non potevano transitare per una connessione DisplayPort 1.4, che è poi quella richiesta dal controller Thunderbolt 3 per cui si è reso necessario intervenire sul sistema operativo MacOS 10.15.2 Catalina. Il risultato è la limitazione d’uso con hardware meno recente oltre che trasformarlo in un oggetto quasi completamente ostico al di fuori del mondo Apple. L’azienda al momento certifica l’Apple Pro Display XDR come compatibile con i seguenti computer: Mac Pro (2019) con GPU MPX Module, MacBook Pro 15″ (2018 o successivo), MacBook Pro 16″ (2019), iMac 21,5″ (2019), iMac 27″ (2019), Qualsiasi Mac con porte Thunderbolt 3 abbinato a una eGPU o eGPU Pro di Blackmagic. In quest’ultimo caso la necessità della Blackmagic Design eGPU e del suo controlleter Intel Titan Ridge in quanto il controller Thunderbolt di certi iMac Pro farebbe da collo di bottiglia.
Lo spasso di questo Pro Display XDR è legato quasi esclusivamente al mondo della creatività e di coloro che quando prendono a usarlo creano e ci lavorano, non è un display che invita a sfruttarlo per l’intrattenimento puro con la visione di programmi come con la stragrande maggioranza dell’hardware in circolazione. Perché per esempio non è consentita la visione di materiale streaming che includa le consuete protezioni HDCP 2.2 come nel caso di Amazon e Netflix, in assenza delle quali il materiale transita ma non in 4K e tanto meno in HDR. In questo senso non viene per niente incontro un altro collo di bottiglia quali sono i chip grafici AMD classe Vega, presenti sui top di gamma dell’azienda di Cupertino.
A conti fatti le riserve su questo pannello ci sono: i ‘soli’ 576 LED, le incompatibilità coi sistemi di protezione, nessun pulsante fisico di controllo, le implicazioni legate alla necessità di effettuare una calibrazione personalizzata. A questo si aggiunga l’esorbitante prezzo del Pro Stand, stativo studiato ad hoc che consente anche la rotazione dello schermo da 16:9 a 9:16 ma nel complesso non così flessibile come si possa immaginare.
Da 5.599€ con vetro standard a 6.599€ con vetro nanotexture cui si aggiungono eventuali 1.099€ per il Pro Stand, adattatore VESA opzionale da 219,00€ ed eventuale AppleCare+ con copertura da danni accidentali e assistenza tecnica triennale da 499,00€. Nella configurazione migliore con assicurazione aggiuntiva la spesa si aggira attorno agli 8.190€ per un 32” pollici 6K. Davvero unico, in tutti i sensi.
Per ulteriori informazioni: link alla pagina Apple per il Pro Display XDR.
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