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Google Stadia: il 2020 sarà l’anno della svolta?

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Dopo una partenza che definire modesta è poco, Google Stadia deve per forza recuperare terreno nei prossimi mesi se vuole davvero conquistare il pubblico mainstream

Per molti, noi compresi, la delusione tech più cocente del 2019 è stata Google Stadia, il servizio di gaming in streaming della grande G disponibile da novembre nella sola versione a pagamento (129 euro) con pochissimi giochi a catalogo (una ventina e quasi tutti di catalogo), un titolo in esclusiva già dimenticato da tutti (Gylt) e prezzi per i singoli giochi sinceramente fuori mercato.

Non parliamo poi del 4K “farlocco” (in realtà un 1080p – o poco più – upscalato) e dell’assenza delle tantissime feature annunciate da Google nel primo evento di Stadia lo scorso marzo, della compatibilità ancora limitatissima con gli smartphone (Google Pixel a parte) e, in generale, di un servizio arrivato sul mercato in una versione beta “camuffata” giusto per convincere qualche inguaribile appassionato a provarla come early-adopter.

Google Stadia, almeno fin qui, è una pallidissima imitazione di quel servizio che, nei piani di Google, dovrebbe portare il gaming in streaming alla grande massa, togliendo di mezzo le console e lasciando fare tutto all’onnipresente cloud. Che poi, intendiamoci, giocare a Stadia con una connessione decente si è rivelato per lo più soddisfacente a livello di input-lag e stabilità del netcode, a dimostrazione di come l’infrastruttura hardware e software di Google ci sia già.


Insomma, una delusione ma con qualche nota di speranza che speriamo si possa concretizzare in qualcosa di più grande nel corso di quest’anno. Già, perché Google, dopo aver già distribuito degli aggiornamenti da novembre a oggi che hanno migliorato un po’ il servizio, ha annunciato per il 2020 120 giochi per Stadia di cui 10 esclusive e l’elenco completo dei titoli sarà annunciato a febbraio. Non dimentichiamo poi che sempre quest’anno arriverà il piano di abbonamento gratuito (quello Pro attuale è a pagamento), che dovrebbe spingere non poco l’adozione di Stadia, seppur con il limite della risoluzione massima di 1080p e l’assenza di un paio di giochi gratuiti (disponibili invece si si opta per il piano Pro).

Nel primo trimestre del 2020 sarà poi aggiunto il supporto per lo streaming 4K anche su browser web e per il controller wireless, che attualmente deve essere collegato via cavo. Inoltre, Google amplierà il supporto di Stadia anche ad altri smartphone Android (non più solo i suoi Pixel) ed espanderà la funzionalità di Google Assistant. Non c’è invece nessun annuncio in vista per il supporto di piattaforme come iOS, Android TV, Smart TV o Apple TV.

Google ha per ora “glissato” anche per quanto riguarda le novità sui prezzi dei singoli giochi da acquistare. Quelli attuali, come già accennato, sono semplicemente fuori mercato (ovvero costano come le controparti per console), con l’esclusione di qualche offerta per il piano Pro e i due giochi gratuiti (Samurai Shodown e Destiny 2: The Collection). Proprio sui prezzi dei giochi, ancora più che il loro numero, le funzionalità della piattaforma e il supporto a più dispositivi, si giocherà il destino di Stadia.

Anche perché, con un Xbox Game Pass che con pochi euro al mese offre più di 100 giochi a scelta (anche su PC) e con i continui e corposi sconti dei vari store digitali (Steam, PlayStation Store, Xbox Store), Stadia non può permettersi di mantenere simili prezzi per titoli che, in alcuni casi, hanno anche due-tre anni alle spalle. Ma a nostro parere il 2020 dovrebbe anche essere l’anno del “marketing” per Stadia. Google dovrebbe cioè spingere il più possibile la sua piattaforma e farla conoscere anche ai casual gamer, che sono poi la fascia di utenti a cui Stadia dovrebbe logicamente rivolgersi.

I veri appassionati di videogiochi infatti non rinuncerebbero mai alle console (soprattutto a quelle in arrivo) o a un PC ben corazzato in favore di un’esperienza streaming che, per quanto valida tecnicamente, rimane comunque indietro (soprattutto come qualità grafica) a quella offerta da un PC gaming o da una console casalinga (anche perché a fine anno arrivano PlayStation 5 e Xbox Series X). Si è così creato un cortocircuito per qui, al momento, Stadia è praticamente ignorata dal pubblico generalista e conosciuta solo da chi, teoricamente, dovrebbe essere meno interessato alla sua proposta.

È per questo che Google, se non vuole che Stadia finisca nel suo tristemente famoso “cimitero” di progetti e prodotti morti e sepolti, deve attuare nei prossimi mesi un profondo cambio di passo. Ce la farà? Non è affatto detto e comunque dovrebbe riuscirci prima che PlayStation 5 e Xbox Series X catalizzino a fine anno la grande attenzione degli appassionati e dei media generalisti e cannibalizzino tutto il mondo gaming.

© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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