Dopo gli ultimi dettagli rivelati da Phil Harrison, il futuro di Google Stadia appare forse meno brillante di quanto si pensasse. O forse no?
Forse quello che ha sbagliato la grande G con il suo primo annuncio di Google Stadia di marzo è stato far credere che questa nuova piattaforma di cloud gaming in streaming fosse qualcosa di simile a Netflix, ovvero un catalogo cospicuo di giochi a cui accedere pagando una quota mensile e giocando a tutto quello che si vuole. Purtroppo, come abbiamo visto nell’evento pre-E3 2019, Google Stadia è qualcosa di molto diverso e già qui gli entusiasmi iniziali (pago 10, 20 o 25 euro al mese e gioco a tutto quello che voglio) si sono raffreddati parecchio.
Negli ultimi giorni Phil Harrison, a capo del progetto, ha poi fatto capire che i giochi da acquistare singolarmente per Stadia non saranno proposti a un prezzo più basso rispetto a quello che si pagherebbe in un negozio fisico o su uno store digitale come PlayStation Store o Xbox Live Marketpklace. Altra doccia fredda su chi sperava che, data la natura streaming del progetto, i giochi si potessero acquistare a un prezzo leggermente scontato.
Altra cosa che non è molto piaciuta di Google Stadia è l’assenza di una qualsiasi versione beta pre-lancio (che ricordiamo avverrà a novembre di quest’anno anche in Italia), oppure di un periodo di prova gratuito (una o due settimane) per far provare il servizio a chi, giustamente, vuole capire se la sua connessione a internet sia sufficiente per giocare su Stadia senza problemi, soprattutto se si intende sottoscrivere l’abbonamento a 9,99 euro al mese con il supporto al 4K.
Forse, però, abbiamo sbagliato noi in primis a farci un’idea sbagliata di quello che è Stadia. Certo, la formula in stile Netflix sarebbe stata strepitosa (ancora di più se nel catalogo fossero entrati anche i giochi appena usciti), ma a mente fredda sarebbe stato quasi impossibile che Google mettesse a disposizione centinaia di giochi (anche i più recenti e importanti) a fronte di un abbonamento mensile che, se fosse stato troppo elevato, avrebbe attirato su Stadia non poche critiche degli appassionati.
Già, gli appassionati. A questo punto infatti perché Stadia dovrebbe interessare a chi già gioca su PC o console? Se uno a casa ha già un PC, una Xbox One o una PlayStation 4, che motivo avrebbe di abbonarsi a Stadia (anche gratuitamente con il piano Base) se poi deve pagarsi comunque i giochi a prezzo pieno e rischiare che, con lo streaming di mezzo, l’esperienza sia inferiore come grafica, fluidità e input lag a quella che si avrebbe scaricando lo stesso titolo in locale e giocandolo sulla console?
Stadia inizia invece ad avere già più senso per chi, non ancora in possesso di una Xbox One X, di un PC bello pompato o di una PlayStation 4 Pro ma con in casa un TV 4K, vuole godersi il gaming in 4K pagando 9,99 euro al mese. Anche qui però, in assenza di un periodo di prova o di una versione beta, c’è il rischio di buttare via quei 9,99 euro nel caso si scoprisse che l’internet di casa non va abbastanza veloce per supportare a dovere lo streaming in 4K. Certo, Google ha indicato i vari scaglioni di banda necessaria per le varie risoluzioni, ma spesso non basta il solo valore in Mbps per capire se la propria connessione basti oppure no per giocare come si deve in 4K.
A questo punto è logico supporre che gli utenti davvero interessati a Stadia siano i casual gamer, ovvero chi non ha in casa né una console, né un PC da gioco ma che ha comunque una connessione ADSL o in fibra. In questo caso, visto poi che il 4K interesserebbe poco al gamer non appassionato, si sottoscrive l’abbonamento gratuito per giocare a 720p o a 1080p e si acquistano i giochi singolarmente, senza però la spesa per una console o un PC gaming.
Anche contando una PlayStation 4 “base” (la console casalinga più venduta nell’ultima generazione), chi si abbona gratuitamente a Stadia risparmia comunque i circa 250 euro che spenderebbe per portarsi a casa la console di Sony… e non sono pochi soldi. Anche per questi utenti però c’è un grande “ma”. Quanto sarà ampio infatti il catalogo di Stadia? Al momento sono stati annunciati poco più di 30 titoli tra giochi già sul mercato e novità che arriveranno prossimamente, ma non saranno certamente solo questi a comporre la libreria di Stadia.
C’è insomma da chiedersi se sarà meglio spendere quegli euro per una PS4 con i suoi tantissimi titoli a disposizione (e con in più il plus di tutto il mercato dei giochi usati), oppure risparmiarli e acquistare su Stadia solo i giochi che interessano davvero. Ma ci saranno? Per ora infatti la lista fornita da stadia non contiene bestseller assoluti come FIFA 19 o 20, Fortnite o uno dei nuovi Call of Duty, che poi sarebbero quelli in grado di attirare l’utenza casual per eccellenza.
E poi c’è il discorso dei dispositivi. Già, perché al momento del lancio Stadia su mobile sarà fruibile solo tramite gli smartphone Google delle gamme Pixel 3 e 3a e, per godersi un gioco su un TV di che non abbia a bordo il browser Chrome, sarà necessario un Chromecast Ultra e, se non lo avete già, sono 79 euro da mettere in conto assieme ai 69 euro per lo Stadia Controller (necessario se volete giocare su TV). Si può però sempre giocare su un qualsiasi PC a costo zero usando qualsiasi controller ed è forse questa la soluzione che inizialmente molti sceglieranno.
I dubbi sull’attrattiva di Google Stadia sono insomma molti, non ultimi quelli relativi alle notizie degli ultimi giorni come l’assenza del supporto per giocare in 4G (per farlo bisognerà attendere il 5G) e il rinvio di alcune funzionalità interessanti come State Share, ovvero la possibilità di condividere con altri utenti tramite un link un’intera porzione di gioco interattiva. Ecco, forse il modo migliore per approcciarsi a Stadia è con un occhio rivolto al futuro, quando l’avvento massiccio del 5G, l’arrivo delle funzionalità più avanzate, la libreria di giochi più ampia e il maggior numero di dispositivi supportati renderanno questo servizio davvero vincente.
Questo novembre invece bisognerà accontentarsi del minimo indispensabile e, sinceramente, continuo a non vedere Stadia come un servizio interessante per chi è già appassionato di gaming, ma nemmeno così trascendentale per il giocatore occasionale, almeno che il catalogo di titoli non faccia la differenza. Fatto sta che qualcosa di veramente simile a Netflix impiantato nel gaming non c’è ancora e se nemmeno un gigante come Google è riuscito a proporlo, si vede che i tempi non sono ancora maturi. PlayStation Now ha infatti una libreria debole e prestazioni in streaming non proprio esaltanti, Xbox Game Pass presuppone comunque il possesso della console e non è nemmeno un servizio di streaming, mentre GeForce Now non ha mai preso veramente piede.
Il mio sogno proibito? Pagare anche 15, 20 euro al mese, accendere il mio fido TV OLED LG 65C8, lanciare un’app, scegliere un gioco tra centinaia disponibili e iniziare a divertirmi subito. Ma per ora, appunto, è solo un sogno.
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