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Come scegliere i diffusori giusti? Prima parte: la ricerca

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I Wharfedale Diamond 220 suonano molto bene se posizionati vicino a una parete

Non sono pochi i parametri di cui tenere conto quando si vuole acquistare un nuovo paio di diffusori. Ecco una guida per aiutarvi nella scelta.

È facile andare online o entrare in un negozio e spendere un po’ di soldi per un paio di diffusori, ma come scegliere quelli giusti e quali sono i parametri fondamentali di cui tenere conto in fase di scelta? L’impulso primario sarebbe quello di cercare sulle nostre pagine i diffusori che hanno ottenuto il punteggio più alto e, in relazione al budget a disposizione, scegliere quelli che si preferiscono come estetica, tipologia e dimensioni, ma in realtà le cose sono più complesse e abbiamo così deciso di compilare questa guida all’acquisto in tre puntate per aiutarvi a scegliere i migliori diffusori stereo possibili.

Decidere un budget

La decisione più importante all’inizio di questo “viaggio” riguarda ovviamente quanto siete disposti a spendere. Restringerete infatti di parecchio la ricerca se stabilite un budget prima di andare a leggere recensioni online, piuttosto che fare il contrario. Dovreste anche pensare al modo migliore in cui quel budget deve essere allocato.

Se state infatti acquistando un intero sistema, è inutile spendere il 90% del budget soldi sui diffusori e comprare con il restante 10% dispositivi ed elettroniche di basso livello. Allo stesso modo, se al momento avete un sistema Hi-Fi comprato per poco o niente, non è proprio la cosa migliore spendere tutto il budget solo in un paio di fantastici diffusori da pavimento.


Se poi state pianificando di aggiornare altri componenti del vostro sistema, potreste pensare di riconsiderare il budget per puntare su diffusori che possano abbinarsi al meglio con i nuovi componenti che vorreste acquistare. Con un po’ di lungimiranza insomma, sborsare qualche soldo in più ora potrebbe farvi risparmiare soldi a lungo termine.

I Dali Spektor 2 sono tra i diffusori da scaffale con il miglior rapporto qualità-prezzo

Misurate la vostra stanza

Il prossimo compito cruciale è misurare la stanza dove andrete a installare i diffusori. Lo spazio a disposizione potrebbe infatti limitarvi a un determinato tipo di diffusore e restringere la ricerca in termini di posizionamento. La maggior parte dei diffusori richiede un certo grado di spazio libero per rendere al meglio e quindi, se per esempio potete posizionarli solo vicino al muro, dovrete tenerne presente durante la ricerca.

Questo non ha comunque alcun impatto sulla qualità del prodotto, visto che ci sono un sacco di diffusori estremamente validi che rendono bene se posizionati in questo modo, come i Wharfedale Diamond 220 e i Q Acoustics 3010i. Ricordate solo che avete a che fare con onde sonore che saranno influenzate da qualsiasi cosa incontrino sul loro cammino a qualsiasi distanza. Se quindi un produttore suggerisce che quei suoi diffusori che tanto vi piacciono hanno bisogno di due metri di distanza dal muro per rendere al meglio e non avete un ambiente di ascolto sufficientemente ampio, forse è meglio rivolgersi a un altro modello.

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I Wharfedale Diamond 220 suonano molto bene se posizionati vicino a una parete

Diffusori da pavimento o da supporto?

Il prossimo passo è pensare al tipo di diffusore che possa fare al caso vostro e la prima netta distinzione da fare è quella tra modelli da pavimento e da supporto (o da scaffale), termini che fanno subito capire le dimensioni e, solitamente (ma non sempre), anche la fascia di prezzo. Come regola generale i diffusori più grandi (e quindi da pavimento) tendono a fornire volumi più elevati, migliori dinamiche e un maggior apporto di bassi, anche se si tratta di una generalizzazione piuttosto approssimativa.

Pensate più che altro al volume a cui ascolterete la musica. Ne vostro caso dei modelli da pavimento sono fin troppo potenti e quindi sprecati? O quegli affascinanti diffusori da scaffale così compatti e carini saranno abbastanza grintosi per i vostri party casalinghi?

Biwired o single-wired?

Molti diffusori dispongono di quattro terminali per collegare i cavi di potenza, offrendovi la possibilità di ricorrere al biwiring. Con un singolo set di cavi le frequenze sono spinte verso i diffusori tutte insieme. Se optate invece per il biwiring utilizzando due set di cavi, il vostro amplificatore può pilotare separatamente i segnali delle alte e medie/basse frequenze, con l’obiettivo di un suono più puro e con una precisione superiore.

Potrebbe accadere che il vostro amplificatore non supporti biwiring o semplicemente che non siate interessati a questo tipo di collegamento, ma vale la pena ricordare che un diffusore con solo due connettori eliminerà già da subito il biwiring come opzione futura.

Passivo, attivo o alimentato?

Potete poi scegliere tra diffusori passivi, attivi o amplificati. La maggior parte degli speaker è passiva, ovvero tutta la potenza utilizzata per farli funzionare proviene dall’amplificatore e i diffusori indirizzano il segnale ai loro driver separati tramite un crossover. In uno speaker amplificato invece il segnale viene amplificato all’interno del cabinet, il che significa che il diffusore stesso richiede un’alimentazione di rete separata.

C’è poi una differenza tra uno speaker “alimentato” e uno “attivo”. Il primo ha il suo amplificatore integrato, ma trasmette il segnale attraverso un crossover passivo. In questo modo il segnale viene amplificato prima di essere separato in bande di frequenza e inviato ai driver. Con i diffusori attivi invece ciascun driver viene alimentato dal proprio amplificatore. Poiché, quindi, i crossover funzionano a livello di linea anziché a livello di diffusore, è possibile utilizzare componenti più precisi e ottenere una calibrazione più accurata.

Lo svantaggio principale di ciò non è tanto il costo (solo a prima vista i diffusori alimentati possono sembrare più costosi), visto che assieme a essi state anche acquistando la relativa amplificazione anche per risparmiare su un amplificatore separato. Più che altro, se vorrete aggiornare il vostro sistema in futuro (cosa che farete sicuramente prima o poi), non potrete cambiare solo i diffusori tenendo il vecchio amplificatore, ma sarete costretti a cambiare tutto.

I diffusori attivi Dynaudio Xeo 2

Solitamente un suono migliore può essere ottenuto più facilmente utilizzando componenti separati (una sorgente audio, un amplificatore, cavi e una coppia separata di altoparlanti), ma i diffusori alimentati/attivi, se fatti bene, rappresentano un’eccezione molto valida. Dopotutto la soluzione dei componenti separati non è adatta a tutti e se non avete lo spazio necessario o volete tenere al minimo l’ingombro del vostro sistema stereo, avrete a disposizione una vasta gamma di altoparlanti attivi/alimentati.

Gestione della potenza e impedenza

Un’altra parola sulla potenza. Sebbene rappresenti un problema minore rispetto ai giorni dell’amplificazione a valvole, se i diffusori che avete scelto sono ostici da pilotare, è necessario un amplificatore adeguatamente muscolare per supportarli. Se per esempio avete un amplificatore capace di raggiungere i 50 watt a 8 Ohm, è inutile affiancargli diffusori da 150 watt a 8 Ohm, in quanto li sfruttereste per appena un terzo. In linea di massima dovete cercare di far collimare la potenza dell’amplificatore (in termini di watt) con la capacità dei diffusori di sopportare tale carico (alla luce dell’impedenza).

Proteggete il vostro investimento

Oltre ad assicurarvi che vi piaccia l’impatto estetico dei diffusori nella vostra stanza, dovrete pensare più in generale all’ambiente domestico in cui terrete i vostri nuovi speaker. La protezione del tweeter, in particolare, è un aspetto importante, soprattutto se avete bambini piccoli o un gatto particolarmente curioso. Le cupole di metallo tendono ad esempio ad attirare ditate e zampate e si ammaccano facilmente. Per fortuna alcuni diffusori sono dotati di griglie per i tweeter in modo da proteggerli ma di ammirarne al tempo stesso il design.

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