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JOLED dichiara fallimento: addio al sogno dell’OLED ink-jet?

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A causa di una passività che ha raggiunto i 33,7 miliardi di yen, JOLED ha presentato istanza di fallimento presso la corte distrettuale di Tokyo. Che fine faranno i pannelli OLED realizzati con il metodo di stampa?

Abbiamo parlato diverse volete di JOLED, una joint venture “all-japan” di Sony, Panasonic e Japan Display nata nel 2015 e conosciuta per il suo lavoro sulla tecnologia ink-jet, un processo per realizzare pannelli OLED con il metodo di stampa, diverso da quello tradizionale basato sulla deposizione a vapore. Nei giorni scorsi, a causa di una passività che ha raggiunto i 33,7 miliardi di yen (circa 257 milioni di dollari), il gruppo ha presentato istanza di fallimento presso la corte distrettuale di Tokyo.

Negli ultimi anni JOLED si è concentrata soprattutto su pannelli per monitor professionali, monitor medicali e display per auto, realizzando nel 2021 pannelli OLED ink-jet da 22 a 32 pollici ad alte prestazioni e di alta qualità sotto il brand OLEDIO. Si trattava di monitor con risoluzione 4K, pixel OLED RGB, rapporto di contrasto pari a 1.000.000: 1 e luminanza di picco di 540 nit che però, anche a causa di prezzi molto elevati, hanno incontrato un’accoglienza decisamente fredda da parte del pubblico.

Nel 2020 il gruppo nipponico ha stretto anche un’alleanza con TCL per sviluppare pannelli OLED di grandi dimensioni destinati ai TV, che però non sono mai arrivati sul mercato e che, a questo punto, potrebbero non arrivare mai considerando il fallimento (ma mai dire mai). Ricordiamo comunque che JOLED aveva mostrato già nel 2018 un display OLED da 55 pollici stampato con una risoluzione di 3.840 x 2.160 pixel, con una frequenza di aggiornamento di 120Hz, una densità di pixel di 80ppi e una copertura di oltre il 100% dello spazio colore DCI-P3.


Ma che cos’ha di così rivoluzionario questo particolare metodo di stampa applicato ai pannelli OLED? Se il già citato metodo della deposizione a vapore è ancora oggi piuttosto costoso e complesso da portare a termine, JOLED utilizza un metodo di stampa concettualmente simile a quello delle stampanti a getto d’inchiostro, che promette di essere veloce, più flessibile e meno costoso. In questo caso i pixel OLED vengono stampati direttamente sul materiale conduttore TAOS (Transparent Amorphous Oxide Semiconductor).

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Tra l’altro i display OLED stampati possono essere utilizzati in modo flessibile come gli OLED prodotti con la tecnologia tradizionale. Display pubblicitari curvi, piccoli display da 27 pollici con risoluzione 4K (164 ppi) o display completamente avvolti attorno a una colonna non rappresentano un problema per gli OLED stampati. Le possibilità di applicazione sono insomma molto ampie grazie a questo processo produttivo e ci riferiamo anche al settore degli smartphone, sebbene non si sia visto ancora un display JOLED integrato in un device mobile. Nonostante tutte queste premesse, le problematiche produttive sono però emerse molto presto a causa di ritardi, costi elevati e problemi derivanti dall’epidemia, che hanno relegato i prodotti dotati di OLED ink-jet alla sola fascia alta del mercato.

Spiace quindi che questa tecnologia sia andata incontro a un simile destino, anche se non è detto che qualche altra cordata di produttori non ne prenda in mano le redini e ne continui lo sviluppo. Al momento comunque JOLED chiuderà i due stabilimenti produttivi in Giappone e licenzierà circa 280 dipendenti. Japan Display assumerà però 100 di questi dipendenti e acquisirà le tecnologie di JOLED e il reparto addetto allo sviluppo.

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