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La sfida tra Rega Brio e Audiolab 6000A: quale scegliere?

rega brio

Entrambi disponibili a meno di 900 euro, gli amplificatori integrati Rega Brio e Audiolab 6000A si sfidano in un duello all’ultima nota. Chi ne uscirà vincitore?

Come si fa a decidere quale amplificatore acquistare tra due modelli eccellenti come l’Audiolab 6000A e il Rega Brio, contando poi che i loro prezzi sono molto simili? Un quesito di non facile soluzione e proprio per questo abbiamo messo a confronto questi due campioni stereofonici cercando di capire quale sia il migliore anche in relazione al prezzo. L’Audiolab 6000A si può trovare online a circa 850 euro, mentre per il Rega Brio si devono spendere circa 50 euro in più, con entrambi i modelli che rappresentano il meglio nella fascia degli integrati stereo sotto i 900-1000 euro.

Costruzione

Nessuno dei due amplificatori si allontana troppo da un’estetica pulita ed essenziale. L’Audiolab 6000A punta su un minimalismo moderno con linee pulite e angoli arrotondati, mentre il design più compatto del Rega Brio è ideale per chi ha poco spazio. La qualità di costruzione di entrambi è di alto livello, con controlli reattivi e intuitivi da usare. Il Rega è sicuramente compatto, ma lo chassis interamente in alluminio porta il peso finale a 5 kg (si sente insomma che è un ampli solido) e il look generale ricorda i primi Brio degli anni ’90.

Il più importante tratto cosmetico del Brio è la manopola del volume, un anello di metallo scavato che ha un movimento liscio e piacevole. A differenza del Rega proposto solo in versione nera, l’Audiolab 6000A è disponibile nelle finiture argento o nero. Entrambe le opzioni appaiono eleganti grazie al bel pannello frontale in alluminio e al piccolo e nitido display OLED. Inoltre, riprendendo una caratteristica del vecchio 8000A degli anni ’80, Audiolab ha incluso a bordo del 6000A la possibilità di scegliere fra tre modalità di utilizzo: integrato, preamplificatore e finale di potenza.


rega brio

Caratteristiche

Se entrambi amplificatori non sembrano particolarmente “eccitanti” dall’esterno, è perché la parte interessante è racchiusa al loro interno. Il Rega Brio (ci riferiamo naturalmente alla revisione dello scorso anno) ha un layout aggiornato e vanta due alimentatori separati: il più grande per la sezione dell’amplificatore di potenza e quello più piccolo per lo stadio phono e il preamplificatore.

Ogni minimo accorgimento è stato fatto per aiutare la risoluzione dei dettagli e mantenere il percorso del segnale principale il più chiaro possibile, portando a una migliore qualità complessiva del suono. L’uscita cuffie è stata attentamente integrata per garantire che non interferisca con il segnale dei diffusori.

Allo stesso modo l’Audiolab 6000A integra una sezione preamp molto semplice proprio per mantenere la massima integrità del segnale, mentre il layout mira a ridurre al minimo le interferenze e le distorsioni del rumore. Audiolab ha prestato inoltre particolare attenzione ai circuiti digitali dell’amplificatore. Il 6000A utilizza infatti la tecnologia derivata dal top di gamma 8300A e integra lo stesso convertitore (ES9018) del pluripremiato M-DAC.

Connessioni

Fin qui i due amplificatori se la sono giocata alla pari, ma è quando si parla di connessioni che iniziano ad affiorare le prime vedere differenze. Il Rega Brio infatti continua il suo fedele approccio esclusivamente analogico, mentre Audiolab aggiunge ingressi digitali e Bluetooth alla lista di connessioni del 6000A.

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Il Brio ha quattro ingressi a livello di linea, una coppia di connettori phono, una coppia di uscite per la registrazione e un’uscita cuffie da 6,3 mm. E questo è tutto. È più che adeguato se avete una o due sorgenti come uno streamer e/o un giradischi, ma l’assenza di ingressi digitali può comunque farsi sentire. Visto che parliamo di un ampli targato Rega, il phono stage MM è progettato per funzionare armoniosamente con la linea di giradischi Planar dell’azienda.

Per chi desidera invece una maggiore scelta, in particolare per la riproduzione audio da TV, laptop e smartphone, il più versatile Audiolab 6000A offre quattro ingressi digitali (due ottici e due coassiali) e tutti sono in grado di riprodurre file audio ad alta risoluzione fino a 24-bit/192kHz. L’aggiunta del Bluetooth aptX è sicuramente un vantaggio se si desidera riprodurre musica in streaming in modo facile e veloce da un tablet o uno smartphone. Sul versante analogico troviamo tre ingressi RCA, un ingresso phono MM e un’uscita cuffia da 6,3 mm.

Qualità audio

Ciò a cui tutto si riduce nella scelta finale è però la qualità audio. Entrambi gli amplificatori utilizzano amplificazione in classe A/B, con una potenza dichiarata di 50W per canale su un carico di 8 ohm. Numeri che però (come spesso capita) non raccontano tutta la storia, visto che questi due integrati suonano in modo totalmente diverso l’uno dall’altro.

Il più ritmico Rega Brio è straordinario nella dinamica e nella profondità delle trame strumentali, mentre il più articolato Audiolab 6000A è incredibilmente chiaro, raffinato e “spazioso”. Il Brio prende tutto ciò che amiamo del suono Rega (senso del timing, dinamiche incisive, agilità, dettagli) e li raffina ulteriormente, assicurando una resa più brillante, dettagliata e muscolosa rispetto a quella del precedente Brio-R.

Il Brio targato 2017 suona anche più pieno e ricco e con una straordinaria solidità che attraversa ogni singola nota. Se sparate ad alto volume Pet degli A Perfect Circle, sentirete la forza delle chitarre, la voce potente e diretta e la batteria fragorosa quasi come se la band vi stesse suonando accanto. Ne esce un sound carico, potente ed elettrizzante, ma il Brio non è solo muscoli. Nonostante infatti la grinta che accompagna le linee di basso, l’agilità e l’abilità ritmica sono i veri punti salienti del Brio, che riesce a destreggiarsi alla grande nei brani più complessi, legando insieme tutti i fili musicali in modo autorevole e abile senza mai perdere il senso del divertimento.

L’accumulo prolungato di tensione in Fratres di Arvo Pärt è un vero banco di prova per testare i tanti talenti del Brio. Gli archi sono leggeri e pressanti allo stesso tempo e la trama stridula dei violini è tangibile. I bordi principali delle note sono incredibilmente precisi e c’è una profondità nei momenti più tranquilli che colpisce non poco, così come il crescendo controllato ma potente. Le voci sono intime ed espressive, permettendovi di valutare il vero intento e le emozioni dietro ogni genere di canzone e, cosa non trascurabile, il Brio gestisce alla grande qualsiasi genere indipendentemente dalla sorgente audio collegata.

Ascoltando l’Audiolab 6000A, ci stupiamo di quanto suoni pulito e articolato. Ha un magnifico senso di limpidezza e un ampio dettaglio che rende piacevole ascoltare qualsiasi cosa per ore e ore. L’ampli segue senza sforzo le voci liriche e il tono delicato di My Laddie Sits Ower Late Up delle The Unthanks; i bordi di ciascuna nota sono nitidi e puntuali e il pianoforte esce dall’Audiolab con un peso soddisfacente, mentre i bassi tesi e precisi e gli archi danno vita a una prestazione meravigliosamente sicura.

Ma il 6000A non si riduce a offrire una grande raffinatezza. Dategli in pasto qualcosa di più ritmato come Runs In The Family di Amanda Palmer con il suo beat così particolare e l’amplificatore non si fermerà per riprendere fiato, assicurando uno slancio continuo e un ritmo sempre vivace. La presentazione è ampia e ariosa (ancor più del Rega Brio) e offre molto spazio agli strumenti. È possibile inoltre ascoltare questo amplificatore ad alto volume senza che intervenga un’eccessiva asprezza. La presentazione nitida di Audiolab passa inoltre attraverso gli ingressi analogici e digitali. Il DAC del 6000A è infatti di buon livello ed è impressionante sentire un suono così talentuoso e composto a questo prezzo.

Verdetto

rega brio

Entrambi gli amplificatori stereo impressionano con le loro caratteristiche sonore distintive e sono proposti a un prezzo molto simile. Non è quindi facile scegliere un vincitore e se da un lato l’Audiolab ha il sopravvento nella varietà delle connessioni che offre, il Rega indossa il suo distintivo solo analogico con orgoglio. Le presentazioni audio dei due sono eccellenti e alla fine molto dipende dai gusti personali. Nel Rega Brio abbiamo però riscontrato un’abilità e una volontà di scavare più a fondo nell’intento di una canzone che l’Audiolab 6000A non riesce invece e proporre, o almeno non con questi risultati. Ecco perché alla fine abbiamo scelto il Rega, senza però nulla togliere al temibile rivale che, dalla sua, ha anche un prezzo leggermente più basso.

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