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PlayStation 5 e Xbox Series X: i giochi costeranno di più

playstation 5

I giochi per PlayStation 5 e Xbox Series X sono destinati a costare di più di quelli attuali per PlayStation 4 e Xbox One… e in fondo c’era da aspettarselo

Ormai, più che un sospetto, è quasi una certezza: i giochi next-gen per PlayStation 5 e Xbox Series X costeranno di più di quelli attuali per PlayStation 4 e Xbox One. Già un paio di settimane fa, il publisher americano 2K annunciava che il suo nuovo gioco di basket NBA 2K21 costerà 70 dollari su PS5 e Xbox Series X rispetto ai 60 dollari dei capitoli precedenti della serie sulle console attuali (su PC, si sa, i giochi costano leggermente meno rispetto alle versioni per console).

Da allora a oggi si sono aggiunte altre voci che hanno confermato questa tendenza al rialzo e che, nel caso italiano, potrebbero significare un prezzo al day one per un gioco next-gen prossimo agli 80 euro, considerando che già ora i titoli tripla A per PS4 e Xbox One costano al lancio 69,99 euro o addirittura 74,99 euro.

Diversi analisti di mercato sottolineano però che un aumento dei prezzi è probabilmente dovuto. Lo standard dei 60 dollari si è imposto inizialmente circa 15 anni fa con l’arrivo sul mercato di Xbox 360 e PlayStation 3. Secondo Ryan McCaffrey di IGN, contando l’inflazione, i giochi AAA odierni dovrebbero costare 76 dollari contro i 70 annunciati appunto da 2K e nell’immediato futuro (quasi sicuramente) anche da altri produttori.


Ma oltre all’inflazione, l’altra causa che spingerebbe verso un aumento dei prezzi è relativa ai costi di produzione, che per i titoli più grandi e importanti come Red Dead Redemption 2 e il più recente The Last of Us 2 hanno ormai dei budget faraonici (per il secondo si parla di un costo produttivo ben oltre i 150 milioni di dollari).

In effetti, almeno teoricamente, 70 dollari o 80 euro per un gioco tripla A in grado di farci passare decine di ore di divertimento (se non centinaia se mettiamo in conto una solida componente multiplayer) non sono molti, considerando poi quanto pagavamo (o meglio, i nostri genitori pagavano) certe cartucce per il Super Nintendo negli anni ’90 o per altre console (chi ha detto Neo Geo?) oggi considerate retro-gaming.

Nonostante ciò (e in fondo è comprensibile visto che si parla di un aumento di prezzo), molti gamer si oppongono all’idea di pagare di più per i giochi. Un recente sondaggio su Twitter lanciato da Mike Andronico di Tom’s Guide ha mostrato che il 61% degli intervistati acquisterebbe meno giochi se costassero tutti 70 dollari. Il che è anche comprensibile considerando la situazione economica globale del momento tutt’altro che idilliaca.

Bisogna però considerare che i 70 dollari sono riferiti al day one del lancio di un gioco e che ormai, aspettando già qualche settimana, si possono trovare i primi sconti sia sul fisico, sia sulla versione digitale, che diventano ancora più corposi con il passare delle settimane. E di fronte al malumore per questo incremento dei prezzi potrebbero farsi ancora più largo i servizi “all you can play” in stile Xbox Game Pass, che per un costo mensile piuttosto limitato offrono decine di giochi da scaricare tra cui anche novità al day one. Sony non ha ancora una piattaforma così forte e potenzialmente rivoluzionaria come quella di Microsoft, ma potrebbe averla (o potenziare PlayStation Plus o PlayStation Now) con l’uscita di PlayStation 5, contribuendo così a rendere sempre meno appetibili gli acquisti per i singoli giochi.

© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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