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The Beatles In Mono – Originalecopiatofalso

Tra le collector’s edition più falsificate c’è The Beatles In Mono, CD box contraffatti made in Asia venduti sul Web a prezzi stracciati

La leggendaria band di Liverpool è tra le più amate dai collezionisti di musica e certo anche quella che vanta un elevatissimo volume di contraffazioni in giro per il mondo, al punto che in taluni casi occorre interpellare veri e propri esperti per smascherare l’eventuale falso (più o meno) d’autore.

Attenzione a quello che acquistate!

In genere quando si parla di collezionismo serio s’intende quello del Vinile, peraltro tornato in auge negli ultimi anni, ma esistono produzioni su CD Audio che arrivano a competere quanto a quotazioni di mercato. Il collezionista verticale su una band o artista è più facile sia informato su uscite, tirature, dove acquistare e non manca certo di confrontarsi con altri per evitare brutte sorprese.

In anni in cui dati e notizie viaggiano veloci grazie al Web potrebbe sembrare apparentemente facile anche per un neofita garantirsi il contatto giusto e il giusto recupero, ma la realtà potrebbe essere altra cosa.


the beatles in mono

Sapendo in anticipo che il 9 settembre 2009 sarebbe stata immessa sul mercato la raccolta (CD) The Beatles In Mono probabilmente tutto sarebbe stato molto più semplice, ‘svegliarsi’ nel 2015 col desiderio di mettere le mani sul suddetto CD box ha aperto a un inaspettato percorso a ostacoli.

Una prima veloce ricerca in rete sul solito Amazon ha portato all’amara scoperta: prodotto andato pressoché esaurito e in quel momento un solo cofanetto in vendita, made in Japan, venduto da negozio terzo a una cifra superiore ai 1000 euro.

the beatles in mono
Photo by David McEnery/Rex/Shutterstock

La sorpresa, che avrebbe dovuto far scattare un campanello d’allarme rimasto muto per eccesso d’entusiasmo, quella di scovare con altrettanto stupore che il noto sito di vendita di usato Ebay vantava una moltitudine di offerte a prezzi anche relativamente bassi, persino attorno alle 100 euro.

Cercando di mantenere le distanze con produzioni dall’altro capo del mondo pareva un colpo di fortuna l’aver incrociato l’inserzione di un italiano, un quasi vicino di casa deciso a sbarazzarsi della sua copia.

the beatles in mono

Senza il giusto background di informazioni tutto si è concluso alla perfezione, salvo poi scoprire sgomenti qualche giorno dopo di avere per la mani una scatola di cartone con all’interno custodie mal incollate e pezzi di plastica incisi chissà come e chissà dove.

Ad aprire occhi e riaccendere il cervello ci avevano pensato altri incauti acquirenti perlopiù britannici, che su YouTube dimostravano di aver commesso il medesimo errore. Le differenze fisiche mostrate nei video spesso si discostavano rispetto al box recuperato, confondendo ulteriormente le idee. Denominatore comune tra chi si era comunque addentrato nell’ascolto un riscontro che non lasciava presumere chissà quali discrepanze tecniche.

the beatles in mono

Ulteriori indagini e approfondimenti sul Web portano a ulteriori conferme, un club di amanti dei Beatles nonché nutrita compagine di truffati, creduloni che ritenevano impossibile falsificare un simile prodotto: la raccolta degli album monofonici dei Beatles con in più un ulteriore doppio disco, “The Beatles Mono Masters” con i singoli monoaurali pubblicati sino al 1969 per un totale di 13 dischi.

Restituito non senza difficoltà il fake box al proprietario, trascorrono più di 2 anni tra vari contatti mentre si delineano ulteriori produzioni cinesi specializzate nel falsificare The Beatles In Mono. Il fatto è che la versione CD dovrebbe offrire la medesima versione grafica degli album, seppur in miniatura, e certo con materiali di qualità, materiali peraltro troppo costosi per i maledetti falsari.

the beatles in mono

Le differenze

Inizialmente era quasi immediato scoprire il tarocco, anche solo osservando la nota ‘mela’ sul fronte del box, a richiamo del logo Apple Records, bastava concentrarsi su colore e grado di sfumatura verso la porzione più scura per smascherare il fake.

Gli asiatici però col passare del tempo si sono fatti più furbi, migliorando la fattura dell’oggetto tanto da costringere ad aprirlo per avere conferme: in genere vengono impiegati inchiostri di quart’ordine al punto che il libretto con testi e foto rilascia colore, macchiando le pareti bianche all’interno del box.

the beatles in mono

Altre note caratteristiche di una lavorazione di basso profilo: sulla costa di ciascun album non vi è il relativo titolo o se c’è non ha il giusto posizionamento, le grafiche sono fedeli solo in parte e i colori in eccesso o difetto.

Altro elemento in genere assente nel falso è il contenitore vero e proprio per ciascun disco: in originale si trova la riproduzione della custodia del vinile, il cinese ha solo un sacchettino trasparente di plastica. Inoltre può capitare che le corone interne così come l’intera serigrafia dei dischi tarocchi palesino pesanti imprecisioni di colore e/o diverso livello di saturazione.

the beatles in mono

Qui di seguito le comparative per l’edizione fake (sempre a sinistra) e l’originale di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”. Notare accentuazione dei colori e la copertina addirittura piegata male

the beatles in mono

the beatles in mono

Il 2018 è stato l’anno del ritorno alla carica alla ricerca di un’edizione originale quando ha ‘bussato alla porta’ una seconda fake edition, venduta sempre su Ebay da un italiano che dopo aver forzato un po’ la mano in chat ammette di averne acquistate alcune su un sito asiatico, convinto di aver fatto l’affare per poi rivenderle a prezzo maggiorato. Giocando a carte scoperte, acquisto super scontato in cambio della verifica che si trattasse di un fake, come poi si è rivelato.

A sinistra la scadente qualità della serigrafia: notare l’assenza del logo Compact Disc, in fondo è stato aggiunto un rassicurante “made in Japan”

the beatles in mono

Infine il recupero di una vera stampa grazie a un serio collezionista milanese che ha chiesto qualcosa meno del prezzo originale di copertina per la pubblicazione giapponese e quindi obiettivo raggiunto!

Un vero made in Japan che peraltro pesa di più per la presenza di un ingombrante libretto con i testi di tutte le canzoni e relativa traduzione localizzata.

the beatles in mono

Questi gli album contenuti nel box The Beatles In Mono: Please Please Me (1963), With the Beatles (1963), A Hard Day’s Night (1964), Beatles for Sale (1964), Help! (1965), Rubber Soul (1965), Revolver (1966), Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967), Magical Mystery Tour (1967), The Beatles (1968).

All’interno del doppio “The Beatles Mono Masters“: disco 1 – Love Me Do (original single version), From Me To You, Thank You Girl, She Loves You, I’ll Get You, I Want To Hold Your Hand, This Boy, Komm, Gib Deine Hand, Sie Liebt Dich, Long Tall Sally, Call Your Name, Slow Down, Matchbox, Feel Fine, She’s A Woman, Bad Boy, Yes It Is, I’m Down.

The Beatles Mono Mastersdisco 2 – Day Tripper, We Can’t Work It Out, Paperback Writer, Rain, Lady Madonna, The Inner Light, Hey Jude, Revolution, Only A Northern Song, All Togheter Now, Hey Bulldog, It’s All Too Much, Get Back (con Billy Preston), Don’t Let Me Down (con Billy Preston), Across The Universe, You Know My Name (Look Up The Number).

Un modo infallibile per smascherare il tarocco

Rovesciando il CD sul lato lettura quello tarocco (a sinistra) nella corona interna riporta unicamente un anonimo numero. L’originale (a destra) oltre al codice a barre ha inciso anche un altro numero, che identifica l’impianto di fabbricazione. Nella fattispecie “L153” è relativo a Media Logi Tech Corporation di proprietà Toshiba EMI, presso Gotenba, prefettura Shizuoka vicino al monte Fuji. Click per ingrandire

the beatles in mono

Altra copertina malamente riprodotta: a sinistra colori debordanti per la fake di “Please Please Me”

the beatles in mono

Fake e Original: come suonano davvero?

D’accordo le edizioni sono platealmente diverse, impossibili da paragonare quanto a preziosità di packaging, materiali, colori, un progetto industriale di alto livello degno della band inglese contro una squallida manifattura asiatica che ha scaldato non pochi animi, si ma i dischi?

Dal momento che trattasi comunque di produzione di fabbrica anche per i CD cinesi di che master stiamo parlando? È una copia 1:1 degli originali o trattasi di tracce audio recuperate chissà dove e spacciate per le originali monofoniche?

Retro dell’edizione extra asiatica, anche qui riprodotto molto bene dalla fake edition

the beatles in mono

Per rispondere a tali quesiti non ci siamo limitati al semplice ascolto comparativo, rivolgendoci invece allo studio di registrazione RecLab Studios di Buccinasco, alle porte di Milano, dove abbiamo avuto il piacere d’incontrare Larsen Premoli, Resident Producer e grande appassionato dei Fab Four.

Passione intesa non tanto in termini di raccolte fisiche di Vinili o CD ma a livello di chitarre, al pari di quelle imbracciate da Lennon, McCartney ed Harrison, l’opera omnia editoriale con gli spartiti e altre favolose chicche tra cui amplificatori dell’epoca sino ad arrivare alla chiavetta USB con la discografia beatlesiana sempre edita da Apple Records, ‘giocattolino’ che su Amazon ormai si trova attorno ai 500€(!).

La bellissima e costosa edizione giapponese

the beatles in mono

Lasciandogli campo libero Larsen ha deciso di concentrarsi su alcune tracce di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, in quanto ritenuto tra i più tecnicamente curati del periodo. Acquisendo i medesimi brani dalle diverse edizioni si è quindi svolto un approfondito confronto, che al di là di ogni aspettativa ha rivelato non poche differenze. In meglio o in peggio?

Vi invitiamo a visionare qui di seguito lo speciale in video di AF, con i retroscena dell’incursione digital-musicale alle origini dell’infame tarocco. Ricordiamo che quanto analizzato riguarda solo ed esclusivamente la produzione digitale, non ci siamo addentrati per eventuali falsi in ambito vinile.

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