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Parasound HINT 6: audio alla grande, ma prezzo così così

parasound hint 6

Successore dell’Halo, il Parasound HINT 6 è un integrato di fascia alta che suona alla grande, ma che paga lo scotto di un prezzo poco aggressivo.

Dopo più di tre decenni nel settore degli amplificatori, verrebbe logico pensare che Parasound abbia prodotto più di due soli amplificatori integrati. E invece no. Il primo modello infatti è stato lanciato nel 2016 ottenendo una grande accoglienza, mentre il secondo modello è il suo successore HINT 6 oggetto di questa recensione, che in Italia ha un prezzo di listino di 4100 euro (online si trova però già a 3900 euro). HINT 6 è un’evoluzione dell’amplificatore integrato originale Halo (che alla sua uscita costava molto meno) e integra parte della tecnologia presente nel nuovissimo preamplificatore P6 (ecco spiegato il 6 nel nome).

Caratteristiche

Nel mondo degli amplificatori hi-fi avere a disposizione molte funzionalità spesso significa prestazioni sonore compromesse. Ecco perché abbiamo avuto decenni di amplificatori “puristi” che offrivano poco più della selezione della sorgente, un controllo del volume e un telecomando (se si era fortunati). Ma grazie a una tecnologia migliore e a un design migliorato le cose per fortuna stanno cambiando. Già il Parasound Halo ad esempio integrava diverse funzionalità e offriva al tempo stesso prestazioni eccellenti, a riconferma di come una cosa non escluda l’altra.

Il Parasound HINT 6 segue il modello originale, vantandone di fatto la stessa vasta gamma di feature. Troviamo così un convertitore digitale-analogico integrato con ingressi digitali, coassiali e ottici, mentre l’ingresso USB è compatibile con i file PCM fino a 32-bit/384kHz e con i file DSD256. Gli altri ingressi digitali sono limitati al PCM a 24 bit/192 kHz, che dovrebbe comunque essere più che sufficiente per far fronte ai file hi-res più comuni. La qualità del tutto viene assicurata dall’eccellente chip ESS Sabre 9018K2M, regolarmente utilizzato in una varietà di prodotti digitali di fascia ancora più alta.


Parasound non ha comunque voluto votarsi unicamente al digitale, visto che l’HINT 6 si rivolge anche ai possessori di giradischi e agli amanti del vinile. Integrato in questo robusto telaio troviamo infatti uno stadio fono commutabile MM/MC. Si tratta dello stesso design visto sul Parasound Halo, ma con un guadagno leggermente maggiore. L’ingresso del magnete mobile passa infatti da 35 dB a 41 dB, mentre il guadagno del MC sale da 2 dB a 54 dB. Quest’ultimo input ha inoltre una scelta di opzioni di caricamento per la testina (100 ohm o 47kOhm) per ottimizzare le prestazioni del giradischi.

Se invece osservate l’interno del Parasound HINT 6, vedrete che le cose sono rimaste pressoché invariate rispetto al modello precedente, ma per fortuna non è una cosa negativa. Parliamo infatti di un alimentatore di tutto rispetto e di una potenza in uscita di ben 160W per canale con un carico di 8 ohm, che sale a 240W per canale quando l’impedenza si dimezza. Un valore più che sufficiente a pilotare la maggior parte dei diffusori a livelli elevati nella maggior parte degli ambienti domestici.

In termini di “autorità sonora” troviamo inoltre due opzioni. È possibile infatti sfruttare l’uscita del preamplificatore e aggiungere un finale esterno per una configurazione bi-amp, oppure utilizzare l’uscita dedicata del subwoofer. La corrispondenza dell’amplificatore è resa semplice dal controllo dedicato sul pannello posteriore che aiuta a compensare i diversi livelli di guadagno tra le due sezioni dell’amplificatore.

La differenza “fisica” più ovvia tra l’HINT 6 e il suo predecessore è l’uso di un diverso tipo di controllo del volume. Questo nuovo modello presenta resistenze analogiche Burr Brown, mentre l’originale utilizzava un potenziometro convenzionale e secondo Parasound il nuovo componente migliora la separazione e il bilanciamento dei canali.

Costruzione

La qualità costruttiva del Parasound HINT 6 rispecchia esattamente ciò che ci aspetteremmo in questa fascia di prezzo. Il case è estremamente solido e i livelli generali di finitura sono eccellenti. Ci piace particolarmente la sensazione che si prova nel muovere la manopola del volume, che gira in modo molto fluido su cuscinetti a sfera. La nostra unica e piccola critica è che avremmo voluto più spazio tra le manopole di controllo più piccole che servono per cambiare ingresso, usare i controlli di tono o regolare il bilanciamento. Oltre a ciò, il telecomando sarebbe potuto essere un po’ più elegante e ricercato, anche se alla fine è semplice e comodo da usare.

Qualità audio

Concediamo all’HINT 6 qualche giorno di rodaggio prima di iniziare seriamente i test e la sensazione iniziale è che il nuovo modello suoni in modo molto simile a quello precedente, il che non è affatto una brutta cosa. Questo è infatti un integrato che non si tira indietro di fronte a nulla, trovandosi perfettamente a proprio agio sia tra le vorticose dinamiche de La sagra della primavera di Stravinsky, sia tra i delicati passaggi di Found Songs di Olafur Arnalds.

C’è veramente tanto dettaglio qui e c’è anche abbastanza organizzazione da creare un insieme musicale solido e coeso. Ci piace infatti l’abilità del Parasound di seguire distintamente le singole trame musicali e, al tempo stesso, di legarle assieme in modo coerente. Data la generosa potenza erogata, sarebbe stata una sorpresa se l’HINT 6 non avesse restituito il balletto di Stravinsky con così tanta passione. Segue le spinte dinamiche dell’orchestrazione con molta convinzione e non sembra mai “stressato” nemmeno quando viene spinto ad alti livelli di volume. Notiamo inoltre molta agilità e un notevole grado di precisione quando si tratta di definire i bordi inizialo e finali delle note.

Timbricamente il Parasound HINT 6 è aperto e imparziale e in grado di trasmettere bene le diverse trame degli strumenti. Il basso è profondo e melodioso, mentre il midrange è piacevolmente articolato. Gli alti sono nitidi senza virare verso la durezza e l’aggressività. Le cose non cambiano particolarmente attraverso l’ingresso phono, visto che gran parte del carattere fine degli ingressi di linea viene preservata anche quando si usa un giradischi come sorgente.

Ne esce così una presentazione vivace e divertente da ascoltare, sebbene ci sia una leggera riduzione della trasparenza e dell’espressione dinamica. Una resa che andrà comunque bene per la maggior parte degli ascoltatori, ma se siete dei veri appassionati di vinili potreste voler puntare su un phono stage dedicato come il Rega Aria o il Cyrus Phono Signature.

Ci piace anche il modo in cui funzionano gli ingressi digitali. Il loro suono è un po’ più sottile e meno consistente rispetto agli input di linea, ma quando si tratta di risoluzione dei dettagli c’è davvero poco per cui lamentarsi. Questa è sicuramente un’ottima sezione DAC, capace di grandi cose quando ci godiamo la colonna sonora de Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Hans Zimmer a 24-bit/192kHz o quando streammiamo da Tidal Broken Politics di Neneh Cherry.

Ascoltando tramite l’uscita cuffie, siamo lieti di segnalare che l’HINT 6 mantiene la maggior parte delle caratteristiche che abbiamo così apprezzato attraverso i nostri diffusori di riferimento ATC SCM50. In fase di test abbiamo usato sia le Beyerdynamic T1, sia le leggendarie Grado RS1 e troviamo solo piccole carenze nell’espressione dinamica e nell’impatto rispetto all’ascolto con i diffusori, pur rimanendo del tutto soddisfatti del dettaglio, della tonalità e della precisione del suono.

Per quanto questo amplificatore sia valido, completo e ben suonante, i miglioramenti sonori rispetto al modello precedente rimangono solo incrementali. Se il prezzo fosse rimasto sostanzialmente simile, non sarebbe un problema. Ma con un aumento così corposo (oggi l’Halo si trova online a 1200 euro in meno), l’HINT 6 si trova in svantaggio rispetto a rivali di tutto rispetto come il Roksan Blak, che costa circa 500 euro in meno.

Il Parasound è meglio equipaggiato e ha una presentazione più aperta e dinamica, ma il Roksan ha una messa a fuoco migliore, una maggiore autorità e una gestione dei ritmi curata. Non è che l’HINT 6 deluda a livello di timing, ma il Roksan suona più sicuro e preciso e quindi trasmette meglio le varietà ritmiche della musica.

Verdetto

Nonostante ciò il Parasound HINT 6 rimane un validissimo amplificatore integrato, anche se restando così vicino alla ricetta del suo predecessore e salendo significativamente di prezzo, rischia di perdere appeal di fronte a diversi rivali meno costosi e altrettanto virtuosi.

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
4

Sommario

Successore dell’Halo, il Parasound HINT 6 è un integrato di fascia alta che suona alla grande, ma che paga lo scotto di un prezzo poco aggressivo.

Pro
Sound aperto, agile ed equilibrato
Buona quantità di feature
DAC e ingresso phono

Contro
Alcuni rivali costano meno
Non è un mostro a livello di timing

Scheda tecnica
Potenza di uscita: 160W x 2 a 8 Ohm, 240 watt x 2 a 4 Ohm
Risposta in frequenza: 10 Hz – 100 kHz, +0/-3 dB, 20 Hz – 20 kHz, +0/-0,5 dB
Distorsione armonica totale (THD): < 0,01 %, livelli medi di ascolto
Rapporto segnale/rumore: 103 dB
Campionamento: USB: fino a 384 kHz/32-bit PCM
DSD Nativo: DSD 64, DSD 128, DSD 256
DSD su PCM (DoP) a 384 kHz
Coassiale/ottico: fino a 192 kHz/24-bit PCM
Dimensioni: 437x413x150mm
Peso: 15 Kg
Prezzo: 4100 euro
Sito del produttore: www.parasound.com
Distributore italiano: www.hifiunited.it

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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