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Altoparlanti CIARE: orgoglio italiano

Marchio storico tra i produttori di altoparlanti, si è sempre distinta per un rapporto qualità/prezzo puntualmente molto conveniente, un aspetto che unito a tecnologia ed innovazione in continuo aggiornamento ne fanno un concreto vanto dell’industria audio nostrana.

Coloro che abbiano preso in considerazione l’opportunità di auto costruirsi un diffusore – probabilmente il componente più abbordabile dal punto di vista del DIY – non possono non aver considerato il catalogo CIARE, da sempre punto fermo degli appassionati di audio.

Tutto ciò – e ne siamo felicissimi – sebbene qualche anno fa ne fu paventata la chiusura, fortunatamente rientrata dopo qualche momento di sbandamento gestionale.

Scorrendo il corposo catalogo è infatti possibile reperire qualsiasi componente sia necessario per la realizzazione di un sistema di diffusione sonora: altoparlanti ad uso home, destinati al car audio, driver professionali, filtri già assemblati ed accessori quali viti, connettori, tela acustica e molto altro.


Come sottolineato i prezzi appaiono molto interessanti – certamente adeguati alla qualità – e consentono acquisti non troppo esosi in riferimento a componenti di qualità certa in grado di dare giusta soddisfazione a chi intendesse avventurarsi nel mondo del fai da te.

Un evidente esempio della tecnologia di casa CIARE

 

Chiaramente occorre avere consapevolezza di ciò che si fa, sebbene l’uso di software di simulazione offra la possibilità di dare uno sguardo in anticipo al risultato finale – ovviamente in senso figurato e sapendo come interpretare nel giusto senso quanto mostrato sui grafici – permangono comunque aspetti nascosti che potranno essere indagati solo a realizzazione avvenuta.

Questo è il limite che personalmente ascrivo al fai da te, l’impossibilità di conoscere a priori il risultato finale, qualcosa che nemmeno il più progredito dei software di simulazione e per certi versi nemmeno l’esperienza – il fattore sorpresa non manca di continuare a stupire mostrando talvolta risultati inattesi – possono compensare in anticipo.

Chi ha esperienza nel campo lo sa bene: fin troppo spesso a risultati strumentali pressoché perfetti corrispondono ascolti non necessariamente sovrapponibili, lo abbiamo spesso letto e continuiamo a farlo a tutt’oggi.

Una calorosa visione valvolare

 

Tanto per fare un esempio, è sufficiente osservare la misura della distorsione di un amplificatore, ove le valvole, pur esibendo valori di solito maggiormente elevati nei confronti dello stato solido – non sempre ma spesso – esibiscono prestazioni superiori in termini di ascolto.

La notorietà di questa eccellente azienda è probabilmente legata ad un’altra storica ditta italiana: la mai troppo compianta ESB, di cui è stata fornitrice per lungo tempo. Quest’ultima purtroppo non opera più in campo Hi-Fi ma solo nel car audio, con ottimi risultati ovviamente, ma la mancanza dei suoi progetti si avverte, almeno a me personalmente manca parecchio.

Gli altoparlanti utilizzati dalla ESB nelle varie serie prodotte all’epoca – tra cui la mitica serie LD per chi la ricorda – erano inizialmente scelti dal catalogo CIARE e direttamente utilizzati.

In seguito la scelta fu quella di farli costruire su specifiche (piuttosto strette) affinché fossero più aderenti alle specifiche di progetto piuttosto che adeguare questo agli altoparlanti.

D’altronde l’immenso Ing. Renato Giussani – purtroppo scomparso sebbene e per fortuna la sua eredità non sia andata persa – aveva idee chiarissime su come progettare e costruire un diffusore e la serie 7 DSR – massima espressione della tecnologia proprietaria di casa ESB ove DSR sta per Distributed Spectrum Radiation – ne era eloquente esempio.

Connotata da una particolare tipologia di emissione proprietaria – il DSR appunto – era in grado di ampliare la scena sonora conferendo al palco virtuale caratteristiche quasi tangibili in merito alla posizione degli esecutori.

La mitica e tecnologica serie 7 DSR al completo

 

Tale serie, esponente in concreto della potenza di fuoco dell’azienda, fu considerata di riferimento perfino da Doug Sax – all’epoca esigentissimo proprietario della Sheffield Lab, una ditta statunitense votata alle massime prestazioni per quanto riguardava le incisioni di musica – che ne acquistò una coppia per riferimento interno.

E se non sono soddisfazioni queste.

Non credo esista altro biglietto da visita migliore di questo in grado di connotare quest’ottima azienda, se non la conoscete – ma ho fortissimi dubbi – andate sul loro interessante sito e non ve ne pentirete affatto.

Non si tratta di un’alternativa a basso costo rispetto ai soliti nomi – certamente validi, ma vivaddio se esiste una realtà italiana perché non sfruttarla? – ma di una realtà in grado di coniugare qualità, tecnologia e costi in maniera più che ottimale.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

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