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Cambridge CXN vs Chord Mojo/Poly: la sfida degli streamer continua

Cambridge CXN

Il Cambridge CXN e l’accoppiata Mojo/Poly di Chord sono due sistemi streamer diversissimi tra loro, eppure hanno molto più in comune di quanto si pensi.

Dopo quella di alcuni giorni fa torniamo a proporre sulle pagine di AF Digitale un’altra sfida tra due streamer che però, a differenza di quelli già trattati e nonostante un prezzo del tutto simile (poco più di 1000 euro), non potrebbero essere più diversi tra loro.

Stiamo infatti parlando del Cambridge CXN e della combo Chord Mojo/Poly, con il primo che si presenta come uno streamer full-size con tanto di display e numerose connessioni e il secondo che è invece un DAC portatile con un modulo facoltativo che introduce appunto funzioni da streamer tra DLNA, AirPlay e Bluetooth. Per di più il Chord Poly può essere utilizzato solo in abbinamento con il Chord Mojo, mentre nel caso del Cambridge non c’è alcun limite di compatibilità.

Insomma, una lotta a prima vista impari, ma come vedremo questi due prodotti sono in realtà molto più vicini di quanto si possa pensare.


Costruzione

Il Chord Poly è un modulo estremamente compatto che si collega alle connessioni digitali del DAC Chord Mojo e forma così un unico streamer estremamente pratico e comodo da portarsi dietro, fattore che è anche uno dei punti di forza di questa combo. Sul Mojo non c’è molto da dire a livello di costruzione ed estetica, se non i tre particolari pulsanti colorati che funzionano nello stesso modo anche con il Poly connesso.

Uno segnala se il Mojo è acceso o spento, mentre gli altri due si illuminano a seconda del segnale in entrata (rosso per 44k.1kHz o blu per i 192kHz). Anche il Poly in realtà ha un paio di indicatori luminosi, che però si limitano a segnalare il pairing con il Mojo, lo stato della batteria e del set-up.

Discorso ben diverso per il Cambridge CXN, uno streamer con chassis in alluminio spazzolato, display centrale con diagonale di 11 cm, otto piccoli pulsanti fisici e una generosa manopola per il volume che trasmette immediatamente una sensazione di grande solidità.

Funzioni

Direttamente dal menu si può connettere il Cambridge CXN alla rete casalinga tramite Wi-Fi o Ethernet, accedere alle radio internet o alla propria libreria musicale ospitata su un NAS, un PC o un qualsiasi altro dispositivo connesso. Il supporto ai file audio è molto ampio e comprende formati come WAV, FLAC, AIFF, ALAC e MP3.

Tutti gli ingressi digitali del Cambridge CXN (USB di tipo B per il collegamento a un PC, coassiale e ottico) accettano file hi-res fino a 24bit/192kHz, con però la possibilità di un upsampling fino a 384kHz. Tramite la porta USB sul retro possiamo inoltre riprodurre file DSD 64, mentre come altre connessioni troviamo un’uscita RCA, un’uscita XLR bilanciata e due uscite digitali. Da segnalare anche AirPlay e l’integrazione di Spotify Connect.

Insomma, un pacchetto molto completo rispetto al quale l’accoppiata Mojo/Poly è decisamente più scarna e limitata, tanto che con il Poly connesso si può solo streammare musica visto che il modulo collegato prende il posto degli ingressi digitali del Mojo. Il Poly, oltre ad aggiungere lo streaming via Bluetooth, DLNA e AirPlay, integra anche uno slot microSD per la riproduzione in locale. Si possono streammare file fino a 768kHz e DSD 256, ma in questo caso si è legati all’autonomia del Poly (circa 9 ore).

In più sistemare il tutto perché il Poly inizi a streammare tramite DLNA non è un’operazione immediata e, come se non bastasse, non esiste un’app mobile apposita di Chord (a differenza di quella per lo streamer di Cambridge), sebbene con un’applicazione di terze parti come Plex o 8 Player si possa ovviare a tale assenza. Peccato però che entrambe siano a pagamento nelle loro versioni full.

Noi consigliamo l’ottima (e gratuita) MyAudioStream Lite per iOS e Android o BubbleUPnP, mentre se vi interessa un software desktop per PC o Mac puntate su Roon abilitando lo streaming da Tidal e di file MQA.

Qualità audio

Almeno che la portabilità non sia per voi essenziale, il Cambridge CXN potrebbe sembrare la soluzione migliore grazie proprio alla sua maggior versatilità e completezza, ma anche a livello audio lo streamer del produttore britannico se la cava alla grande. Parliamo infatti di un prodotto capace di dare entusiasmo alle prestazioni con qualsiasi genere musicale, combinando dettaglio, timing e sfumature per un sound davvero completo ed esaltante.

Raramente tra l’altro abbiamo testato un prodotto Cambridge capace di suonare in modo così muscolare e vivace. Le linee di basse suonano piene e articolate, il senso del ritmo è sempre suggerito con la massima precisione e, cosa ancor più importante, la sua prestazione così corposa è una vera gioia da ascoltare. A colpirci è stata soprattutto la gamma media, con voci sempre limpide e profonde che si inseriscono alla perfezione nel tessuto sonoro.

Eppure, nonostante tutti questi pregi, la coppia Mojo/Poly è risultata ancor più articolata e ritmicamente precisa e attenta. Ascoltando 666ʇ di Bon Iver, l’attacco chitarristico del brano è reso con grande limpidezza e trasparenza tra armonici e distorsioni, con in più il pattern di synth in sottofondo che si collega in modo mirabile al resto della strumentazione.

Quando poi entra in scena la voce, questa è posizionata nel centro del messaggio sonoro con un livello di finezza dinamica e sonora che il Cambridge non riesce a raggiungere. Certo, a livello di ampiezza del soundstage il Cambridge ha a sua volta una marcia in più, ma la coppia di Chord gli è inferiore di poco, come dimostra la densità tutt’altro che claustrofobica dell’arrangiamento di Locomotive di Thelonious Monk.

Si percepiscono una notevole vitalità e una dinamica sempre molto pronunciata nel clarinetto e il rapporto tra il piano e la batteria è quanto mai coeso, segno che anche con brani di simile complessità i due Chord non vanno mai in crisi e, anzi, quasi si esaltano.

Verdetto

In termini di musicalità l’accoppiata Mojo/Poly è il miglior streamer mai sentito prima nella fascia di prezzo attorno ai 1000 euro e non scordiamo la sua natura portatile. Di contro i suoi molti limiti (connessioni, assenza di un’app dedicata, li limite dell’autonomia, il laborioso set-up iniziale) non la rendono una soluzione per tutti.

Dall’altra parte troviamo invece uno streamer classico dall’utilizzo molto più immediato e pratico, con in più un ottimo parco connessioni e prestazioni audio di tutto rispetto seppur leggermente inferiori a quelle della proposta di Chord. A voi la scelta, anche se alla fine, proprio per la sua più spiccata facilità musicale, propenderemmo per il combo Mojo/Poly.

© 2017, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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