Con l’uscita a mercato del lettore CD alto di gamma S800 la britannica Mitchell & Johson chiude i battenti di fronte a un futuro di sole incertezze
Si chiama S800 ed è l’ultimo nato della britannica Mitchell & Johson, in tutti i sensi. Nel 2020 ha ancora senso parlare di lettori CD? Mitchell & Johnson evidentemente ci credeva. Un’azienda relativamente giovane nata nel 2012 che nel tempo ha saputo cogliere l’interesse di un numero sempre più nutrito di audiofili, a partire dall’estetica giungendo alla qualità sonora.
Il tracollo del mercato del fisico è da tempo un dato di fatto e certo quello dei CD player ha dovuto rivedere pesantemente al ribasso i propri margini di vendita. Il Compact Disc offre un segnale (anche) di eccellente qualità (con la classica frequenza di campionamento 16 bit e 44.1 kHz) e, anche se l’ipotesi di cogliere l’interesse di millennials resta più che mai remota, persegue il piacere della fruizione della musica quale soggetto fisico e non liquido: con una custodia, il libretto con i testi e il disco stesso. Tutti elementi che si possono toccare con mano e rappresentano valore aggiunto, anche se lo spazio tra gli scaffali magari è sempre più esiguo e non entusiasma per niente l’idea di trasformare la collezione su vinile e CD in elemento liquido.
Mitchell e Johnson S800 mantiene la tipica linea spartana e non così convenzionale rispetto a quanto offra attualmente il mercato. L’aspetto vagamente austero e in parte aggressivo tipico di hardware con un concept più professionale lo fa distinguere dalla massa. Il collezionista che magari persegue l’accumulo di dischi dai primi anni ’80 potrebbe restare affascinato dal tocco retrò e forse pure un po’ bizzarro a partire dalla levetta in metallo di accensione/spegnimento sul lato destro.
Niente pulsanti classiconi ma doppio jogger che sul medesimo lato consente il controllo della navigazione del disco play/pause/track, display centrale con le informazioni base del disco. Lato sinistro jogger speculare che va a controllare il volume dell’uscita cuffia dedicata. Posteriormente l’alimentazione è centrale, terminale coassiale e ottico per output digitale, RCA analogica ma anche connettori XLR, quelli impiegati per connessioni elettriche nell’audio professionale e Hi-End.
Il cuore pulsante della macchina è composto dal convertitore DAC Sabre 24 bit, la cui architettura è risaputo essere in grado di eliminare il time jitter con un DNR elevato che nella configurazione SABRE 32 offre un DNR fino a 135 dB e THD + N di -120 dB, il livello di prestazioni più elevato del settore per andare incontro agli appassionati più esigenti. Presente telecomando, dove c’è la possibilità di controllare anche l’ampli della medesima casa. L’S800 è incompatibile con gli SACD.
Perché il canto del cigno? Perché nonostante sia nata solo 2012 Mitchell & Johnson ha purtroppo annunciato la cessazione delle attività a causa delle sempre più difficili condizioni del mercato, la concorrenza spietata e soprattutto il calo dell’interesse generale relativo al disco fisico oltre alla spada di Damocle della Brexit.
La società ha così dichiarato:
”Abbiamo lavorato instancabilmente per affermarci sul mercato globale dal lancio nel 2012 e siamo stati incredibilmente orgogliosi di offrire agli appassionati di musica prodotti progettati e ingegnerizzati in Gran Bretagna. Purtroppo non siamo stati in grado di raggiungere velocemente una distribuzione globale al fine di recuperare i nostri notevoli investimenti produttivi”. Va da se che l’hardware dell’azienda potrebbe risultare ancor più interessante in termini di prezzi al pubblico ribassati.
Per ulteriori informazioni: link al sito Mitchell & Johnson.
© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.