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dCS Bartók: DAC, ampli cuffie e streamer di fascia alta

Bartók

Con il Bartók, il produttore britannico dCS riunisce in un solo telaio un server-streaming, un DAC di fascia alta e un amplificatore per cuffie in classe A

Con il costoso Bartók (14500 euro), il produttore britannico dCS riunisce in un solo telaio un server-streaming, un DAC di fascia alta e uno speciale amplificatore per cuffie in classe A. Il Bartók sostituisce il ben noto Debussy come il DAC più abbordabile della gamma di dCS, ma allo stesso tempo utilizza la tecnologia sviluppata per il fratello maggiore Rossini da oltre 20.000 euro (che però è privo di un amplificatore cuffie dedicato).

Al pari di tutta la gamma anche il Bartók punta molto su un’elevata versatilità: è infatti in grado di gestire segnali musicali da ingressi USB, AES o S/PDIF, ricevere streaming attraverso Ethernet da un dispositivo NAS (ad esempio gestendo un’ampia libreria musicale), accedere a servizi musicali online come TIDAL o Spotify e gestire dispositivi Apple attraverso a Airplay. L’interfaccia rete supporta inoltre la codifica MQA.

La sezione di conversione proprietaria di dCS prende il nome di Ring DAC ed è dotata di uscite linea bilanciate e non bilanciate indipendenti e regolabili in grado di pilotare direttamente un amplificatore di potenza. Questa tecnologia utilizza una combinazione di FPGA (Field Programmable Gate Arrays), un’innovativa topologia di circuito e un sofisticato software interno per offrire capacità che l’azienda britannica ritiene siano molto al di là di quelle disponibili nei DAC acquistati da produttori terzi.


Sviluppare il software internamente significa inoltre che le prestazioni e le funzionalità possono essere aggiornate come e quando possibile. È un grande vantaggio rispetto alla maggior parte dei concorrenti che sono limitati da ciò che fa il loro fornitore OEM. Il DAC cuffie impiega un amplificatore che lavora con cuffie ad alta e bassa impedenza con apposite uscite bilanciate e non. In tal modo le prestazioni del DAC sono disponibili per cuffie di ogni impedenza. Sono presenti due uscite cuffie frontali: una bilanciata XLR e una sbilanciata con un più comune jack da 6,3mm.

Il Bartók gestisce i formati audio in alta risoluzione PCM e DSD con upsampling selezionabili. In più ci sono filtri DSD per chi è abituato a ritagliarsi su misura un suono il più personalizzato possibile. In tutto questo la massima attenzione è rivolta alla riduzione del jitter in tutti gli stadi attraverso il circuito di auto clocking caratteristico di dCS e già apprezzato a bordo del Vivaldi. La sezione streaming al momento lavora in 24-bit-384kbs e DSD128, supportando i diversi formati lossless, il DSD in formato DoP e il DSD nativo.

Come tutte le macchine dCS, anche il Bartók è progettato e costruito nel Regno Unito e sfoggia un telaio in alluminio lavorato su standard aeronautici. All’interno speciali pannelli smorzanti riducono ogni risonanza meccanica, mentre l’alimentazione nei suoi diversi stadi impiega una coppia di trasformatori principali per isolare la sezione DAC dall’amplificatore per cuffie. Il firmware può essere aggiornato tramite CD, chiavetta USB o download, in modo da offrire all’utente un prodotto sempre aggiornato.

Quando il dispositivo è controllato tramite l’applicazione dCS Mosaic Control, sono supportati:

  • UPnP (in combinazione con Minimserver)
  • Memoria USB collegata al dispositivo dCS
  • Deezer Hi-Fi
  • Qobuz
  • TIDAL
  • Radio via Internet (fornita dal catalogo radio airable.radio)
  • Podcast (forniti dal catalogo airable.show)

In aggiunta a quanto sopra, sono supportate le seguenti fonti di streaming senza l’uso dell’applicazione dCS Mosaic Control:

  • Airplay
  • Spotify Connect
  • Roon

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