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Il futuro degli OLED tra TV ibridi e un nemico di nome MicroLED

oled

Per molti i TV OLED hanno già raggiunto il loro picco prestazionale e sono destinati a soccombere di fronte ai MicroLED e ai QD-OLED. O forse no?

L’OLED è morto? È una domanda che l’industria dei TV ha dovuto affrontare per anni, in primo luogo come risposta ai problemi iniziali di produzione della tecnologia dei pannelli e ai prezzi elevati, sebbene in entrambi i casi con il passare del tempo la situazione sia diventata molto meno critica (oggi gli OLED 4K-HDR sono ben lontani dai prezzi dei primissimi modelli Full HD).

Ma ora questa domanda torna a farsi valere in un nuovo contesto, seppur in maniera leggermente diversa. Nel 2020 l’OLED avrà ancora qualcosa da offrire vista la modesta evoluzione della tecnologia a cui abbiamo assistito negli ultimi due-tre anni? O presto cederà a una tecnologia di nuova generazione?

Dove sta andando l’OLED?

Negli ultimi anni i TV OLED hanno fissato il punto di riferimento per i televisori premium, offrendo neri più profondi e angoli di visualizzazione più ampi rispetto ai migliori LCD (modelli QLED compresi), nonché una riproduzione dei colori leader del settore e uno spessore minimo che ha consentito in certi casi di creare autentiche (seppur costose) meraviglie di design con l’OLED Wallpaper W9 di LG. La capacità autoemissiva di un pannello OLED di illuminare individualmente ogni pixel ha poi ampiamente messo in ombra qualsiasi tipo di retroilluminazione dei TV LCD.


 

La tecnologia ha però alcuni limiti da non sottovalutare. I TV OLED ad esempio riescono a raggiungere solo circa la metà del picco di luminosità dei TV LCD più luminosi. Non a caso negli ultimi anni abbiamo assistito a una sorta di “guerra” sudcoreana in cui gli OLED di LG rimangono imbattibili sui neri e gli LCD QLED di Samsung riescono a offrire bianchi e i colori più brillanti. Entrambi questi parametri sono considerati vitali per ottenere il meglio dai contenuti HDR, ma se (come si pensa) i TV OLED hanno effettivamente raggiunto il loro picco di luminanza massimo, dobbiamo considerarli TV non più al passo con i tempi?

Gli schermi OLED inoltre sono sensibili alla ritenzione dell’immagine e, peggio ancora, al burn-in. Realisticamente però, a meno che i possessori di un OLED non stiano sfruttando il loro TV in modo estremo visualizzando ad esempio immagini statiche per periodi di tempo molto prolungati, tale problema non dovrebbe materializzarsi. Non a caso non abbiamo mai riscontrato questo difetto su nessuno dei nostri campioni di test, compresi quelli che abbiamo conservato più a lungo nella sala test.

Teniamo poi conto delle difficoltà attuali relative alla produzione di schermi OLED più grandi di 75 pollici e 88 pollici. Tuttavia, per ora e, prevediamo, molti anni a venire, gli OLED continueranno a dire la loro nel mercato dei TV. In effetti, la loro popolarità probabilmente crescerà, almeno nel breve termine, sia perché dovremmo vedere il prossimo anno i primi TV OLED più piccoli di 55’’ (per l’esattezza 48’’), sia perché si prevede che la capacità di produzione in serie della tecnologia di visualizzazione OLED con stampa a getto d’inchiostro (IJP) aumenterà notevolmente, portando con sé anche prezzi più bassi.

Il destino più probabile degli OLED è che il loro “regno” alla fine si dissolverà quando si arriverà a una nuova tecnologia premium, ma anche allora potrebbe continuare a occupare saldamente la quota più economica del mercato che spetta oggi agli LCD.

Qual è il futuro? MicroLED e QD-OLED

Ma esattamente quale sarebbe questa tecnologia killer in grado di rendere gli OLED un lontano (seppur graditissimo) ricordo? La più probabile sembra essere la nuova tecnologia autoemissiva chiamata MicroLED, che essenzialmente promette i vantaggi degli OLED e degli LCD/QLED combinati in un unico prodotto: contrasto perfetto, quattro o cinque volte la luminosità massima di un OLED odierno, maggiore efficienza energetica e design ultrasottile. Tutto fantastico, vero?

Non proprio. Pensare infatti a una diffusione di massa degli schermi MicroLED in tempi brevi è pura utopia, anche perché parliamo di costi affrontabili solo da milionari o grandi aziende. Al momento solo Samsung e Sony offrono nel loro catalogo enormi display MicroLED, rispettivamente i TV The Wall e Crystal LED. Ed è meglio che non sappiate il loro prezzo.

microled

Poi c’è il progetto QD-OLED da 11 miliardi di dollari di Samsung, che potrebbe portare a un rivale degli OLED e dei QLED più redditizio per colmare il vuoto prima che le soluzioni MicroLED diventino accessibili ai più. Nonostante abbia spesso sminuito gli OLED ed esaltato i suoi QLED, sembra insomma che Samsung rivoluzionerà il suo libro delle regole per creare un ibrido QLED-OLED. E non è l’unica che lo farà, dal momento che anche il produttore cinese TCL sta lavorando a una soluzione ibrida OLED-QLED chiamata H-QLED.

Previsto nel 2021 (benché sia una finestra temporale tutta da confermare), questo ibrido punta a unire la tecnologia dei quantum dot dei TV QLED con il design a diodi a emissione di luce organica dei pannelli OLED, usando OLED blu come fonte di retroilluminazione e con quantum dot rossi e verdi stampati sopra la parte superiore dello strato OLED blu. Il risultato? La profondità dei neri di un OLED e il volume del colore e la luminosità di un QLED. I TV QD-OLED presumibilmente avranno anche una produzione più semplificata (e quindi a costi inferiori) rispetto agli OLED, dato che il loro processo produttivo comprenderebbe un minor numero di strati di pannelli e sistemi di filtri colorati.

Resta il fatto che il panorama dei TV che ci attende nel 2020 apparirà sostanzialmente simile a quello di quest’anno, sebbene leggermente migliorato grazie ai modelli di nuova generazione di Samsung, LG, Sony e Panasonic che inizieremo a conoscere tra pochi giorni al CES 2020. Spostandoci però al 2021, le cose inizieranno davvero a cambiare e con tutte queste novità in arrivo il futuro dei TV sembra davvero (e letteralmente) molto luminoso.

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