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IL PROFESSORE DEI REVOX

Ci sono persone che hanno la fortuna di trasformare la loro passione in lavoro, così che lo stesso sia un modo di esprimersi, incanalando in esso tutte le migliori energie positive che un uomo possa mettere in quello che fa.

Luca Maria Olgiati è una di queste fortunate persone.

Laureatosi in ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni al Politecnico di Zurigo, (parla correntemente il tedesco), ha l’occasione di entrare a far parte della mitica squadra di realizzatori dei registratori Revox, una leggenda nel campo della musica. Basta vedere alcune foto degli anni 60/70 dei miti del rock/pop internazionale, Ian Anderson dei Jethro Tull e i Deep Purple, tanto per fare qualche nome, immortalati con i  Revox A77 per mezzo dei quali eseguivano le loro registrazioni. Per non parlare poi delle radio di tutto il mondo e delle etichette di musica classica che hanno realizzato migliaia di registrazioni con queste macchine.

E’ stato un caso fortuito che mi ha permesso di conoscere Luca Maria Olgiati. Come ricorderete nel mio articolo sulla mostra EVA EXPO tenutasi a Milano nel mese di ottobre, lo avevo citato perchè mi aveva particolarmente impressionato un Revox PR99 che suonava in maniera divina in una saletta di ascolto, riproducendo alla velocità di 38 Cm/secondo brani con una pulizia, dettaglio e ricostruzione scenica impressionante. (Mi chiedevo se fosse un file Hi Res che stavo ascoltando o davvero una macchina di oltre 40 anni di età!) Quel giorno Luca non era presente in fiera ma avendo saputo che era stato lui a revisionare la macchina ed a riportarla in condizioni perfette avevo assolutamente intenzione di andarlo a trovare in quel di Bellinzago Lombardo.

Ebbene, caso vuole (a ridaje) , che tramite un’asta su internet mi sia procurato dalla Gran Bretagna un mitico Revox A77 MkIV alta velocità, ovvero 38 cm./secondo. Dopo una lunga attesa, complice la Brexit, la pandemia e gli scioperi dei trasportatori, ho finalmente ricevuto la macchina e , ancora imballata, mi sono precipitato da Luca Maria Olgiati per sentire le sue impressioni e valutare se avessi fatto un buon affare o preso una “sola”. Mi reco quindi nel suo laboratorio per il verdetto del “professore”, con l’apprensione di chi deve recarsi da un luminare per un consulto medico. Circondato dalla sua collezione di macchine che hanno fatto la storia della registrazione musicale, mi introduce nel suo sancta sanctorum le cui pareti sono letteralmente tappezzate di strumentazione originale che si è portato da quando lavorava in Revox. Oscillatori, tester , alimentatori ed elettroniche di ogni specie coprono le mura sino al soffitto, unitamente a macchine in attesa di riparazione, tra cui un mitico Studer della Radio Vaticana. (E se anche loro si affidano a Luca , beh…che altro dire?)


Luca mi accoglie con il calore  e l’entusiasmo di chi è appassionato di quello che fa e vuole condividere con te la sua passione. Scesi nel suo seminterrato apriamo insieme, con un pò di apprensione,  lo scatolone che contiene il prezioso reperto storico , constatando che per fortuna non ha subito danni durante il travagliato viaggio dalla terra di Albione; merito anche dell’accurato imballo effettuato dal venditore che si è rivelato veramente coscienzioso e serio, avendo provveduto ad un doppio imballo, con tanto di listelli in legno e tappetini per ammortizzare eventuali contraccolpi e preservare la macchina dai trattamenti poco gentili degli spedizionieri.

Posato il Revox A77 sul banco di lavoro , Luca apre la macchina e mi impressiona subito il fatto che mi faccia notare che il pannello inferiore sia fissato correttamente al telaio con una rondella solo su di un lato di modo che nell’altro la vite potesse  mordere l’alluminio e garantire una perfetta tenuta. Lui conosce ogni singolo pezzo della macchina!

Passiamo subito dopo all’esame delle testine, ovviamente la parte più importante del registratore. Il responso è buono, abbiamo ancora un 60/70% di possibile utilizzo e con una leggera lappatura torneranno come nuove. Soprattutto nota con piacere che la macchina è originale al 100% e non è stata sottoposta ad interventi riparatori di qualche improvvido elettrotecnico che avrebbe potuto pasticciare le schede elettroniche con qualche riparazione che a lungo andare avrebbe fatto più male che bene, magari usando componenti non originali. Sì perché Luca utilizza per i suoi restauri unicamente componentistica originale Revox che riesce ancora a reperire dalla fabbrica in Svizzera tramite le sue conoscenze ed amicizie.

L’esame clinico prosegue smontando tutte le schedine elettroniche e verificando la loro condizione. Luca propone di sostituire tutta la componentistica obsoleta per riportare la macchina alle sue condizioni pari al nuovo. Mi dice, cosa che solo un esperto come lui può sapere, che il modello A77 è la migliore macchina in assoluto prodotta da Revox e, a suo dire, la migliore a livello planetario (le sue testuali parole sono: “non ce n’è per nessuno”). Aperto un B77 e messo a confronto con il suo predecessore A77, mi fa notare come i contatti delle schede elettroniche di quest’ultimo siano molto più sovradimensionati e dorati di quelli presenti nel B77 che sì, è stato prodotto successivamente ed esteticamente è più curato, ma non è altrettanto sofisticato come il suo predecessore. Scopriamo insieme la data di produzione perchè sui motori è stampigliata! febbraio 1975. Consiglia inoltre di settare il voltaggio a 220 volt e non a 240 perchè i motori lavorano meglio con un certo margine di corrente in eccesso piuttosto che in difetto dato che , constatiamo insieme con il suo voltmetro digitale, la corrente che ci viene fornita nelle nostre abitazioni oscilla normalmente tra i 227 e 228 volt ed il margine di tolleranza che può gestire la macchina è ampiamente contenuto in tale range.

Giustamente Luca mi fa notare che chi tratta queste macchine deve avere rispetto perché è come se si venisse in contatto con coloro i quali l’hanno concepita, pensata e realizzata e modificarla sarebbe uno scempio, come se un restauratore profanasse un dipinto di Michelangelo o di Leonardo.

Avrei passato tranquillamente tutta la giornata con Luca a parlare delle sue esperienze e di quando lavorava in Revox ma purtroppo la strada per il ritorno a casa è lunga e mi devo accomiatare.

La revisione durerà circa tre mesi e quindi avremo ancora modo di parlarne ed io di raccontare come sarà finita l’avventura del mio Revox A77 MkIV alta velocità del 1975.

Nel congedarmi Luca mi consiglia il libro  che ha realizzato con Paolo Bologna, pubblicato a sue spese da BLURB. E’ la Bibbia della Revox! C’è vita , morte e miracoli della casa produttrice più blasonata e famosa della registrazione musicale mondiale e per dirla come Luca : “non ce n’è per nessuno”.

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