IMAX sta trattando con Netflix e altri servizi di streaming video per portarne i film più spettacolari nelle quasi 900 sale IMAX sparse per il mondo.
IMAX è in trattative con Netflix, Amazon Video e altri servizi di streaming per portare i film di queste piattaforme nelle sue ambite sale. È questo il succo della dichiarazione di Richard Gelfond, CEO di IMAX che evidentemente vuole sfruttare la grande notorietà dei servizi di streaming video e il numero sempre maggiori di abbonati per “popolare” ulteriormente le sale IMAX sparse per il mondo.
Non che questa notizia significhi molto per l’Italia considerando che nel nostro Paese ci sono solo quattro cinema certificati IMAX (Pioltello, Afragola, Orio al Serio e Sesto San Giovanni) su 837 sale in tutto il mondo, ma è un chiaro sintomo di come il mondo della fruizione dei film come l’abbiamo sempre conosciuta stia andando incontro a una rivoluzione forse inarrestabile. I termini di queste discussioni ancora non si conoscono, ma l’idea di Gelfond sarebbe quella di portare in contemporanea nelle sale IMAX alcuni film prodotti e realizzati da Netflix, Amazon Video, Hulu e altre piattaforme, in modo da assicurare un’esperienza audiovisiva che non ha paragoni al mondo (e chi è entrata in una di queste sale sa bene cosa intendiamo).
Da un lato IMAX potrebbe contare su un maggior afflusso di spettatori, che magari sono già abbonati a uno di questi servizi ma che, per film particolarmente spettacolari, potrebbero preferire la visione e l’ascolto in una sala cinematografica tecnologicamente avanzata. Dall’altro Netflix, che ultimamente si è vista chiudere parecchie porte in faccia (si pensi al Festival di Cannes) per la distribuzione dei suoi film nelle sale e conseguente assenza da festival e altri eventi (gli Oscar su tutti), potrebbe vedere finalmente i suoi film distribuiti al cinema nei 57 Paesi in cui sono presenti sale IMAX.
L’esempio di Netflix può naturalmente estendersi anche ad altri servizi, ma abbiamo scelto la piattaforma americana guidata da Reed Hastings e Marc Randolph perché è quella che ha avuto il rapporto più tormentato con i distributori cinematografici come dimostra anche il recente caso di Sulla mia pelle, il film sulla drammatica vicenda di Stefano Cucchi uscito in sala contemporaneamente allo sbarco su Netflix (e gli esercenti italiani non avranno di certo gradito).
L’idea di fondo espressa da Gelfond è comunque interessante sebbene rivolta a una nicchia di super appassionati, contando anche il prezzo maggiorato che si deve sborsare per entrare in una sala IMAX (e già andare al cinema non costa poco). Rimane però il fatto che per godersi un film IMAX al 100% delle possibilità offerte da questo sistema di proiezione anche il film proiettato dovrebbe essere girato con camere IMAX (digitali o in 70mm), operazione dal costo quasi proibitivo per produzioni come quelle di Netflix e compagnia streaming.
Non è un caso che a oggi l’unico film girato totalmente in IMAX (documentari a parte) sia Avengers: Infinity War (ma Dunkirk e Sully ci sono andati vicini), mentre tutti gli altri titoli per i quali si sente spesso parlare di IMAX contengono solo alcune sequenze girate in questo formato (da Il Cavaliere oscuro a Interstellar passando per Lucy e Deadpool 2).
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