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Intervista al pianista Massimo Giuseppe Bianchi

In occasione dell’uscita del nuovo disco per l’etichetta tedesca CPO abbiamo incontrato il Maestro Massimo Giuseppe Bianchi che con l’Aron Quartett ha inciso due lavori di Bruno Walter.

Il maestro Massimo Giuseppe Bianchi è stato studente di Bruno Canino ed è specializzato in musica da camera; tuttavia è anche un abile improvvisatore jazz . Ha al suo attivo numerose collaborazioni con prestigiose istituzioni e festivals mondiali. Collabora con le case discografiche Decca, con cui ha inciso due cd “Around Bach” e “The art of variation” e CPO, con cui ha inciso due quintetti di Mario Castelnuovo Tedesco. Per Naxos ha inciso un doppio cd con tutte le opere per pianoforte di Giorgio Federico Ghedini.

AF: Come mai la scelta di questo autore , Bruno Walter ( 1876-1962), che era un famosissimo direttore d’orchestra ma un assai meno famoso compositore?

Massimo Giuseppe Bianchi : La scelta è stata quella di valorizzare la sua figura attraverso l’incisione di questo disco. Bruno Walter non si considerava un bravo compositore. All’inizio della sua carriera , come l’amico Gustav Mahler, pensava di intraprendere la carriera di compositore. Infatti le sue opere sono tutte giovanili. Poi decise di dedicarsi alla direzione d’orchestra abbandonando quella di compositore. Io penso che abbia sbagliato ad interrompere la composizione. Nel disco il pezzo più importante è il quintetto; tuttavia il quartetto è anch’esso molto piacevole. La genesi di questo cd è stata un pò particolare poichè la registrazione del quartetto è avvenuta nel 2016 per i tre movimenti che si conoscevano ed erano disponbili presso l’archivio delle opere di Walter presso l’Università della Musica di Vienna. Durante la produzione del disco presso la Biblioteca Nazionale Austriaca è stata ritrovata fortuitamente una partitura integrale del quartetto , comprendente anche il primo movimento. Così l’Aron Quartet è tornato nello stesso luogo di incisione, il Castello Laudon a Vienna, per registrare anche il primo movimento. Il quintetto invece è stato registrato a Varallo , presso il Teatro Civico. Ciò nonostante trovo che il sound sia stato ricreato in maniera conforme, tale da non far apprezzare troppo la differenza degli ambienti.

AF : In effetti  la registrazione è molto buona e non si avvertono apprezzabili differenze tra il sound delle due locations. Tornando all’autore, pensa che Bruno Walter sia stato influenzato da Gustav Mahler per il quintetto?

Massimo Giuseppe Bianchi : In effetti stante la grande levatura di Mahler lo si potrebbe pensare; io invece ritengo di no. Ci sono degli elementi mahleriani, per esempio una certa inclinazione a temi simil- popolari e alcuni aspetti di impaginazione degli strumenti che possono ricordare quella stratificazione dell’orchestra di Mahler in cui intervengono molte famiglie strumentali ma tutte chiaramente percepibili. Direi che gli influssi si fermano qua; dal punto di vista armonico citerei piuttosto due compositori che sono Zemlinsky e l’ultimo Strauss. Si potrebbero anche evidenziare degli influssi di Schonberg , ma quello pre dodecafonico. Trovo che il quintetto sia un lavoro molto raffinato , con un ritmo molto capillare. La partitura è difficile, anche se non ci sono uscite solistiche particolari le difficoltà non si vedono ma ci sono. Si capisce che è opera di un giovane compositore con molte influenze. Sono 76 minuti di musica i due lavori, sono opere in cui Bruno Walter credeva.


AF: La sua collaborazione con Decca continua?

Massimo Giuseppe Bianchi : Si e quest’anno ci sarà la realizzazione di un nuovo progetto che non posso ancora divulgare. Inoltre quest’anno uscirà un mio disco jazz in duo con il contrabbassista Paolo Damiani   per l’etichetta Parco della Musica Jazz. In tanti anni di carriera ho suonato molte volte come improvvisatore jazz ma è la prima volta che uscirà una mia incisione  in tale veste.

AF : Grazie Maestro, accoglieremo con interesse questa novità!

Il cd è disponibile su Amazon e anche sulle piattaforme più diffuse di streaming.

 

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