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Ken Ishiwata: intervista a una leggenda dell’hi-fi

Ken Ishiwata

Ken Ishiwata ha lasciato Marantz dopo oltre 40 anni di attività e ci parla della sua carriera, delle sue preferenze audio e della sua storica gamma KI Signature.

Non possiamo pensare ad un altro ingegnere hi-fi con il profilo di Ken Ishiwata. Dopo aver trascorso oltre 40 anni a Marantz, è una specie di celebrità ed è spesso “assalito” negli eventi a sfondo hi-fi da persone che chiedono a gran voce la sua attenzione.

I prodotti della gamma KI Signature, per i quali Marantz concedeva a Iskiwata la possibilità di inserire diverse personalizzazioni, fanno ormai parte della storia dell’hi-fi e ben poche aziende al mondo offrono ai loro ingegneri questo tipo di libertà o esposizione pubblica. Ora Ishiwata ha deciso di lasciare Marantz dopo 41 anni di attività e i nostri colleghi di What Hi-Fi? lo hanno raggiunto per un’intervista sulla sua prestigiosa carriera… e non solo.

Cosa le ha fatto inizialmente interessare all’hi-fi?

Stavo imparando a suonare il violino e volevo ascoltare vecchi musicisti come Jascha Heifetz e David Fyodorovich Oistrakh. Ma il problema era che, all’epoca, i sistemi hi-fi erano troppo costosi da acquistare, quindi dovevo costruirne uno mio. Avevo 10 anni quando ho realizzato il mio primo amplificatore mono.


Qual è stato il suo primo lavoro in ambito audio?

Ero ufficiale delle comunicazioni radio su una nave commerciale, ma a parte vedere Paesi diversi, quel lavoro non mi piaceva. Sony e Pioneer si sono rivolti a me in quel momento. Stavano cercando un ingegnere che parlasse inglese, perché stavano espandendo la loro attività al di fuori del Giappone. Sony non stava cercando un ingegnere audio, ma Pioneer sì. Ecco perché ho accettato il lavoro da Pioneer, a condizione che mi mandassero in Europa dopo un periodo di lavoro in Giappone.

Cos’è successo dopo?

A quel tempo Pioneer era puramente un’azienda audio e, insieme a Sansui e Kenwood, espandeva il suo business audio in tutto il mondo. Sono venuto in Europa nel 1968 e ho contribuito a fondare Pioneer Europe in Belgio un paio di anni dopo. Abbiamo aiutato a sviluppare i prodotti Pioneer dando un punto di vista europeo. I circuiti di sintonizzazione radio prodotti qui erano migliori di quelli che stavamo costruendo, e abbiamo imparato tanto dai progetti di Braun.

Come è finito a Marantz?

In realtà, Marantz Europe mi ha contattato nel 1977 poiché avevano bisogno di un tecnico che si occupasse del mercato europeo. Sono andato lì per un colloquio, ma quando ho dettato le mie condizioni hanno detto: “Signor Ishiwata, sei troppo costoso per noi”. Non volevo scendere a compromessi, così sono andato a casa e me ne sono dimenticato. Un paio di mesi dopo mi contattarono di nuovo e dissero: “Non possiamo permetterci di averti nell’organizzazione europea, ma Marantz Japan vuole ancora che tu entri nella compagnia”. Successivamente, sono entrato in azienda nel 1978 come coordinatore tecnico/commerciale.

Qual era il suo lavoro a Marantz?

Ero Brand Ambassador, ma ero completamente coinvolto nello sviluppo del prodotto e ho fatto la regolazione del suono dell’elettronica stereo nella mia stanza d’ascolto di Eindhoven. Ho anche fatto presentazioni a spettacoli hi-fi ed eventi vari. Queste presentazioni commerciali sono sempre interessanti perché interagisci con persone che hanno interessi e gusti diversi. Abbiamo imparato tanto da quegli incontri con i consumatori finali. Mi sono piaciuti molto quegli spettacoli e le dimostrazioni che organizzavo.

Qual è il processo di sviluppo di un prodotto?

Lo sviluppo è cambiato molto nel tempo, specialmente dai miei primi anni alla Marantz Japan. A quel tempo assegnavamo ciascun prodotto a un ingegnere specifico e seguivo quegli ingegneri in ogni dettaglio. Questi incontri richiedevano fino a due o tre settimane ogni volta che andavamo in Giappone (tre o quattro volte l’anno, a seconda del numero di prodotti che stavamo sviluppando). Oggi invece a Sound United (la casa madre di Marantz), fanno le cose in modo molto diverso dal momento che sono impegnati nello sviluppo di prodotti Marantz e Denon (e presto, aggiungiamo noi, anche di Onkyo e Pioneer).

Il leggendario Marantz CD63 MkII KI Signature

Come sceglie i prodotti che meritano il “trattamento KI”? Si tratta di marketing, o alcuni prodotti si prestano più di altri?

Il primo prodotto KIè stato il CD-63II KI Signature. All’inizio non avevamo intenzione di farlo, ma il CD-63II originale era un lettore CD molto musicale ed ero curioso di scoprire il suo pieno potenziale, ignorando i costi. Naturalmente in quel momento non pensavo che lo avremmo effettivamente messo in produzione. Alla fine però ho passato un po’ di tempo a ottimizzarlo e finalmente, quando ero soddisfatto al 100%, l’ho mostrato ad alcune persone. Erano tutti sbalorditi! Sapevo che non era un lettore dal suono neutro, ma era così musicale che ci si poteva divertire ad ascoltare la musica per sempre. Ho ancora richieste di appassionati che ne vorrebbero uno.

Quali prodotti sono stati i più difficili da sviluppare nel corso degli anni?

All’inizio degli anni ’80 Marantz divenne parte di Philips. A quel tempo stavo sviluppando tutti i diffusori per i mercati europei e devo ammettere che abbiamo avuto molto successo. I driver sono stati sviluppati assieme a un produttore OEM giapponese chiamato Tonegen e siamo riusciti a creare alcuni trasduttori davvero meravigliosi che sono stati poi utilizzati in diffusori come gli LD-50. Tuttavia, da quando siamo entrati a far parte di Philips, mi hanno costretto a utilizzare i driver Philips, che non erano conformi agli standard Marantz. Ho provato a rifiutare, ma era impossibile e quindi ho dovuto inventare dei diffusori usando quei driver. Sfortunatamente, a causa di ciò, la nostra sezione speaker è crollata.

Il lavoro di sviluppo che ho dovuto fare con i driver Philips è stato il più difficile per me. Non è stato un piacere lavorare così. Prima dell’era Philips, la nostra produzione di diffusori di punta era di oltre 260.000 unità all’anno, tutte prodotte in Belgio. Riuscite a immaginare? Se avessimo mantenuto questo business, Marantz sarebbe completamente diversa oggi. Mi piace davvero progettare diffusori ed è un peccato che non possa più farlo.

I Marantz LD50

Quali file hi-res preferisce tra i DSD e i PCM?

Sono sicuro che già conosciate la risposta: preferisco i DSD! Non sono mai andato matto per i PCM, che utilizza un numero costante di bit e una frequenza di campionamento fissa, ad esempio 24 bit/192 kHz. Ogni campione utilizza i 24 bit completi, indipendentemente dal requisito del segnale. Ho raccomandato a lungo l’uso di bit rate variabili per evitare sprechi. Allo stato attuale, il 90% di un flusso di dati a 24 bit/192 kHz viene sprecato. Inoltre il suono dei DSD è vicino all’originale analogico. Ecco perché abbiamo deciso di convertire tutti i segnali PCM in DSD (1 bit) all’interno del DAC del nostro lettore KI Ruby.

Le prestazioni sonore di un DAC possono essere giudicate in base alle sue specifiche?

Sfortunatamente, le specifiche non ti dicono granché sulla qualità del suono. Non è solo per i DAC, è per tutto. Queste specifiche sono tutte basate su misurazioni statiche, ma la musica è dinamica e ci sono molti altri parametri che influenzano le prestazioni. Il più grande problema dei DAC di oggi non è nelle loro specifiche. Sono tutti meravigliosi se guardi solo alle specifiche tecniche.

Negli anni ’80 disponevamo di DAC con tecnologia BiMOS, ma oggi tutti gli IC sono basati su CMOS. Con CMOS puoi ottenere alta velocità, basso consumo e specifiche elevate. I dispositivi e i computer portatili di oggi richiedono queste cose, ma sei si parla di un prodotto audio di qualità? Ho dei seri dubbi.

Il Marantz PM-10 usa una circuitazione in Classe D

Pensa che i circuiti di Classe D funzionino con prodotti di alta gamma?

La mia opinione personale è che possiamo realizzare un’amplificazione di alta qualità con diverse tecnologie. Ci sono così tanti design di amplificazione convenzionale e di Classe D oggi e tutti sembrano diversi tra loro. Entrambi possono funzionare in modo eccellente, ma è necessario fare attenzione se si desidera che il suono della Classe D sia paragonabile alla tradizionale tecnologia di amplificazione analogica.

Misurazione o ascolto… a chi dare priorità?

Tutte le misurazioni che facciamo sono statiche. Certo, sono essenziali per scoprire come funzionano gli amplificatori, ma dicono poco sulla qualità del suono. Nella mia sala d’ascolto a Eindhoven ho passato un’infinità di ore ad ascoltare e a mettere a punto tutti i prodotti Marantz. A volte quell’ascolto ci costringe a cambiare il nostro design di base, nonostante il fatto che le misure siano a posto.

Quali sono i suoi prodotti Marantz preferiti?

Credo che possiate già indovinare quali prodotti sceglierei. Sì, la mia scelta è molto semplice. È il lettore SACD KI Ruby, che ha una tecnologia di elaborazione DSD a 1 bit unica che rende tutti i tipi di musica divertenti ed emozionanti da ascoltare. Il relativo amplificatore PM-KI Ruby ha uno stadio phono di alta qualità. È possibile utilizzare un giradischi con testine Koetsu Red Signature o IKEDA 9C III e sfruttarle al meglio.

Il lettore KI Ruby SACD

E i suoi prodotti non Marantz preferiti?

Direi il pre-amplificatore SP-10 di Audio Research e i finali Mark Levinson 20.5 che alimentano il sistema di altoparlanti DIVA di Apogee. Pazzesco, eh?

Qual è il primo brano musicale che ha comprato?

I miei genitori avevano una grande collezione di dischi, quindi non ho dovuto comprarne molti. Ma il mio primo acquisto è stato Mendelssohn Concerto In E Minor di David Oistrakh.

Quali qualità sonore dovrebbe avere il suo prodotto audio perfetto?

Dovrebbe avere una gamma media ricca e calda per le voci e un incredibile soundstage tridimensionale.

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© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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