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L.A. Noire Remastered Edition 4K – Home Theater Test PS4 Pro

LA Noire

L.A. Noire è un game di esplorazione e investigazione con visuale in terza persona ambientato nella città degli angeli post Seconda Guerra Mondiale.

Cole Phelps (Aaron Staton) è un veterano che ha servito da ufficiale nel teatro operazioni a Okinawa. Ferito, rientra negli Stati Uniti e si arruola nella polizia iniziando una fulgida carriera. Dopo aver risolto l’indagine legata a un duplice omicidio ottiene la promozione a detective. Con un nuovo partner è chiamato a occuparsi di efferati crimini: una vita da tutore dell’ordine più complessa dell’ordinario, incapace di dimenticare un difficile passato, messo in difficoltà dallo stesso dipartimento in cui lavora.

L.A. Noire

L.A. Noire è un game Rockstar che risale al 2011, sofferta produzione che inizialmente lo ha visto distribuito su PC, PS3 e Xbox 360 per un totale di circa 900.000 copie vendute all’epoca. Un budget colossale di 50 milioni di dollari ha trasformato il gioco in uno dei più costosi di sempre, con una complessa attività di motion capture tramite veri attori ripresi in contemporanea da 32 telecamere per cogliere ogni minima variazione sui volti, fondamentale nel corso degli interrogatori al fine di comunicare diversi stati d’animo.

L.A. Noire

La trama è dignitosamente intrigante anche se non siamo a livelli altissimi di qualità in termini di indagini in seno ai 21 casi che si è chiamati ad affrontare. Non esiste una sezione tutorial ma i primi passi da agente servono proprio per prendere dimestichezza con i movimenti e il ritmo del gioco, disseminato di cut-scene d’effetto costruendo il background storico di Phelps, tasselli del puzzle di una vita che va delineandosi procedendo con le indagini.


Oltre alle missioni primarie nel momento in cui ci si trova in direzione di un obiettivo prefissato è sempre possibile rispondere a chiamate di soccorso intervenendo per risolvere situazioni di emergenza, confrontandosi con malfattori e lestofanti di varia risma ed estrazione sociale. La megalopoli di Los Angeles offre la sensazione di un open world vero e proprio ma non è del tutto vero, le indagini muovono su rigidi binari e non si ha la possibilità di entrare più di tanto in contatto col mondo che circonda Phelps per variazioni sul tema che a loro volta comportino ripercussioni sulla via maestra.

L.A. Noire

I dialoghi sono interamente in inglese con sottotitoli e questo è davvero un bene per chi ama assaporare sino in fondo le atmosfere tipiche di opere cinematografiche di genere anche se purtroppo non così coinvolgenti come per esempio col magnifico L.A. Confidential diretto dal compianto Curtis Hanson. Sottotitolazione assente solo in qualche raro caso, come quando stiamo guidando e tamponiamo un’altra auto o comunque ci comportiamo in maniera non adeguata: il nostro partner contribuirà con colorite esternazioni.

Prendere dimestichezza con i movimenti è pressoché immediato, l’attività esplorativa piuttosto circoscritta al luogo in cui ci ci si trova senza dover impazzire nella ricerca di elementi di aiuto. Finendo smarriti in genere interviene il collega o il game stesso con ulteriori suggerimenti mentre come ultima spiaggia ci si può affidare al proprio ‘istinto’  acuendolo all’occorrenza sempre che si sia in possesso di punti, guadagnabili nel corso del game: in tal caso verranno segnalati specifici punti sulla mappa presso cui recarsi per completare al meglio la disamina.

L.A. Noire

Sensibilità nella manovra sia del personaggio che dell’auto, qualche incertezza interagendo con possibili elementi durante l’istruzione probatoria, durante gli inseguimenti è lasciato un dignitoso margine per capire come agire al meglio evitando di dover ricominciare dall’ultimo salvataggio, che avviene in automatico: in tale circostanza non è consentito aggirare l’eventuale cut-scene. Un radar in basso a sinistra è un amico fedele pronto a indicarci le vie limitrofe, il punto di arrivo, la posizione dell’inseguito, quella degli indizi.

In svariate occasioni ci si ritrova a interagire con un possibile sospetto, le risposte alle domande di Phelps pongono il gamer davanti a più scelte: accondiscendendo alle affermazioni oppure forzando la mano, accusando o ritirando l’ipotesi si ottiene una diversa risposta che dovrebbe aiutare alla successiva mossa, pena dover ricominciare l’interrogatorio dall’inizio. Non di meno importante l’osservazione della persona che si ha di fronte, provando a cogliere elementi sospetti nel comportamento, nell’atteggiamento nervoso o anche solo nello sguardo. Anche se non dovesse andare così bene tra intuito e aiuti se non può sempre uscire (meno) vincenti superando l’impasse ma obbligati a proseguire le indagini per portare a galla la verità. Questo è uno dei punti di forza che però col passare del tempo rischia di diventare un tallone d’Achille per via della ripetitività.

L.A. Noire

Il lavoro di un poliziotto implica inevitabilmente violenza, qui espressa in termini di scazzottate dove occorre avere la meglio sull’avversario così come negli scontri a fuoco, disponendo della propria pistola d’ordinanza o anche di un fucile a pompa, buono in tal senso il sistema di copertura ed interazione con gli elementi circostanti. Anche in questo caso la giocabilità è dignitosa, non impossibile abbattere il soggetto con cui ci si sta confrontando ma occorre fare attenzione a non coinvolgere passanti e vittime innocenti che potrebbero anche venire usate dal malvivente per farsi scudo. Man mano che proseguono le indagini il taccuino di Phelps (interamente in italiano) si arricchisce di elementi, luoghi e soggetti, memorandum su ciò che va fatto per portare a buon fine il percorso e l’indagine. Nel complesso occorre una media attorno alle 17 ore per completare tutte le indagini che però aumentano di almeno altre 6 ore con i DLC già rilasciati.

 

HOME THEATRE TEST – PS4 Pro

Considerando che L.A. Noire è un game pubblicato sei anni or sono e che quella nelle nostre mani è la versione rimasterizzata e rivista per gli attuali hardware (Nintendo Switch, Xbox One e PS4) non siamo di fronte a un capolavoro. Il miglioramento tecnico è principalmente legato alla risoluzione consentendo alla PS4 Pro (e Xbox One X) di lavorare al meglio in UHD, cosa impossibile con la precedente generazione con cui non si riesce ad andare oltre le 1080 linee progressive. In termini di grafica la scenografia in cui si è immersi è più che mai verosimile mentre non sono stati del tutto eliminati passaggi in cui ci si può accorgere di un certo aliasing e saltuario pop-up, il dettaglio dei particolari sul terreno o elementi più complessi come piante e arbusti rimane più che dignitoso, miglioramento anche per le diverse condizioni meteorologiche.

L.A. Noire

I particolari dei volti così come dei vestiti non fanno gridare al miracolo e in UHD i primi piani non sono così clamorosi; anche l’ottima colonna sonora capace di contribuire alla giusta atmosfera non ha subito variazioni. Sempre a proposito di accompagnamento musicale viene in aiuto per confermare che l’investigazione in corso e la ricerca di prove non è terminata sino a quando il brano in sottofondo non va in fade out. Il distinto suono di note al pianoforte e la vibrazione del pad segnalano inoltre che si è in prossimità di un possibile elemento da analizzare più da vicino.

Nel complesso un noir investigativo nella media, anche se nel tempo si sono visti lavori superiori capaci di andare maggiormente in profondità in termini di coerenza, logica e narrazione come per esempio il più vecchio The Moment Of Silence del 2004 della tedesca House of Tales.

L.A. Noire

L.A. Noire è impostato su due differenti aspect ratio: le cut scene 2.39:1 mentre le sezioni in cui è il gamer a muovere sono a tutto schermo 1.78:1. I ricordi di Phelps hanno diverso cromatismo e alcuni passaggi sono in bianco e nero. L.A. Noire è un game capace di aumentare il livello di gradimento se la visione avviene su grandi schermi o meglio ancora tramite videoproiettore. In UHD il gioco gira a 30fps, fluido e senza fault di sorta anche se a non convincere è l’HDR wide color gamut che tende a sovraccaricare il croma complicando troppo i passaggi notturni, finendo per perdere la percezione degli elementi in secondo piano e sui fondali. Il consiglio in questo caso è quello di disattivare la funzione direttamente dalla console.

Più d’ogni cosa la sezione audio gioca un ruolo di assoluta presenza in L.A. Noire caricando ulteriormente l’adrenalina se l’ascolto avviene attraverso un sistema a canali discreti. L’ascolto DTS lossy 5.1 canali è davvero rimarchevole, la presenza scenica del fronte anteriore è costante, con dialoghi superlativi dal centrale, effetti, sostegno del subwoofer anche se non roboante mentre è fattivo il contributo dai diffusori posteriori con i suoni della metropoli, echi, elementi musicali, passaggi panning fronte retro. Già lo scontro a fuoco quando Phelps e collega si trovano ad affrontare una prima fallita rapina in banca è in grado di dimostrare il lavoro certosino in fase di missaggio degli elementi mantenendo  costantemente al centro della scena sonora.

L.A. Noire

A conti fatti, nonostante i 6 anni sulle spalle, L.A. Noire è ancora oggi vincente per atmosfere e grado di coinvolgimento, una piacevole sorpresa approcciandolo per la prima volta e una parziale delusione per chi già lo conosce e sperava in qualcosa in più in termini di resa tecnica complessiva, specie per il comparto video con l’HDR che (ahimè) complica la qualità delle immagini costringendo a disattivarlo per la disperazione.

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