Netflix ha ottimizzato l’intero catalogo di contenuti HDR applicando la sua codifica ottimizzata dinamicamente per ottenere un compromesso ottimizzato tra bitrate e qualità in base alla complessità del contenuto
Netflix ha ottimizzato il suo intero catalogo di contenuti HDR, applicando la sua codifica ottimizzata dinamicamente (DO) per ottenere un compromesso ottimizzato tra bitrate e qualità in base alla complessità del contenuto. Netflix ha introdotto l’HDR per i suoi contenuti nel 2016 (circa un anno dopo il suo sbarco in Italia), ma valutare la qualità percettiva (VMAF) per gli stream HDR non è stato facile per la piattaforma streaming.
VMAF (Video Multi-method Assessment Fusion) è il metodo utilizzato dall’azienda per misurare la qualità video e Netflix lo introdotto nel 2021 (per poi perfezionarlo continuamente) una variante HDR del VMAF in collaborazione con Dolby Laboratories, con lo scopo di misurare dati soggettivi come il movimento, le informazioni visive e la perdita di dettagli nei contenuti in HDR10 e Dolby Vision.
Essere in grado di analizzare tutte queste informazioni ha permesso a Netflix di passare dalla codifica video a bitrate fisso alla codifica DO per il 4K HDR, che da giugno di quest’anno è stata estesa all’intero catalogo di Netflix per quanto riguarda i contenuti in HDR (la notizia si è però saputa solo i giorni scorsi). In un post molto approfondito su Netflix Technology Blog vengono descritti nel dettaglio tutti i processi tecnici di questa importante svolta nel trattamento dei contenuti in HDR, ma ve li risparmiamo (anche perché si scende molto nel tecnico).
La cosa importante da sapere è che con l’encode HDR-DO (che ricordiamo essere dinamico) si ottiene una qualità dello stream video superiore con il 58% in meno di spazio di archiviazione rispetto alle scale fisse di bitrate. Netflix parla inoltre di un 40% in meno di buffering, di un minor utilizzo di dati (cosa molto utile per chi utilizza Netflix con un piano dati mobile) e di una minore variazione tra i vari dispositivi, per un’esperienza di visione più omogenea indipendentemente dal dispositivo su cui si stanno guardando i contenuti.
Inoltre, sebbene l’HDR-VMAF non sia attualmente open source, Netflix si sta impegnando in tale ambito e quindi potremmo vedere questo strumento utilizzato anche da altre piattaforme streaming, nonostante l’attuale implementazione sia in gran parte adattata alle pipeline interne di Netflix e abbia ancora alcuni limiti a livello di algoritmi che verranno risolti con ulteriori perfezionamenti.
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