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Netflix: il noleggio dei DVD va a gonfie vele negli USA

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Il supporto fisico sarà pur destinato a scomparire, ma almeno negli USA il servizio di Netflix per i DVD a noleggio continua a far segnare numeri importanti

Senza nulla togliere a quanto scritto ieri sulla crisi del supporto fisico nel mercato Home Video (ma anche in quello musicale e videoludico), negli USA il caro e vecchio DVD continua a riscuotere un grande successo e questo grazie soprattutto a Netflix. Non parliamo quindi di noleggio in stile videoteca (qui la news sull’ultimo punto vendita Blockbuster rimasto al mondo), ma di noleggio di DVD per corrispondenza, che poi è il business plan con cui nacque oltre vent’anni fa l’odierno colosso dello streaming video.

Se infatti si vanno a vedere i risultati finanziari di Netflix relativi al 2018, si scopre che il servizio di noleggio DVD per corrispondenza negli USA può contare ancora su 2,7 milioni di abbonati e su ricavi pari a 212 milioni di dollari. Che sono quasi nulla se si pensa agli oltre 15 miliardi di dollari fatturati da Netflix sempre nel 2018, ma che assumono ben altra valenza se si pensa appunto al tipo di servizio.

In molte zone degli USA infatti (diversamente da quanto si possa credere) la banda larga non è ancora diffusa, tanto che la Federal Communications Commission stima in circa 24 milioni il numero di statunitensi che non ha accesso a un collegamento internet broadband. Per questi utenti abbonarsi a Netflix è impossibile (o comunque avrebbe poco senso) ed è qui che entra in gioco il classico noleggio dei DVD per posta.


La cosa curiosa però è che molti di questi clienti rental non abitano solo in zone sperdute degli Appalachi ma anche in grandi città americane. E i motivi per cui il servizio di posta di Netflix (il cui abbonamento mensile parte da 7,99 dollari) è ancora così utilizzato sono almeno tre. Non solo quindi la difficoltà di accedere a una banda sufficiente a godersi i contenuti in streaming di Netflix anche a bassa qualità, ma anche l’ampiezza del catalogo e il discorso relativo alla sua consistenza nel tempo.

Già, il caro e vecchio catalogo. Considerate che il servizio DVD di Netflix mette a disposizione qualcosa come 100.000 titoli tra film e serie TV contro i quasi 6000 del servizio in streaming. Chi insomma si fa spedire a casa i DVD da Netflix può scegliere tra un numero di titoli più di quindici volte superiore a quello di Netflix in versione streaming. Certo, abbonandosi a tutti i servizi SVOD del momento tra cui Amazon Prime Video, Hulu e HBO, un utente americano ha a disposizione molto più dei 6000 titoli di Netflix, ma il prezzo salirebbe in modo esorbitante e non si raggiungerebbero comunque i 100.000 titoli di Netflix DVD.

E sempre parlando di catalogo, gli appassionati di cinema non hanno molto per cui esaltarsi guardando all’attuale libreria di film di Netflix, a cui mancano centinaia di classici e migliaia di film comunque importanti usciti prima degli anni 2000. Ma mancano anche i più recenti blockbuster o i film degli ultimi Oscar tanto per fare un esempio. E poi perché spendere 4-5 euro per un noleggio digitale su iTunes quando con poco più ci si abbona a un servizio con un catalogo di 100.000 titoli?

Il terzo e ultimo motivo del successo ancora forte del servizio DVD di Netflix è, come dicevamo, la sua consistenza nel tempo. Mentre in tutti i servizi SVOD vengono tolti regolarmente dei contenuti (il più delle volte per la scadenza dei diritti), il catalogo del servizio DVD è sempre costante nel tempo e quindi è possibile noleggiare anche titoli disponibili da 15-20 anni.

Certo, c’è poi tutto il discorso legato alla qualità audiovisiva dei DVD (per molti quasi inaccettabile a metà 2019) e alla minor comodità rispetto a una tipica esperienza streaming, senza contare che questi 2,7 milioni di abbonati sono destinati a calare inesorabilmente nei prossimi anni in concomitanza con l’assottigliarsi del digital divide negli USA, ma resta il fatto che il servizio DVD di Netflix è la perfetta antitesi di dove ci stiamo dirigendo oggi con i servizi SVOD.

Perché se è vero che con Apple TV+, Disney+ e altre piattaforme in arrivo il numero complessivo di titoli a disposizione crescerà notevolmente, è altrettanto vero che le singole piattaforme offriranno sempre meno film e serie TV, proprio perché il maggior numero di servizi e la conseguente concorrenza renderà più difficile per una piattaforma accaparrarsi i diritti per tenere a catalogo un gran numero di contenuti. Dopotutto lo stiamo già vedendo con i titoli Disney, Marvel e Star Wars che scompariranno da Netflix (alcuni sono già stati tolti) tra quest’anno e il 2020 e che approderanno sulla piattaforma Disney+.

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