All’età di 95 anni se n’è andato il papà della Marvel, creatore di personaggi e mondi straordinari con cui sono cresciute intere generazioni
Stan Lee, sognatore che prendeva per mano il lettore accompagnandolo per storie e avventure incredibili, una potenza inventiva seconda solo alla capacità di venire trasferita su tavole a china, fumetti che in epoche lontane erano prevalentemente se non interamente in bianco e nero, ma non importava.
Fra poco più di un mese avrebbe compiuto 96 anni, era nato il 28 dicembre del 1922 a New York. Dopo una grande gavetta negli anni ’60 la rivoluzione Marvel, assieme a colleghi che hanno fatto la storia come Jack Kirby e Steve Ditko nacquero i Fantastici Quattro, Hulk, Thor, Iron Man, gli X-Men, Daredevil, Dottor Strange, Silver Surfer, Captain America, lo S.H.I.E.L.D. e naturalmente l’Uomo Ragno. Villain fantastici come l’indimenticabile Teschio Rosso, Elektro, L’uomo sabbia, Magneto, Doctor Octopus, Lizard, Galactus, Dottor Destino.
Tavole folgoranti che col tempo hanno ispirato opere cinematografiche di altissimo livello, una difficile genesi ostacolata da scelte non sempre azzeccate e cessioni di diritti di sfruttamento dove per anni è stato a dir poco complicato portare in scena volti amati, nonostante i tempi maturi a livello di computer grafica.
Prima del Marvel Cinematic Universe possiamo idealmente collocare i veri passi alla volta del successo su grande schermo attorno alla fine degli anni ’90 con Blade, l’inizio della saga degli X-Men, la prima trilogia di Spider-Man diretta da Sam Raimi, il rilancio di The Punisher con Thomas Jane (anche se a fine anni ’80 era già stato interpretato da Dolph Lundgren).
Non tutto è sempre andato per il verso giusto: Spider-Man ha rischiato di eclissarsi troppo velocemente, i film dedicati ai Fantastici Quattro non hanno mai avuto un grande successo, supereroi che ancora oggi restano forse il grande tallone d’Achille di Marvel, specie dopo il discutibile reboot del 2015.
Forse il peggior incasso della storia per personaggi ideati proprio da Stan Lee assieme a Jack Kirby negli anni ’60 ma giunti come fumetto in Italia solo nel decennio successivo. Il film portò a casa circa 160 milioni di dollari a livello worldwide, un disastro commerciale specie se paragonato al recente e tanto bistrattato Venom, che nonostante critiche e orde di haters ha già accumulato una fortuna di quasi 700 milioni di dollari.
Quel velo di malinconia che ha assalito gran parte degli spettatori al termine di Avengers – Infinity War appare oggi più che mai presagio di ciò che è accaduto solo pochi giorni fa.
Anche se era da tempo lontano dalla ‘stanza dei bottoni’ dove venivano prese le decisioni produttive in ambito TV e Cinema, Stan Lee non ha mai veramente abbandonato le sue ‘creature’, i suoi camei all’interno dei film che si sono succeduti per quasi vent’anni erano diventati un irrinunciabile appuntamento, a dimostrazione di quanto fosse ancora capace di librarsi in alto, a cavallo di quei sogni che lo hanno sempre accompagnato.
Un’eredità che possiamo solo sperare verrà raccolta da degni successori.
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