Una caratteristica che ha sempre contraddistinto i diffusori Wharfdale è quella del rapporto qualità prezzo.
In più di 90 anni di storia il brand ha sempre confezionato diffusori dai prezzi accessibili e dalle prestazioni interessanti. Con la serie Elysian, Wharfedale ha voluto osare qualcosa in più. Scopriamo come è andata.
Le Wharfedale Elysian 1 sono il modello più piccolo di questa nuova serie di diffusori che può contare su 5 modelli differenti:
- Elysian 1 diffusore da stand a 2 vie
- Elysian 2 diffusore da stand a 3 vie
- Elysian 3 diffusore da pavimento
- Elysian 4 diffusore da pavimento
- Elysian C canale centrale
Completano la serie gli stand per i modelli 1 e 2 che noi vi consigliamo caldamente o quantomeno vi consigliamo uno stand di tipologia simile. Chissà se vedremo mai un subwoofer per gli amanti dei sistemi AV.
La serie Elysian nasce con lo scopo di fare quel piccolo salto di qualità in una fascia di mercato più alta rispetto a quanto ci ha abituati fino ad ora Wharfedale. Non è un segreto che il mercato tende a guardare sempre più verso le fasce elevate e quindi anche Wharfedale ha deciso di giocarsi questa carta. Non scordiamoci però che Wharfedale da sempre è contraddistinta da prezzi molto competitivi e anche in questo caso ha rispettato la tradizione, questo ci teniamo a dirlo fin da subito. Tre le finiture disponibili: pianoforte nero/noce/bianco. In novanta anni di storia questo è probabilmente uno dei progetti più ambiziosi del brand fondato dal pianista Gilbert Briggs.
Wharfedale Elysian 1: da stand ma non mini
Con i loro 490 mm di altezza per 263mm di larghezza e 285mm di profondità le Wharfdale Elysian 1 si presentano come dei massicci diffusori a cui bisogna dedicare uno stand robusto con una base decisamente ampia, anche in considerazione del peso di ciascun diffusore che è di ben 15 Kg. Quindi da stand si ma decisamente non un mini diffusore. Le Wharfedale Elysian 1, messe a confronto con le Technics SB-C600 di cui abbiamo parlato qualche mese fa, sembrano Davide contro Golia. Iniziamo dalle finiture che se sulle Wharfedale EVO 4.4, che stiamo usando in redazione, erano decisamente buone, con le Elysian 1 diventano eccellenti.
Lo ammettiamo con un minimo di stizza, in quanto noi italiani siamo da sempre gli ambasciatori del bello nel mondo, del design e della qualità, ma questa volta Wharfedale non è stata da meno, anzi. La finitura in nostro possesso è quella noce, che può contare su sei strati impiallacciati e lucidati a mano, ed una struttura con i bordi stondati che oltre a conferire una certa armonia aiuta con il fenomeno delle diffrazioni.
Infine non dimentichiamoci del fattore WAF che queste Wharfedale Elysian 1 riescono decisamente a soddisfare e potrebbero diventare un vero e proprio complemento d’arredo per il nostro salotto. Sul retro c’è una targhetta e soprattutto ci sono gli ottimi connettori, di fattura a dir poco eccellente in grado di accettare qualsiasi tipo di terminazione ed in grado di farvi utilizzare il bi-wiring-bi-amping.
Un tweeter AMT ma in stile British
Se in questi anni, come il sottoscritto, avete avuto modo di ascoltare diffusori con tweteer Air Motion Transofrmer probabilmente nell’ascoltare le Wharfedale Elysian 1 potreste rimanere di sasso, perché Peter Comeau, che molti di voi ricorderanno come fondatore della Heybrook alla fine deli anni Settanta e progettista Mission più di recente, è riuscito a dare a questo driver un imprinting diverso dal solito. Quando si parla di AMT ci si aspetta un suono molto aperto in alto. Nel caso di queste Elysian non è così, avrete una emissione dolce, naturale, dettagliata si ma che tende a non diventare mai stridente. Un paragone che mi piace spesso fare per rendere meglio l’idea è che questo tweeter avrà un sound molto più British che Yankee.
In rete si trova ampia documentazione in cui Peter Cameau, parla della sua ammirazione per il tweeter AMT, in grado di unire i pregi di un classico tweeter a cupola (tenuta in potenza) a quelli di un trasduttore a nastro (qualità di riproduzione). In un tweeter AMT avremo una serie di piccoli frammenti di diaframma intrecciati tra di loro che reagiscono agli impulsi contraendosi ed espandendosi. In un classico tweeter a cupola invece, il driver si muove avanti e indietro. Questo comporta uno spostamento dell’aria differente in queste due tipologie di driver. Tutto ciò si traduce in prestazioni di rilievo in termini di dinamica e dettaglio. Ovviamente, come in tutte le cose, ci sono risvolti positivi ed alcuni negativi e nel caso dei tweeter AMT lo scotto da pagare è una larghezza di banda non molto ampia che rende il lavoro sul cross-over veramente difficile. Sarà riuscito Peter ed il suo staff a trovare una quadra? Lo scopriremo poco più sotto.
Wharfedale SLPP un bass reflex che aiuta nel posizionamento
Il sistema SLPP non è una novità nei diffusori Wharfedale, lo avevamo già visto in altri diffusori come le EVO4.4 ed in realtà avevamo visto qualcosa di simile anche nelle Sonus faber Lumina III provate qualche anno fa. Tornando a noi, il sistema SLPP ( Slot Loaded Profiled Port) utilizzato sulle Wharfedale ELysian 1 è studiato per non disperdere l’energia delle frequenze basse che viene convogliata in uno sbocco alla base del diffusore realizzato in modo da equalizzare l’alta pressione interna al diffusore alla bassa pressione della stanza.
Questo sistema coniugato con un modulo di impedenza minimo di poco inferiore ai 4 ohm (3.8 ohm) unito ad una sensibilità nella media (89dB) rende le Wharfedale Elysian 1 un carico non troppo impegnativo per tantissimi amplificatori. Noi ad esempio le abbiamo provate anche con il piccolo Technics SU GX-70. Non dimentichiamoci infine della risposta in frequenza dichiarata che va da 49Hz a 22kHz a +/-3dB. A proposito di specifiche tecniche un plauso a Wharfedale che a questa pagina dà un quadro abbastanza completo dei dati tecnici del diffusore.
Il midwoofer e la realizzazione del cross-over
Le Wharfedale Elysian 1 sono dei diffusori a due vie che oltre al tweeter AMT di cui abbiamo ampiamente parlato sopra, sono dotati di un midwoofer da 18 cm studiato ad hoc per questo modello, con cono a matrice in fibra di vetro e terminati con un rivestimento in gomma caratterizzato da elevata flessibilità ed un motore a bassa distorsione. Per quanto riguarda i cross-over (4°ordine) delle Elysian, Peter Cameau ed il suo staff hanno proceduto in primis tramite un modello computerizzato a cui poi successivamente si è affiancato un lavoro di fine tuning in sala di ascolto. Molta attenzione è stata riposta alla coerenza di fase.
Wharfedale Elysian 1: la prima impressione non è quella che conta
Dopo tanti anni di prove e sperimentazioni spesso e volentieri succede che ci si arroghi il diritto di sapere come suona quella determinata elettronica o quel determinato diffusore, ancor prima di tirarlo fuori dall’imballo, senza dimenticarci della presunzione di sapere già quale sarà l’abbinamento ed il posizionamento migliore. Stavolta abbiamo sbagliato alla grande. In primis lasciate che le Wharfedale Elysian 1 compiano un bel rodaggio di diverse ore (consigliamo almeno 30 ore) in modo che il woofer si sleghi ed il tweeter AMT riesca a dare il meglio. Seconda cosa posizionatele come si deve. Utilizzate uno stand bello pesante e con una base di appoggio di dimensioni generose. Come avrete capito il primo riscontro non è stato del tutto positivo ma per nostra presunzione più che per altre questioni.
Dopo un bel rodaggio ed aver posizionato i diffusori su uno bello stand pesante iniziamo gli ascolti utilizzando come compagno di ascolti il Technics SU-GX70, giradischi Technics SL-1210GR2 e l’Audiolab 7000N Play alternato allo streamer integrato dell’ampli giapponese di cui a breve leggerete la prova. Iniziamo con Billie Ellish e più precisamente Xanny, se deciderete di ascoltare questo bano vi raccomandiamo di dosare bene il volume per non vedere i vostri woofer uscire fuori dal cabinet. Prima impressione post rodaggio decisamente buona, nonostante la limitata potenza del Technics (40 watt), le Wharfedale Elysian 1 tirano fuori un bel basso, con una estensione ed un controllo decisamente buoni. Molto buona anche la separazioni dei canali. A livello timbrico l’accoppiata poi ci sembra azzeccata: dolci e calde le Wharfedale, trasparente e dettagliato il Technics. Gli ascolti proseguono ci divertiamo, il timing è buono e con Take Five di Dave Brubeck iniziamo a battere il piede in terra.
Walking on the Moon nella versione dello Yuri Honing Trio ci fa apprezzare le escursioni dinamiche dei diffusori e soprattutto la buona tenuta in potenza. Grazie all’HDMI ARC del Technics ci godiamo anche qualche bel concerto sulla nostra TV con estrema soddisfazione. Nel frattempo siamo passati ad una accoppiata pre e finale particolare: RME ADI2 FS e finale con moduli Ice Power 1200. Le prestazioni a livello di dinamica si fanno ancora più entusiasmanti. La timbrica degli strumenti è molto realistica e così è facile riconoscere un pianoforte a coda piuttosto da uno a muro o ancora non corre il rischio di confondere un violino con un violoncello. La cosa però che più colpisce di questi diffusori è la ricostruzione scenica veramente di alto livello ed il fatto che la musica sembri provenire da un un unico driver. Sembra di trovarsi di fronte ad un monovia con grande estensione in frequenza.
Se da un lato questa scelta potrebbe far perdere qualcosa in termini dettaglio, dall’altro offre una ricostruzione scenica da primato. Infine due parole sul tweeter AMT che suona proprio come abbiamo detto sopra: non aspettatevi il solito tweeter AMT graffiante e “cattivo” in alto, qui il tutto è riprodotto con estrema dolcezza e ne abbiamo avuto ulteriore riscontro quando abbiamo messo su La Canzone di Marinella eseguita da Mina e De Andrè, dove le note più acute della tigre di Cremona sono state si dettagliate ed estese ma mai aggressive. Una riproduzione agli antipodi di quanto ascoltato con le mie Vandersteen 2CE per capirci. C’è da aggiungere una cosa: questi diffusori sono onnivori, con le ovvie limitazioni date dalle dimensioni, potrete spaziare dal quartetto jazz, passando per la grande orchestra e concludere con Pneuma dei Tool. Le Wharfedale Elysian 1 faranno il loro senza mai deludervi.
tweeter AMT delle Wharfedale EVO 4.4 a confronto con quello delle Wharfedale Elysian 1
Conclusioni e considerazioni
Con le Wharfedale Elysian 1 c’è stato quel salto qualitativo che ci aspettavamo e soprattutto ci siamo trovati di fronte ad un diffusore con una risposta in frequenza completa, ben bilanciato dal punto di vista timbrico e con delle finiture che le renderanno un ottimo complemento di arredo per il vostro soggiorno. Il prezzo di listino delle Wharfedale Elysian 1 è di 4.150 Euro ed è più che adeguato a quello che offrono. Ora il dubbio che ci attanaglia è:
“Se le Elysian 1 suonano così le Elysian 4 come diavolo suoneranno?!“
Speriamo che il distributore italiano di Wharfedale, Tecnofuturo,che ci ha inviato in prova questi diffusori, stia leggendo queste righe e che possa dare seguito alla nostra richiesta.
Immagini e video sono realizzati con la Lumix GH-6
© 2024, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.