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Soluzioni pre+finale: il Sacro Graal audiofilo da 2.000 a 15.000 euro

pre+finale

Abbiamo scelto tre soluzioni pre+finale partendo da un totale di circa 2000 euro per arrivare fino a oltre 15.000 euro

Amplificatore integrato o pre+finale (e, come sottocategoria, aggiungiamoci pure finale mono o stereo)? Un dilemma che ha fatto riflettere almeno una volta qualsiasi appassionato di hi-fi e che non ha una risposta oggettiva e universale. Scegliere la comodità di una soluzione integrata (che non vuol dire affatto rinunciare a modelli hi-end), o puntare su un preamplificatore e un amplificatore di potenza separati?

Ne abbiamo già parlato diverse volte e, riprendendo uno degli ultimi articoli in proposito, scrivevamo che “il finale di potenza non deve fare altro che amplificare il segnale del preamplificatore, ed è per questo che molti degli storici brand dell’alta fedeltà manifestano in questi prodotti il meglio della loro tecnologia e del loro concetto sonoro. Perché brand come Krell o Mark Levinson sono ora assunti a divinità dell’hi-fi americano, se non per la loro possanza riposta nei finali?”

Negli anni Settanta, quando l’alta fedeltà hi-end (a transistor, in maniera preponderante) esplose nelle case degli appassionati, era proprio il finale di potenza a scuotere le brame degli appassionati. Il preamplificatore era, piuttosto, considerato come un aggeggio strettamente necessario per rendere la sorgente trattabile al finale, vero artefice del suono che fuoriusciva dai diffusori. Si tratta, è ovvio, di una considerazione manchevole, ma che rende l’idea del finale nell’immaginario collettivo classico.


Per questo oggi vogliamo proporvi tre soluzioni pre+finale partendo da un totale di circa 2000 euro per arrivare fino a oltre 15.000 euro, lasciando perdere accoppiamenti più economici perché a nostro avviso non hanno molto senso in ottica audiofila (volendo, ci si può limitare anche a poco più di 500 euro con alcuni modelli di Pro-Ject). Si può insomma spendere anche relativamente poco (considerando sempre che si tratta di un setup comunque “da appassionato”) o anche tanto, ma senza per forza toccare vette esoteriche da decine e decine di migliaia di euro.

Rotel RB-1552 MkII e RC-1572MKII: 2000 euro di puro hi-fi

Il Rotel RB-1552 MkII, disponibile online a partire da 900 euro, è un amplificatore di potenza stereo in classe AB che fornisce fino a 130 watt per canale su 8 ohm. La versione MKII si differenzia dal modello RB-1552 originale per circuiti di alimentazione completamente rivisti e disaccoppiati, in modo da offrire un funzionamento realmente dual mono con il vantaggio di ottenere una migliore separazione dei canali. Troviamo inoltre componenti sovradimensionati, come il trasformatore toroidale in grado di fornire una corrente di grande stabilità per l’alimentazione al fine di ridurre anche il rumore.

I condensatori montati di tipo Slit Foil brillano per la loro capacità di caricarsi istantaneamente e per la loro capacità di rispondere a tutte le richieste. Il basso livello di distorsione e il fattore di smorzamento pari a 450 fanno sì che il Rotel RB-1552 MKII possa controllare la corsa di woofer anche di grandi dimensioni garantendo sempre un suono lineare. Riguardo le connessioni, queste includono un ingresso stereo nonché un ingresso e un’uscita trigger, quest’ultimo utile quando è necessario accendere o spegnere più amplificatori Rotel RB-1552 MKII contemporaneamente, come in un sistema home theater.

pre+finale

Come suo compagno ideale abbiamo scelto il Rotel RC-1572MKII, preamplificatore da poco più di 1000 euro che vede decine di miglioramenti rispetto alla versione precedente a partire dall’alimentatore a bassissimo rumore, dotato di grande trasformatore toroidale prodotto internamente. Il design del trasformatore riduce le emissioni irradiate vaganti e alimenta un gruppo di condensatori slit-foil a bassa ESR che erogano corrente stabile a tutti i circuiti sensibili riducendo il rumore e la distorsione con un rumore di fondo ultra silenzioso.

Un convertitore digitale/analogico (DAC) a 32 bit di Texas Instruments consente il rendering delle sorgenti digitali, supportato da filtri di uscita esterni proprietari appositamente equalizzati. Gli ingressi analogici, digitali, XLR, aptXTM e AAC Wireless Bluetooth e il preamplificatore Phono a magnete mobile offrono una grande varietà di connessioni, mentre i file audio sono supportati tramite una connessione PC-USB a 32 bit/384 kHz che supporta anche il formato MQA.

L’RC-1572MKII è certificato Roon Tested per un facile accesso al catalogo praticamente illimitato di musica online. Da segnalare anche i controlli automatici della potenza, il rilevamento del segnale, le impostazioni del volume fisso e le regolazioni del tono, oltre alle uscite RCA, XLR e del subwoofer e elle porte Ethernet e RS232, che consentono una perfetta integrazione nei sistemi di controllo e per gli aggiornamenti del software.

Exposure 3510: coppia sotto i 4000 euro

Lo scorso anno Exposure, i cui prodotti sono distribuiti in Italia da Suono e Comunicazione, annunciava l’amplificatore integrato (e modulare) 3510, il primo nato dell’omonima serie che andava a sostituire il precedente 3010S2D e che prendeva in prestito molta della tecnologia a bordo della serie top di gamma 5010. Oggi il produttore britannico propone altri due componenti della serie 3510 per chi preferisce una soluzione h-fi a componenti separati.

Stiamo parlando del preamplificatore e dell’amplificatore finale 3510 e anch’essi, come l’integrato dello scorso anno, vanno a rimpiazzare i rispettivi modelli della precedente serie 3010. Il preamplificatore ha sei ingressi a livello di linea, con la possibilità di aggiungere uno stadio phono MM o MC o un DAC plug-in grazie alla sua natura modulare. È dotato di relè di alta qualità per la selezione della sorgente di ingresso e buffer di classe A a transistor discreti sugli stadi di uscita audio (due uscite RCA principali e un’uscita tape).

Il circuito di alimentazione ibrido è stato progettato per garantire “un rumore molto basso dallo stato di alimentazione allo stadio di guadagno”, che mira a ridurre al minimo il rumore di rete. Lo switching degli ingressi e il tracciamento del volume sono stati ulteriormente ottimizzati per ridurre il crosstalk. Come con l’amplificatore integrato 3510, anche il preamplificatore offre una scelta di guadagno fisso o variabile, il che significa che può essere impostato sia per una normale configurazione stereo, sia come parte di un sistema home cinema.

L’amplificatore di potenza stereo abbinato eroga 110 watt per canale (su 8 ohm) e può anche essere biamplificato con l’amplificatore integrato 3510. Rispetto al predecessore della serie 3010, per questo nuovo modello Exposure promette una minore distorsione alle uscite ad alta potenza, una maggiore linearità del segnale di ingresso e una maggiore uniformità dell’alimentazione. Sia il preamplificatore Exposure 3510, sia l’amplificatore di potenza stereo 3510 sono ora disponibili a 1999 euro ciascuno in una scelta di finiture titanio o nera.

McIntosh C8 e MC830: per chi se li può permettere…

Il preamplificatore valvolare C8 (7500 euro) e il finale a stato solido MC830 (7800 euro) di McIntosh seguono le orme degli amplificatori integrati MA252 e MA352 (che a loro volta si ispirano al design dall’amplificatore valvolare MC275). Nonostante gli indizi estetici possano ricordare una certa eredità del design degli anni ’50 e ’60 dell’azienda americana, il C8 e l’MC830 sono pieni zeppi di tecnologia moderna. Questo duo, pensato appunto come una coppia “inseparabile” ad alta fedeltà (budget permettendo, naturalmente), offre ingressi phono MM e MC per una connessione universale con qualsiasi tipo di giradischi, nonché la predisposizione per il modulo opzionale DAC DA2 multi-ingresso di McIntosh da 1400 euro, oltre a un amplificatore per cuffie di alta qualità.

McIntosh MC830

Il preamplificatore valvolare C8 è alimentato da quattro valvole 12AX7a illuminate di verde e alloggiate in apposite gabbie protettive. Oltre ai due ingressi phono con caricamento regolabile, troviamo ingressi bilanciati e sbilanciati, controlli dei toni bassi e alti e l’opzione di collegare un subwoofer. Nel caso poi vi servissero degli ingressi digitali, il modulo DA2 ne offre in tutto sette tra due coassiali, due ottici, uno USB, uno MCT proprietario (da utilizzare con una meccanica SACD/CD di McIntosh) e un HDMI Audio Return Channel (ARC).

L’amplificatore per cuffie High Drive di McIntosh può pilotare una vasta gamma di cuffie, mentre la selezione dell’ingresso, i livelli dei bassi, degli alti, del bypass del tono, del bilanciamento e dell’offset dell’ingresso possono essere regolati utilizzando le manopole del pannello anteriore o il telecomando incluso. Tutte le impostazioni, il livello del volume e la selezione dell’ingresso vengono visualizzati sul display frontale.

McIntosh C8

L’MC830 monoblocco è un amplificatore a stato solido da 300 W (su un carico di 8 Ohm) estremamente potente nonostante il suo ingombro piuttosto compatto. La parte frontale è dominata dall’conico indicatore Dual Scale Watt, mentre i distintivi dissipatori di calore aggiungono fascino visivo e dovrebbero mantenere l’MC830 fresco per prestazioni ottimali anche sotto sforzo. Troviamo inoltre ingressi bilanciati e sbilanciati e diverse tecnologie McIntosh proprietarie. In primo luogo la tecnologia brevettata Power Guard monitora il segnale di uscita dell’amplificatore per proteggerlo dall’overdrive; se necessario, inoltre, l’amplificatore effettua micro regolazioni in tempo reale al segnale in ingresso per evitare distorsioni indesiderate.

Un’altra soluzione proprietaria è Sentry Monitor, una protezione da cortocircuito senza fusibili che disattiva lo stadio di uscita dell’MC830 prima che la corrente superi i livelli operativi di sicurezza e si ripristina automaticamente quando le condizioni operative tornano alla normalità. L’MC830 dispone anche dei morsetti per diffusori Solid Cinch placcati in oro per prevenire la corrosione e per garantire il miglior segnale possibile.

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