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Sonos non supporterà più i suoi prodotti legacy… e c’è da stupirsi?

speaker sonos

Dopo il mese di maggio alcuni dei prodotti più vecchi di Sonos non verranno più supportati con nuove feature. Prima o poi doveva succedere

Sonos, a partire da maggio (non si sa ancora la data esatta), smetterà di supportare alcuni dei suoi più vecchi dispositivi tra cui il Connect, il Connect:Amp (i modelli venduti fino al 2015) e lo speaker wireless Play:5 di prima generazione. Si tratta di prodotti risalenti anche a oltre quindici anni fa e non più in produzione da almeno 4-5 anni e quindi, di questi tempi, la cessazione del supporto a livello software da parte del produttore non è certo una cosa inattesa.

Tanto più che Sonos ha già precisato sia che dopo questa deadline tutti i prodotti coinvolti continueranno comunque a funzionare, sia che eventuali bug che dovessero emergere da maggio in poi verrebbero comunque eliminati tramite aggiornamenti di sicurezza, sebbene non si sia precisato per quanto tempo saranno assicurati questi update. Quello che sicuramente cesserà da maggio per i dispositivi coinvolti sarà l’arrivo di nuove funzionalità.

Ciò significa ad esempio che se dopo la data del cessato supporto dovesse esserci un nuovo servizio streaming con relativa integrazione nell’app di Sonos, questi dispositivi più vecchi non potrebbero accedervi, anche se lo scenario più “preoccupante” è che, da un giorno all’altro, anche servizi oggi perfettamente funzionanti su questi prodotti legacy come Spotify o Tidal potrebbero non funzionare più nel caso venisse cambiato o aggiunto qualcosa nella loro integrazione con i prodotti Sonos.


sonos

E non dimentichiamo un terzo scenario altrettanto poco piacevole, ovvero la possibilità che anche i device Sonos più recenti possano essere toccati dalla fine del supporto. Questo succederebbe se nel vostro sistema Sonos casalingo aveste, ad esempio, una soundbar Sonos Beam e un Play:5 di prima generazione. In questo caso infatti, oltre al Play:5, anche la Sonos Beam non riceverebbe più aggiornamenti di funzionalità perché si trova all’interno di un sistema con un prodotto legacy non più sopportato.

Certo, potreste sempre spezzare in due il vostro sistema lasciando questi due componenti separati, ma in tal caso verrebbe meno il senso di un sistema di questo genere, ovvero la sincronizzazione dell’audio tra i vari dispositivi all’interno della vostra abitazione. A tale proposito Sonos ha già annunciato di essere al lavoro su una soluzione per dividere il sistema in modo tale che i prodotti moderni ottengano comunque gli aggiornamenti con nuove funzionalità a differenza dei prodotti legacy più vecchi, che comunque, come già detto, continueranno a funzionare anche dopo maggio.

Tra l’altro Sonos, a differenza di molti altri produttori (si pensi solo a LG con i suoi TV), può vantare una policy di supporto per i suoi prodotti decisamente forte ed estesa, visto che ad esempio il 92% dei dispositivi Sonos venduti è ancora attivo nelle case di migliaia di utenti. Non dimentichiamo poi che molti possessori di questi prodotti legacy potrebbero non essere minimamente interessati dall’assenza di nuove funzionalità perché sono già soddisfatti così dei loro prodotti Sonos, anche se, come abbiamo appena scritto, l’eventualità che servizi di streaming oggi funzionanti possano non esserlo più tra qualche mese o un anno non è certo piacevole.

Tutta questa situazione ha fatto parlare molto (e non sono le testate specializzate in tecnologia) perché si tratta di audio e perché c’è di mezzo Sonos. Da un lato infatti pochi si meravigliano ormai se un produttore non supporta un proprio smartphone dopo 3-4 anni (non parliamo poi dei TV) o se Microsoft supporta con dei feature update i suoi sistemi operativi per 5 anni (più altri 5 di soli aggiornamenti di sicurezza). Ma quando si parla di audio, il discorso cambia, perché in questo settore un buon impianto hi-fi può durare anche decenni senza sentire la necessità di cambiare componenti.

Un prodotto audio, ancor più se analogico, viene insomma percepito come qualcosa di più duraturo di uno smartphone, un tablet o un TV, ma qui si aggiunge anche il brand Sonos, molto apprezzato da tantissimi appassionati e capace, nel corso degli anni, di costruirsi una reputazione solidissima per la sua capacità di unire qualità audio, usabilità e ricchezza di funzioni (Bluetooth e hi-res a parte) e di aver fatto nascere l’audio multi-room.

Se ci fate caso dopotutto, poche persone si lamentano dei loro “defunti” speaker multi-room di LG, Sony, Panasonic, Denon, Samsung, Pure o Yamaha perché non più supportati. In pochi lo fanno perché pochi si sono innamorati di questi prodotti e ancora meno hanno investito in essi nel corso degli anni come invece hanno fatto i possessori di device Sonos.

Il produttore americano, dal canto suo, ha difeso la fine del supporto funzionale per questi prodotti legacy dicendo che non hanno più caratteristiche tali a livelli di memoria e di capacità computazionali per supportare future innovazioni tecnologiche (come ad esempio l’audio hi-res, ancora assente nei prodotti Sonos). La verità però, a nostro parere, sta anche nella volontà da parte di Sonos di investire sempre più in ricerca e sviluppo per nuovi dispositivi e tecnologie e sempre meno nel supportare prodotti che, in alcuni casi (lo Zone Player ZP100), risalgono addirittura al 2005.

Certo, se poi si va sul forum ufficiale di Sonos è un susseguirsi di commenti molto negativi (per non dire insulti veri e propri), ma davvero ci si può aspettare che un qualsiasi brand tech possa supportare i propri prodotti all’infinito? Il dispositivo tra i più recenti fra quelli che da maggio non saranno più supportati è il Play:5 di prima generazione uscito sul mercato nel 2009, ovvero ben 11 anni fa. Ecco perché, nonostante tutto il clamore, non ci siamo stupiti più di tanto dell’annuncio di Sonos e lo abbiamo invece fatto (a più riprese) per i TV di LG o per altri evidenti e sfacciati casi di obsolescenza programmata.

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