Dal bestseller American Gods alla trasposizione televisiva il passo non è stato breve e il risultato davvero inaspettato. Da Sony Pictures HE distribuzione Universal
Nella prima stagione di American Gods conosciamo Shadow Moon (Ricky Whittle), afroamericano che sbarca il lunario con piccoli imbrogli ai tavoli da gioco nei casinò, dove si innamora della croupier Laura (Emily Browning) con cui convola a nozze. All’inizio della prima puntata Shadow si trova in prigione, scarcerato qualche giorno prima di concludere la detenzione per partecipare al funerale dell’amata moglie.
Sulla via verso casa incontra un misterioso ed eccentrico individuo, Mr. Wednesday (Ian McShane), che inspiegabilmente conosce tanto del suo passato e lo assume in qualità di guardia del corpo e autista. Shadow non ha la più pallida idea di chi sia veramente il suo datore di lavoro, all’inizio di un incredibile viaggio in cui il divario tra realtà e fantastico sarà sempre più labile, pericoloso, follemente imprevedibile.
Oscure, potenti, spietate, capricciose creature confuse tra i mortali. Divinità che esistono (forse) fintanto che l’uomo continua a crederci e pregarle? Chi sono? Da dove vengono? Dove vanno? Quali poteri possiedono? Perché sono sulla Terra ma soprattutto perché incombe una guerra tra due fazioni che lentamente vanno a schierarsi?
Erano in pochi a credere che il best-seller di Neil Gaiman del 2001 sarebbe potuto diventare una serie televisiva di successo, acclamata da critica e pubblico. Dubbi e perplessità ben presto si diradano facendo spazio alla certezza del rispetto nei confronti dell’articolato testo, di cui questa prima stagione di American Gods di 8 puntate racchiude (solo) le prime 100 pagine.
A fare la fortuna (artistica) della first season di American Gods il suo stesso creatore in veste anche di co-produttore, che ha potuto controllarla e seguirla in prima persona puntata dopo puntata. Le avventure di Shadow sono totalmente fuori dal comune, tra elementi surreali e un certo retrogusto lynchiano dove uno dei punti di forza sta nello stimolante tessuto narrativo multistrato, dove raramente ciò che si pone di fronte agli occhi dello spettatore è subito pienamente identificabile, paragonabile, connotabile.
Lo stupore di Shadow accomuna quello dei comuni mortali e quindi dello spettatore, comuni mortali spesso sacrificabili sugli altari di coloro che albergano a metà strada con l’ultraterreno, trascendendo la vita stessa. Le prime puntate sono strepitose, l’intera prima stagione lo è ma occorre scendere a patti con un ritmo quasi mai vorticoso, che chiede indulgenza e concentrazione per esser meglio compresa, specie nella seconda parte, ancor più vincente dopo una seconda visione.
Tra i memorabili interpreti lo stesso Ian McShane, carismatico attore britannico capace di lasciare il segno con un semplice sguardo: suo lo strepitoso personaggio del gelido criminale londinese in Sexy Beast di Jonathan Glazer (2000) ma anche nella recente serie western Deadwood.
C’è il poco decifrabile e infido Leprecauno (Pablo Schreiber), anch’egli apparentemente al servizio di Mr. Wednesday, il pericoloso antagonista totale Mr. World (Crispin Glover, lo ricordate in Ritorno al futuro?) al cui fianco è sempre presente il fido Technical Boy (Bruce Langley), il lurido e spietato Chernobog (un favoloso Peter Stormare), la mortale e sinuosa Bilquis (Yetide Badaki) a caccia di amanti da ‘fagocitare’ e certo non ultima Media, interpretata dalla fascinosa Gillian Anderson (X-Files anyone?) che muta tra icone del piccolo e grande schermo.
Immagini forti, a tratti grafiche, tra sesso, morte e schieramento di forze in campo, dove (finalmente!) il formato stesso dell’immagine è elemento di comunicazione, tutto schermo (1.78:1) oppure uno ‘spinto rettangolo’ (2.39:1) tra invenzione e ‘realtà’, terreno e ultraterreno, passato e presente. Una Perversa allucinazione da non perdere.
VIDEO
Per American Gods 8 puntate da 60 minuti circa l’una, equamente suddivise su 4 Blu-ray 50 Gb doppio strato, formato originale 1.78:1/2.39:1 (1920 x 1080/23.97p). Girato nativo digitale con Arri Alexa XT, non è dato sapere la risoluzione ma è presumibile un master 2K da cui si è partiti per la lavorazione del materiale Home Video.
Le premesse per un risultato d’eccellenza c’erano tutte, ma sin dalla sigla di apertura si nota subito qualcosa che non va: la visione alterna istanti di eccellente compattezza e grado di dettaglio sia in primo che secondo piano ad altri in cui si ravvisano inspiegabili crash delle sfumature in background, in parte inficiando anche la resa dei neri.
È come se il materiale fosse stato ripreso con diverso gamma senza l’opportuna conversione (a 2.2) prima dell’encoding AVC/MPEG-4. Un risultato poco affascinante specie in presenza di schermi di grandi dimensioni, senza rendere piena giustizia al lavoro dei cinematographer che si sono avvicendati nel corso della produzione. Da non escludersi una poco performante codifica video che ha dovuto fare i conti con 3 tracce audio lossless + 2 lossy ed extra.
La palette cromatica alterna momenti di grande saturazione e ricchezza colori ad altri in cui si tende a tonalità più fredde e meno morbide se non addirittura al bianco e nero con scala di grigi di sostanza, a questo va aggiunta l’iniezione di effetti in computer grafica anche corposi, integrati ma talvolta visivamente sconnessi dal contesto scenografico a rimarcare il tono allucinatorio del momento.
AUDIO
Almeno per questa serie TV c’è di che ascoltare grazie alla traccia DTS-HD Master Audio 5.1 canali che sostiene con ottima resa l’intero comparto sonoro, tra dialoghi, effetti e accompagnamento musicale spesso squisitamente contemporary jazz. Dinamica ed elementi discreti si fanno sentire in ogni puntata e anche il subwoofer fa la sua parte.
Sopra di poco l’originale inglese con medesima codifica, meglio il centrale e l’apertura in gamma medio alta, passaggi con più marcata sonicità. L’edizione italiana è parte di una parziale centralizzazione che non vede coinvolti gli Stati Uniti dal momento che la controparte a stelle e strisce ha codifica Dolby TrueHD 5.1 canali.
EXTRA
- Disco 1: Panel di discussione con cast e produzione al Comic Con 2016 (53 min). L’unico materiale veramente degno di nota e apparentemente assente dal box americano.
- Disco 2: 2 set di interviste in compagnia degli attori Ricky Whittle, Emily Browning e Ian McShane, breve focus sulla produzione (4′).
- Disco 3: approfondimento con Neil Gaiman (16′), focus su alcuni personaggi ‘New Gods’ (5′) e sulla trasposizione dal libro ‘Book vs Show’ (4′).
- Disco 4: 2 interviste separate agli interpreti Ian McShane e Bruce Langley, altro focus su alcuni personaggi ‘Old Gods’ (5′) mentre ‘Crocodile Bar 360’ consente una visita al set e relative scenografie. Sottotitoli in italiano ovunque.
Con notevole disappunto abbiamo scoperto che l’edizione americana di American Gods, benché composta da soli 3 BD-50, contiene una miriade di altri supplementi tra cui un documentario fiume di 147 minuti sulla produzione, visione picture-in-picture del finale di stagione, due linee commento alla prima puntata ‘Bone Orchard’ e, a quanto si evince dalle recensioni, con migliore qualità video. Un vero peccato!
TESTATO CON: Tv Hisense 4K H49M3000, Sony 4K KD55XE9305, UHD player Samsung UBD-K8500
Blu-ray disponibile su dvd-store.it
DTS HD-Master Audio 5.1 italiano
Extra Panel Comic-Con 2016
Extra incompleti rispetto edizione USA
Distribuito da: Universal
Durata: 459'
Anno di produzione: 2017
Genere: Fantascienza
Regia: Vari
Interpreti: Ian McShane, Gillian Anderson, Ricky Whittle, Emily Browning, Peter Stormare, Crispin Glover, Bruce Langley, Yetide Badaki, Pablo Schreiber
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Supporto: 4 x BD 50
Aspect Ratio: 1.78:1/2.39:1
Codifica Video: 1080p MPEG-4 AVC
Audio: italiano, inglese, castellano DTS-HD Master Audio 5.1
arabo, polacco DTS 5.1
Sottotitoli: italiano, inglese non udenti, ceco, olandese, polacco, spagnolo
© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.