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Tutto quello che c’è da sapere su Android 9.0 P

Android 9.0 P

Da alcune ore è disponibile la prima versione beta di Android 9.0 P destinata agli sviluppatori. Cosa dobbiamo aspettarci dall’erede di Oreo?

Con alcune settimane in anticipo rispetto al previsto, Google ha rilasciato la prima versione beta di Android 9.0 P destinata agli sviluppatori e installabile sugli smartphone Pixel. Vediamo cos’ha in serbo per ora l’erede di Android 8 Oreo e cosa dobbiamo aspettarci dalle future release che ci accompagneranno nei prossimi mesi.

Come sarà chiamato Android P?

Come è noto, Google ha sempre avuto un debole per i dolci quando si è trattato di nominare le versioni di Android ed ecco quindi nomi come Oreo, Nougat, Marshmallow, Lollipop e così via. Non si sa ancora che dolce sceglierà questa volta la grande G, ma si possono già fare alcune ipotesi. Bloomberg ad esempio riferisce che Google (almeno all’interno dell’azienda) lo sta chiamando Pistachio Ice Cream (gelato al pistacchio), ma quasi sempre queste denominazioni interne non rimangono tali una volta che il prodotto è uscito sul mercato in versione definitiva.

Onestamente pensiamo che Android 9.0 Popsicle (ghiacciolo) suoni molto meglio, ma potrebbero anche emergere nomi come Pie, Parfait, Praline o Panna cotta e, visti nomi come Oreo e KitKat, forse anche Android Pez potrebbe essere un’opzione.


Quando sarà rilasciato Android P?

Nel 2017 Android 8.0 Oreo è apparso molto prima di quanto previsto, con una versione beta lanciata a marzo (proprio come quest’anno) prima del rilascio completo ad agosto. Molto prima insomma rispetto alle versioni precedenti e questo dimostra come Google stia cercando, anno dopo anno, di far avere le nuove versioni del sistema operativo nelle mani degli sviluppatori e dei tester il prima possibile.

Potremmo vedere lo stesso tipo di timeline per il rilascio di Android 9.0 P. Google impiegherà alcuni mesi per ottimizzare le nuove funzionalità e apportare modifiche in base al feedback degli sviluppatori e si prevedono altre quattro anteprime (una a maggio, due a giugno e un’altra a luglio) prima del rilascio della versione finale 9.0 nel terzo trimestre 2018.

Come sempre però una nuova versione di Android rilasciata da Google per i suoi Pixel (e altri pochi fortunati) arriverà sulla stragrande maggioranza degli smartphone molto dopo. I produttori sono infatti ancora terribilmente lenti a supportare nuove versioni del sistema operativo; basti pensare che, a sei mesi dal rilascio, Android Oreo è installato a oggi solo sul 1.1% dei dispositivi Android.

Quali sono le principali novità di Android P?

A febbraio un report di Bloomberg affermava che Android 9.0 P avrebbe visto un rinnovamento visivo, con nuove icone e modifiche nel design per avvicinarlo ai dispositivi iOS. Tuttavia la nuovissima beta per gli sviluppatori non mostra ancora chiaramente questo avvicinamento ad Apple. Detto questo, è del tutto possibile che Google implementerà le modifiche più importanti nei prossimi mesi, piuttosto che distribuirle ora a un pubblico più ristretto di sviluppatori e utenti esperti.

Da quanto visto finora comunque, Android 9.0 offre supporto nativo per dispositivi con un notch nella parte superiore simile a quello di iPhone X (e saranno davvero tanti quelli in uscita nel 2018). L’attuale beta consente agli utenti di simulare il notch (che ospita la fotocamera anteriore e vari sensori) anche su un dispositivo standard con un tipico display rettangolare. L’Asus ZenFone 5 sarà uno dei tanti smartphone Android con il notch e la stessa scelta di design dovrebbe toccare anche al Huawei P20 e al Lenovo Moto X5.

Bloomberg ha anche suggerito che Android P supporterà form-factor più particolari come quelli degli smartphone pieghevoli o con doppio display, anche se per ora si tratta più di un rumor che non di una certezza. Questa prima build per sviluppatori ha portato per lo più piccole modifiche alla compatibilità e minori aggiunte di funzionalità. Parliamo ad esempio delle anteprime delle immagini nelle notifiche, dei pulsanti rapidi di SmartReply e della possibilità di salvare bozze di messaggi. Anche i canali di notifica vedono alcuni miglioramenti, oltre a vantaggi di accessibilità e supporto per il posizionamento all’interno delle mappe (come nei centri commerciali).

Android P aggiunge inoltre alcune modifiche alla privacy e alla sicurezza, migliora le prestazioni dal runtime ART e punta a migliorare anche il consumo energetico (e quindi la durata della batteria). Bloomberg ha infine riferito che Google Assistant dovrebbe ottenere ancora più rilevanza in Android P grazie anche a una sua più ampia integrazione all’interno delle app.

Quali dispositivi riceveranno Android P?

Per questa prima beta la compatibilità è limitata ai Pixel 2 e Pixel 2 XL attuali e ai Pixel e Pixel XL del 2016. Ciò significa che i modelli passati come il Nexus 5X, il Nexus 6P e il tablet Pixel C sono fuori dalla lista e Ars Technica ha confermato che questi dispositivi non riceveranno nemmeno la versione completa di Android P.

Per il resto è davvero troppo presto per fare supposizioni su quali smartphone (e soprattutto su quando) riceveranno il nuovo Android anche perché bisogna fare una netta distinzione tra brand, con Motorola ad esempio che è tra i più rapidi ad aggiornare i propri smartphone e con Samsung che invece è tra i più lenti. Non a caso i Galaxy S8 e S8+ hanno iniziato a ricevere Android Oreo solo in queste settimane dopo oltre sei mesi dalla sua uscita.

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