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AV1: conosciamo meglio il codec video del futuro

Ecco perché lo streaming video (anche in 8K) è destinato a fare i conti con il codec video AV1 e con la sua notevole efficienza

AV1 è uno standard video aperto ed esente da royalty con un sistema di compressione di ultima generazione che dovrebbe consentire enormi risparmi sull’efficienza dei dati senza ridurre la qualità video. Caratteristiche oggi sempre più importanti se si vuole ottenere il massimo rapporto tra qualità video e streaming di dati in un mondo fatto di frame rate più elevati, risoluzione 8K e vari standard HDR. Ecco perché (soprattutto in ottica futura) conviene conoscere meglio questo standard.

AV1 (AOMedia Video 1) è stato progettato come successore del formato HEVC (H.265) attualmente utilizzato per lo streaming di video in 4K HDR su piattaforme come Prime Video, Apple TV +, Disney Plus e Netflix. Lo sviluppo di AV1 si deve ad Alliance for Open Media, gruppo che annovera tra i suoi membri Amazon, Apple, ARM, Facebook, Google, Intel, Microsoft, Mozilla, Netflix, Nvidia e Samsung, che hanno lavorato assieme per creare qualcosa che aumentasse l’efficienza dello streaming senza influire sulla qualità. Ecco perché l’AV1 è (o meglio, sarà) un passo importante per la diffusione dello streaming video in 8K.

L’altro grande vantaggio per i giganti dello streaming è che AV1 è esente da royalty. Ciò significa che le piattaforme video, i produttori di dispositivi (e di riflesso anche gli utenti) possono evitare pagamenti di licenze precedentemente associati a codec come HEVC. Attualmente AV1 assicura una compressione fino al 30% più efficiente rispetto a HEVC, ma si prevede un ulteriore miglioramento nel corso del tempo. Tutto perfetto quindi?


Non proprio, visto che ci vuole molto più tempo per codificare i video in AV1 e ciò rischia di renderlo un formato ancora poco diffuso in questi primi tempi di adozione. Al momento il codec supporta flussi video fino a 8K-120 fps, con un bitrate massimo di 800 Mbps. La profondità di bit per il colore è disponibile in varietà a 8, 10 e 12 bit e con campionamento del colore fino a 4:4:4.

Ma al giorno d’oggi dove e come è stato sfruttato l’AV1? Google ne ha già implementato l’utilizzo su YouTube e ne richiede il supporto per visualizzare i suoi video in 8K tramite le app per smart TV. Anche Netflix ha avviato lo streaming di contenuti AV1 su alcuni titoli e ha già promesso che lo adotterà ancora più massicciamente in futuro. La piattaforma Vimeo ha adottato l’AV1 per gli stream del canale Stuff Pick, mentre Facebook ha promesso il lancio di AV1 e Twitch ha come target il 2022 o il 2023, con il supporto universale previsto per il 2024 o il 2025.

Per guardare contenuti in AV1, è necessario un supporto a livello hardware e software, ovvero a livello di dispositivi e di sistemi operativi. Al momento di scrivere, il supporto per AV1 non è ad esempio disponibile su MacOS o iOS. Android (dal 10 in poi), Chrome (dalla versione 70 in poi), Firefox e Linux possono decodificare i flussi video in AV1 e lo stesso vale per i dispositivi Windows 10 (una volta aggiornati) per alcune app di Windows.

av1

Qualsiasi dispositivo in grado di supportare AV1 integra un decoder AV1 a livello di chip (quindi hardware), tanto che la compatibilità con il codec non può essere aggiunta come aggiornamento del firmware per tantissimi dispositivi. Ciò significa che la stragrande maggioranza dei device attualmente sul mercato non è “AV1 Ready”.

I televisori 8K di LG delle gamme 2020 e 2021 sono compatibili con AV1 grazie al decoder integrato nel processore α9 e lo stesso vale per i TV 8K di Samsung più recenti: su tutti questi televisori è quindi possibile guardare i contenuti in 8K con questo codec tramite l’app di YouTube in versione WebOS (TV LG) e Tizen (TV Samsung). L’altro hardware è rappresentato dalle schede grafiche Nvidia GeForce RTX 3000.

Google ha inoltre annunciato che qualsiasi dispositivo che desideri utilizzare il sistema operativo Android TV 10 prodotto dopo la scadenza del 31 marzo 2021 dovrà avere un decoder AV1 integrato. Ciò lascia quindi intendere che a breve potremo trovare sul mercato nuovi set-top box e smart TV pienamente compatibili e qualcosa ci dice che anche i player del mercato più “riottosi” (con Apple in testa) si convertiranno a questo nuovo codec.

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