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Brainwavz B400: quando il design vince su tutto il resto

Brainwavz B400

Dal punto di vista ingegneristico i Brainwavz B400 sono dei piccoli portenti, ma una volta infilati nelle orecchie la storia è purtroppo ben diversa.

Periodo quanto mai ricco di novità per gli auricolari in-ear e così, dopo aver recensito i modelli wireless Soul Electronics Run Free Pro Bio e i Sennheiser Momentum True Wireless, ci concentriamo oggi sui meno conosciuti Brainwavz B400, in-ear cablati che in Italia [amazon_textlink asin=’B079JBV69F’ text=’si possono trovare a circa 180 euro’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’c10adf6b-ff7d-11e8-b216-359d0478f7dd’]. Una cifra importante per un brand non molto conosciuto dalle nostre parti, ma almeno sulla carta questi auricolari promettono grandi cose grazie a diverse caratteristiche tecniche interessanti.

Costruzione e funzioni

Ogni auricolare infatti integra un sistema a quattro driver, ciascuno dei quali focalizzato su uno specifico range di frequenza (uno per la gamma bassa, due per quella media e uno per quella alta). Gran parte di questi in-ear inoltre è stata stampata in 3D, consentendo agli ingegneri di creare ciò che Brainwavz descrive come “un design ergonomico impossibile da ottenere con i metodi di produzione tradizionali”. Parliamo inoltre di in-ear che nascono come monitor per musicisti, con tutto quello che ne consegue a livello di bilanciamento e schermatura.

Questa inventiva non va tra l’altro a scapito della praticità. Brainwavz infatti ha anche protetto la durata di vita dei B400 utilizzando cavi rimovibili con connettori MMCX. La loro utilità? Se il cavo dovesse rompersi, basta sostituirlo con un altro senza dover cambiare anche gli auricolari stessi. E l’eventualità che questi si rompano in qualche modo ci pare piuttosto remota.


La stampa 3D infatti ha creato un blocco-involucro monopezzo che trasmette immediatamente un forte senso di robustezza e si vede subito che Brainwavz non ha optato per una “plasticaccia”. I B400 sono inoltre dotati di cinque paia di gommini di ricambio e di due ricambi in memory foam, mentre i gancetti che scorrono dietro le orecchie sono leggeri e comodi tanto quanto sono pratici. Anche da questi piccoli particolari si denota la cura posta in fase di progettazione e produzione, sebbene per un prezzo simile i Brainwavz B400 debbano dimostrare anche invidiabili doti sonore. Ed è qui che iniziano a presentarsi i problemi.

Qualità audio

Essere infatti generosi riguardo al suono prodotto da questi auricolari è un compito piuttosto arduo. Ovviamente non parliamo di in-ear che si sentono male. C’è ad esempio un discreto livello di dettaglio in gamma media, che a conti fatti rimane il range di frequenza nel quale i B400 si sentono più a loro agio. Mentre non arriveremmo a dire che il suono è ricco, almeno non sembra troppo leggero e ristretto. Anche se il midrange si rivela all’altezza delle aspettative, per quanto riguarda il resto della presentazione i quattro driver promettevano molto di più di quanto poi non abbiano messo in pratica.

La mancanza di peso ad esempio è particolarmente deludente. Il basso suona infatti un po’ vuoto e con i bordi “smussati” e fa poco per dare il giusto impatto e la necessaria presenza alle canzoni. Gli acuti, nel frattempo, sono privi di qualsiasi ricchezza e troppo timidi per “cantare” davvero. Non vorremmo sembrare troppo severi, ma quello ascoltato tramite i B400 sembra più uno “schizzo” musicale piuttosto che un ascolto fatto e finito.

I mediocri livelli di dettaglio e un equilibrio timbrico passabile sono cose che possiamo ampiamente perdonare se la musica è presentata con verve ed entusiasmo. I B400, sfortunatamente, fanno ben poco per riscattarsi anche su questo e altri versanti. Ritmicamente ad esempio, per auricolari in-ear da 180 euro, i B400 sono abbastanza deludenti.

È una questione di timing e organizzazione e nessuno dei due aspetti sembra riguardare indebitamente i B400. I batteristi alle prese con semplici tempi in 4/4 suonano come se avessero passato il pomeriggio al pub, mentre tutto ciò che è ritmicamente più complesso appare quasi dilettantistico. Ogni strumento sembra prendere la propria strada, barcollando verso la fine di ogni traccia senza alcun entusiasmo per la destinazione. Questi Brainwavz non sono privi di espressione dinamica (ci sono parti di brani che sono più cariche e aggressive di altre e ce ne accorgiamo chiaramente), ma nel complesso il tutto suona troppo serioso e compassato.

Verdetto

Evidentemente Brainwavz ha i suoi ammiratori e l’azienda mostra con orgoglio molti commenti favorevoli sul suo sito web, ma i B400 sembrano più un esperimento di ingegneria che non auricolari davvero interessati alle prestazioni sonore. Questo non vuol dire che l’innovazione mostrata nel design e nella produzione di questi in-ear non abbia valore, ma facciamo davvero fatica a essere d’accordo con i commenti entusiastici letti online una volta che infiliamo i B400 nelle orecchie.

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
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Sommario

Dal punto di vista ingegneristico i Brainwavz B400 sono dei piccoli portenti, ma una volta infilati nelle orecchie la storia è purtroppo ben diversa.

Pro
Design sofisticato
Cavo rimovibile
Gamma media discreta

Contro
Dinamicamente piatti
Bassi troppo soffici e leggeri
Resa audio nel complesso deludente

Scheda tecnica
Driver: Quad Balanced Armature
Impedenza: 30 Ohm
Risposta in frequenza: 10-40kHz
Sensibilità: 115dB
Cavo: MMCX
Pezzo: 179 euro
Sito del produttore: www.brainwavzaudio.com

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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