Editoriali Tendenze

Appassionare i giovani all’hi-fi… la soluzione, l’ampli PRO

ampli PRO
CV, in patria, ha attratto molti giovani trasferendo, con successo, componenti PRO ad un utilizzo casalingo. Una visione che potrebbe essere attraente per i giovani anche nel nostro Paese.

Tanta potenza, facilità d’uso in un prezzo abbordabile

Giovani e hi-fi: un argomento convulso, poche le risposte chiare. Per molti si tratta di un mercato inesistente. I giovani non sono interessati all’audio di qualità, ai componenti separati, ai prodotti hi-fi dai prezzi impegnativi. Spesso neanche alla musica, almeno a quella che, forse poco democraticamente, consideriamo adatta allo scopo. Per altri, all’opposto, vi sarebbe un rinascimento fra i giovani della passione per l’alta fedeltà, soprattutto nella fascia dei trentenni. Quasi tutti, comunque, considerano il nostro Paese come un mercato vetusto e vedono gli esteri con maggiori possibilità di ricezione fra le nuove generazioni. Ma allora, quale può essere la ricetta per fare appassionare i giovani all’hi-fi? Di certo non quella di offrire contenuti esosi e d’ardua comprensione. Perché allora non offrire il più possibile alla cifra minore? Magari tramite un ampli PRO.

Ritorniamo a parlare di ampli PRO. Non ci stancheremo mai di ripeterlo, ma abbiamo la certezza di come nel nostro Paese, oltre ad essere dominati da una straripante retorica ormai diffusasi ovunque, si pecchi anche di etnocentrismo. Esatto: proprio quel pregiudizio ove le persone credono che la loro cultura o concezione sia quella imperante, o almeno quella di riferimento anche nel resto del mondo. Che essa sia una norma ovunque accettata e riconosciuta. Cosa c’entra l’etnologia con l’hi-fi? Semplice: quanto descritto avviene, in una buona dose, anche per l’alta fedeltà.

ampli PRO
Kondo Souga: ampli valvolare giapponese. Un gioiello, un mito fra i valvolari. L’hi-fi, però, non può essere solo questo. Specialmente per chi, questa passione, deve scoprirla.

Alta fedeltà come lusso: una nostra ideologia

Abbiamo posto la seguente domanda: che cos’è, in Italia, l’alta fedeltà a diversi addetti ai lavori. Le risposte hanno, perlopiù, dimostrato come, nel nostro Paese, l’hi-fi, sia una passione dedita all’eccellenza. Per molti, prodotti che sarebbero altrove un lusso, nel nostro sono primi-prezzi, sono entry-level.

Questo non fa il bene del nostro segmento


Viziati da un’alta fedeltà tutta italiana, dominata dagli eccessi e dal blasone, dove, almeno per molti, si crede che solamente i prodotti esoterici e blasonati rispondano al significato di hi-fi, l’audiofilo italiano si è convinto di come l’hi-fi sia, dapprima, esaltazione del lusso e poi fedeltà musicale. Chiaramente questo è dipeso, almeno per un paio di generazioni di appassionati, dalla tipologia d’informazione e dal mito di fondazione edificato sull’idea d’alta fedeltà. Non si tocchi, però, l’usato: quello è aureo anche quando all’epoca in cui era nuovo era considerato pessimo!

Ammesso che queste ideologie siano riconosciute da buona parte degli appassionati, cosa che, comunque, non crediamo, come si può credere che i giovani si appassionino a questi prodotti?

ampli pro
Crown XLS1502: un ampli pro che spopola in USA, anche per utilizzi hi-fi casalinghi e molto apprezzato fra le giovani generazioni.

In un settore dove in Italia i giovani appassionati sono pochi, dove c’è uno scarso ricambio generazionale, dove i brand trovano sbocchi sempre più nei giovani mercati esteri cosa ne sarà della nostra realtà hi-fi?

Per alcuni, un lusso arroccato nei prodotti di eccellenza, possibili a pochi. Non c’è da dare torto, vista una fascia media dove, molti venditori, per stessa ammissione, investono e credono poco. Luoghi nei quali i giovani non mettono piede, forse perché non sono familiari, non hanno i prodotti che loro cercano o almeno cercherebbero.

E se l’hi-fi diventasse più professionale? E se si diffondesse l’uso, ovviamente non fra gli appassionati facoltosi, ma fra giovani e casual-listeners, degli ampli PRO?

Abbiamo già visto che tipo di prodotti siano: certamente non per appassionati navigati, forse non per audiofili nel senso della parola, ma oggi, dire hi-fi, per attirare un nuovo pubblico, può anche significare qualcosa di leggermente diverso, purché la musica sia sempre il fine e ci tenga lontani da musica compressa in auricolare.

Oggi, un buon ampli PRO potrebbe essere la risposta giusta per chi volesse musica forte, potente e chiara, ma ad una cifra, in rapporto, abbordabilissima. Anche sotto i 400 Euro, per capirci.

Insomma, non possiamo di certo pretendere che un giovane sia attratto da componenti separati hi-end dalle svariate migliaia di Euro di costo unitario solo per ottenere di qua un poco più di medi e di là un alto più naturale. Il giovane cerca, naturalmente, altro e l’industria dell’alta fedeltà, se non vuole correre il rischio di divenire una nicchia calcata solamente da prodotti arcani nel prezzo e nei contenuti, deve capire cosa può avvicinare le giovani generazioni.

È chiaro: implementare un ampli pro in un impianto, diciamo, hi-fi, potrebbe essere solo una delle molteplici vie, ma questo potrebbe essere utile per avvicinare un giovane alla musica ben ascoltata. L’obiettivo è, in sintesi, fare crescere la passione nell’individuo e, ne siamo certi, man mano che le sue possibilità di spesa aumenteranno, lo stesso sarà per il suo sistema hi-fi.

Un sistema che, allora, potrà diventare realmente hi-fi come noi lo intendiamo. Ma senza qualche compromesso e senza un percorso, magari caratterizzato proprio dalla presenza di un ampli pro duro e semplice, si rischia che nessun giovane si affacci alla porta dei brand più blasonati. La questione sarà, a quel punto, di vita e di morte e non solo più di gusti, orecchio e snobismo.

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