GPU e schede grafiche sono sempre più un maledetto miraggio, esclusiva per pochi ricconi. Che sta succedendo al mercato?
Vuoi una GPU? Ti costa mezzo rene. Di fatto da mesi non è solo il peggior momento per comprare o assemblare un game computer ma anche trovare una PS5 o un Xbox Serie X. ASUS ha annunciato l’arrivo in Italia della nuovissima serie di schede grafiche basate sulle ultime GPU NVIDIA GeForce RTX 3080 Ti e GeForce RTX 3070 Ti.
In particolare la scheda GeForce RTX 3080 Ti offre un incredibile balzo in avanti in termini di prestazioni e fedeltà con funzionalità acclamate come ray tracing, intelligenza artificiale che migliora le prestazioni NVIDIA DLSS, riduzione della latenza NVIDIA Reflex, funzionalità di streaming NVIDIA Broadcast e memoria aggiuntiva con ulteriore rapidità delle applicazioni di produttività più popolari.
Miglioramento anche per la GeForce RTX 3070 Ti, con più core CUDA, RT e Tensor. Mostruosa l’ingegnerizzazione con un waterblock personalizzato a copertura totale trasferisce il calore dalla GPU e dalla memoria GDDR6X direttamente in un circuito di raffreddamento a liquido anziché all’interno del case. Il liquido di raffreddamento passa attraverso tubi flessibili extra lunghi da 600 mm a un radiatore da 240 mm.
La lunghezza di questi tubi combinata con l’ampia compatibilità del radiatore da 240 mm, permette di installare con sicurezza la ROG Strix LC GeForce RTX 3080 Ti anche nelle configurazioni più complesse. Versatilità che consente anche di trovare il miglior percorso del flusso d’aria, il radiatore può essere montato nella parte superiore del case per consentire di espellere il calore bypassando completamente l’interno del case, o nella parte anteriore con le ventole configurate verso l’interno.
Queste e qualsiasi altra scheda grafica prodotte nell’arco degli ultimi 24 mesi sono sempre più un sogno impossibile, con prezzi totalmente impazziti che da listini di 3-400 euro quando le si trova sono richiesti 8-900 euro arrivando a superare agilmente anche quota 2.000 euro per una GPU RTX 3080 Ti (per una 3090 si va oltre i 3.000€). Colpa della pandemia, dello scarso approvvigionamento delle materie prime e il conseguente rallentamento nella produzione? In parte si. Anche perché le aziende sono costrette a rivolgersi a terze parti per acquisire elementi fondamentali per la fabbricazione di dispositivi a semiconduttore per poi giungere alla realizzazione di circuiti integrati e chip di uso comune.
Un processo di creazione che prevede l’uso di tecnologie fotolitografiche e chimico-fisiche, quando i circuiti elettronici sono gradualmente realizzati su un substrato, detto “Wafer”. Il silicio è il semiconduttore più comunemente usato, anche se non è l’unico, dove anche in questo caso la scarsità ha contribuito alla vertiginosa salita dei costi di produzione. Con l’industria della componentistica in costante sofferenza dopo oltre 18 mesi in cui il virus ha seminato il panico su scala mondiale questi sono mesi in cui tutti fanno i conti con brutale speculazione. Veri e propri gruppi di acquisto hanno aggredito il mercato attraverso corsie preferenziali operando acquisti di interi lotti di schede grafiche, rendendole sempre meno rintracciabili e per questo facendone salire alle stelle il prezzo.
Speculazione di alto livello dove solo alcuni Paesi sensibili hanno tentato un’operazione di arginamento, con maggiore controllo, diversa regolamentazione e costringendo ad attuare politiche assurde come quella delle “lotterie”, dove l’assegnazione delle partite avviene in misura casuale. Va da sé che tale filosofia speculativa potrebbe applicarsi anche in altri ambiti, con la solita equazione del profitto di pochi ai danni di molti. Tali operazioni hanno avuto luogo anche per la costante spinta e crescita delle criptovalute e del cosiddetto “mining”. Problematiche esistenti ancor prima della pandemia, piuttosto lontane da spiegazioni fin troppo semplici, quando qualcuno provato a giustificare lo sbilanciamento del mercato dicendo che in fondo si trattava di un errore da parte dei grossi produttori di semiconduttori, che hanno sottostimato la domanda del mercato. Magari.
Il danno più grande è imputabile al “Mining”, non esclusivamente ma principalmente legato al “Bitcoin Mining”, che tradotto significa creare denaro (anche se virtuale), ottenere Bitcoin. I Bitcoin vengono estratti dai “minatori” all’interno dei blocchi di transazioni detti “miniere”, potenti centri di calcolo che rendono valide le transazioni generando un nuovo ammontare di Bitcoin che va ad aggiungersi alla base valutativa mondiale. Ogni giorno in rete viene a crearsi un certo numero di Bitcoin, distribuiti online in misura casuale e per aumentare la probabilità di riceverli occorre un sistema con superlativa potenza di calcolo, quella che principalmente deriva dallo sfruttamento del potenziale elaborativo delle schede grafiche.
Già nel 2013 sono sorti dei luoghi (Farm) con massiccia presenza di server e schede grafiche, ma nel tempo si sono formati team di miner, gruppi dove ciascun componente cede una parte delle risorse del proprio hardware per contribuire alla soluzione degli algoritmi e guadagnare Bitcoin. Più potenza di calcolo significa più probabilità di estrazione. Nel frattempo chi è alla ricerca di una scheda grafica per il proprio computer continua a boccheggiare, appannaggio di coloro che possono permettersi l’esborso anche del triplo del prezzo di mercato. Se poi lo scopo fosse solo quello di videogiocare, alla luce di quanto detto si tratterebbe ancor più di un lusso per pochi “raffinati”.
Non tutto però è perduto. Le stime degli analisti solo poco tempo fa prevedevano un difficile ritorno a un più giusto equilibrio tra domanda e offerta entro la fine di quest’anno, e qualcosa in tal senso pare muovere nella giusta direzione sia nel vecchio continente che negli Stati Uniti. Tiepidi segnali che forse l’attenzione degli speculatori si sta spostando altrove o forse che il volume dell’offerta ha ripreso a crescere. Fatto sta che per una GPU NVIDIA GeForce RTX 3080, con prezzo consigliato a pubblico attorno alle 700 euro, ora ‘bastano’ circa 1.500 euro e non più 2.200 euro di un paio di mesi fa.
Sarà, ma non più di qualche giorno fa in quel di Dallas in Texas, la notizia dell’arrivo di una sessantina di pezzi di questa scheda ha generato grande nervosismo tra coloro che si sono messi in coda e i soliti furbetti che la coda la volevano saltare, nella speranza di riuscire ad accaparrarsene un pezzo. Link ad Asus.
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