Dopo qualche accenno di teoria cui ha fatto seguito la realizzazione pratica di un piccolo ed estremamente economico sistema in linea di trasmissione, siamo infine giunti all’ascolto, circostanza che come anticipato non ha mancato di sorprenderci in merito al risultato.
Cosa aspettarsi dunque dall’ascolto di questo piccolo sistema? Prestazioni eccezionali a basso costo? La quintessenza della qualità audio a portata di mano? Il classico ammazza giganti in grado di generare l’ennesima (e sovente sterile) polemica?
Assolutamente no, d’altronde non era certo questo che si proponevano gli articoli pubblicati di recente – ovvero rappresentare qualcosa di assoluto raggiungibile da chiunque – solo una qual certa divulgazione di un sistema di carico poco frequentato ma interessante.
Quindi, accompagnati da quell’ansia sottopelle inevitabile quando si tratta di fare un test – e l’ascolto lo è certamente – eccoci qui a verificare direttamente con le nostre orecchie una realizzazione DIY assolutamente economica – il tutto è costato circa 150 euro! – in grado comunque di regalare piacevoli momenti musicali.
Come detto, il sistema prende vita a partire da un kit a due vie proposto dalla dinamica azienda GROUND ZERO, di origine teutonica e piuttosto nota nell’ambiente dell’audio in auto, produttrice di parecchi sistemi car anche di costo non esattamente economico, in ogni caso mediamente caratterizzati da un elevato rapporto q/p.
Nella fattispecie il kit denominato GZIC 165.2, le cui caratteristiche tecniche dichiarate – oltre all’interessante prezzo di vendita – sembravano essere adatte per questa realizzazione.
Di conseguenza quindi, il diffusore dovrebbe avere una risposta in frequenza compresa tra 50Hz e 20KHz, un’efficienza pari a 91 decibel ed impedenza di 4 Ohm, tipici dei diffusori per uso in auto, anche se nel presente caso la loro destinazione è stata differente.
La scelta di questo kit si è basata sul presupposto che gli altoparlanti per auto sono solitamente indirizzati ad operare in volumi anche molto grandi – sufficiente pensare all’installazione sulla cappelliera con affaccio diretto nel bagagliaio, dove 200/300 litri sono la regola – ragione per cui i parametri elettromeccanici sono coerenti con questa destinazione d’uso.
Per cui, un sistema aperto come la TL è sembrato opportuno quale carico acustico del woofer; non secondaria poi la curiosità di verificare le prestazioni del suddetto kit una volta installato in un contesto alquanto diverso dallo sportello di un’auto o altra idonea posizione.
L’impianto al quale sono stati collegati i diffusori è composto da un lettore MARANTZ SA-7001 cui si associa un amplificatore a tubi LINE MAGNETIC LM211ia in grado di fornire 15 oppure 32 w/ch in funzione della sua configurazione (triodo/UL); in ogni caso per avere più potenza era altresì disponibile un MAGNAT MA900, non certo avaro, soprattutto su 4 Ohm dove si spinge oltre i 200 w/ch.
Iniziamo assicurandovi che i 15 watt del LM sono risultati perfino sovrabbondanti – probabilmente anche a causa dell’elevata efficienza degli altoparlanti – e che al massimo ci siamo spinti a sfruttare i 32 forniti in ultra-lineare, il buon MAGNAT non è quindi stato chiamato in causa.
Prima dell’ascolto vero e proprio ci siamo divertiti a saggiare a colpi di sinusoidi di bassa frequenza la risposta dei diffusori – non era proprio possibile evitarlo! – ed è stato alquanto sorprendente ascoltare la quantità e soprattutto la qualità del basso da questi riprodotto, pieno e corposo come forse non ci saremmo nemmeno aspettati, considerando che fino a 45 Hz la risposta è ben presente.
Non un basso sovrabbondante e/o gommoso, esagerato e preponderante ma un basso la cui estensione induce davvero a considerare quanto il cabinet possa influire sul risultato finale, tanto che con certi diffusori – a parità di altoparlanti – sarebbe possibile un upgrade con la sola scelta di un diverso carico acustico.
Può apparire scontato ma non è detto lo sia: talvolta per questioni commerciali si è costretti a rinunciare “al meglio” in funzione “del più conveniente”, aspetto che questo tipo di realizzazione evidenzia in modo quasi emblematico.
Passando alla selezione musicale, non potevamo tralasciare di effettuare gli ascolti con alcuni dei nostri cavalli di battaglia preferiti – maggiormente in tema di basse frequenze – ragione per cui il compito di aprire le danze è stato demandato al Joshua REDMAN Quartet ed al suo Moodswing, dove già probabilmente sapete che le iniziali note di contrabbasso sono da noi considerate alquanto significative circa la riproduzione di questa gamma.
Ed ovviamente non rimaniamo delusi, anzi, la fermezza e l’energia colpiscono anche in relazione alla mole dei due diffusori, non propriamente gigantesca.
Ci godiamo quindi l’album quasi per intero per poi – in un vero e proprio impeto di cattiveria – inviare ai malcapitati le tracce della colonna sonora di BRAVE HEART, altro capolavoro la cui parte percussiva è a dire poco dirompente.
Fatta la tara in relazione alla cifra investita c’è davvero di che restare sorpresi, essendo la prestazione non troppo distante da quella di esponenti di costo e censo ben più elevati.
La parte alta dello spettro, tra l’altro, è molto ben riprodotta e totalmente priva di asprezze o eccessiva sovraesposizione; in altre parole, si avverte la presa di fiato del flautista senza disagio per le orecchie, circostanza che evidenzia un dettaglio senza sbatterlo in faccia all’ascoltatore.
Conclusioni, considerazioni, riflessioni.
La realizzazione di questo progetto è stata certamente molto istruttiva, soprattutto considerando il costo estremamente contenuto di tutta l’operazione, oltre a ciò, la possibilità di poter dire questo l’ho fatto io!
In generale non è davvero possibile lamentare alcunché: realizzazione molto semplice, ingombro ridotto, prestazioni per dati versi anche sorprendenti per un ascolto certamente soddisfacente ad un costo concretamente quasi ridicolo, pertanto, se avete voglia e tempo di sperimentare questa potrebbe essere un’ottima occasione!
Come al solito, ottimi ascolti!!!