Con il passaggio di un brand importante come Bowers&Wilkins da Audiogamma a Marantz Italy, il panorama dei distributori hi-fi italiani è destinato a cambiare non poco. Ecco perché
Il 2023 della distribuzione italiana in ambito Hi-Fi si è aperto con la notizia del passaggio di Bowers&Wilkins da Audiogamma a Marantz Italy. Un passaggio di consegne che, per certi versi, non è arrivato del tutto inatteso, considerando che Bowers&Wilkins fa oggi parte del gruppo Masimo Consumer (fino a poco tempo fa noto come Sound United), che comprende anche altri brand di primo piano del mercato Hi-Fi come Marantz, Denon, Classé, Definitive Technology, Polk Audio e Boston Acoustics.
Audiogamma negli scorsi anni aveva perso anche la distribuzione di Denon e Polk Audio (entrambi confluiti sempre nel listino di Marantz Italy) ed era quindi molto probabile che prima o poi anche B&W, passata sotto l’egida di Sound United nel 2020, trovasse una nuova casa per la distribuzione italiana per i suoi prodotti.
Così è avvenuto a inizio anno e per Audiogamma, distributore storico del nostro Paese, si è trattato certamente di un duro colpo, considerando quanto fosse importante avere a listino un brand come Bowers&Wilkins, tra i più importanti e rinomati a livello mondiale nel mercato dei diffusori ma non solo (si pensi solo alle cuffie, agli auricolari, alle soundbar o agli speaker attivi come il mitico Zeppelin del 2007), che nel 2017 è diventato tra l’altro il partner ufficiale degli Abbey Road Studios per cuffie e diffusori.
Audiogamma continua ad aver a listino altri brand sicuramente importanti (su tutti Rotel, Pro-Ject, Arcam, JBL-Harman, Mark Levinson ed Esoteric), ma la perdita di B&W si farà sentire non poco e difficilmente i nuovi ingressi degli ultimi mesi (Cabasse, Perlisten, SME, Canor) riusciranno a riequilibrare una perdita così importante.
La seconda conseguenza di questo passaggio di consegne è che Marantz Italy, della cui costellazione fanno parte anche Green Sounds e HIFI United, acquisisce ancora più peso nell’equilibrio distributivo italiano. Non solo infatti può contare su un’accoppiata da favola quando si parla di elettroniche e componenti Hi-Fi come quella formata da Denon e Marantz, ma da oggi distribuisce anche un gigante dei diffusori come B&W.
Senza contare che quando si parla di Green Sounds e HiFi United, si parla anche di Q Acoustics, Totem Acoustic, Rega, Focal e Naim, ovvero di brand di primaria importanza nel campo dei diffusori e cuffie (Focal), giradischi (Rega) ed elettroniche di fascia alta (Naim). Difficile dire come questo cambio di paradigma (indebolimento di Audiogamma e rafforzamento di Marantz Italy) influirà sul consumatore finale.
Una possibile conseguenza tangibile anche in tempi brevi potrebbe derivare dal cambio di assistenza per i prodotti B&W, che passando da Audiogamma a Marantz Italy potrebbe portare a un miglioramento così come a un peggioramento dei tempi e dell’efficacia nella riparazione o sostituzione, ma non avendo mai avuto a che fare direttamente con l’assistenza di nessuna delle due aziende non possiamo sbilanciarci. Anche per i prezzi dei prodotti B&W al cliente finale è troppo presto per prevedere un cambiamento in meglio o in peggio con il cambio di distributore.
Un rischio ancora più concreto potrebbe essere quello della cannibalizzazione interna alla galassia di Marantz Italy. Quando infatti un distributore si ritrova con un brand di primissimo piano, scatta (quasi) automaticamente il rischio che concentri tutta la sua potenza di marketing e di influenza proprio su quel nuovo brand, iniziando così a trascurare (o comunque a non supportare come prima) altri marchi di seconda o terza fascia, soprattutto se si parla di prodotti all’interno di una stessa categoria proprio come i diffusori.
La cosa certa è che gli equilibri di forza del nuovo panorama distributivo italiano sono cambiati, con la galassia di Marantz Italy ancora più forte, Audiogamma indebolita e il gruppo MPI Electronic-High Fidelity (McIntosh, Klipsch, Monitor Audio, Sonus Faber, Tannoy, Accuphase, ClearAudio) che invece rimane “stabile” come altra principale realtà distributiva del nostro Paese. Sempre che qualche altro “passaggio” di mano di brand importanti non scompigli ulteriormente le carte in tavola.
E non bisogna nemmeno sottovalutare il modo in cui questo oligopolio di fatto già esistente, e ulteriormente rafforzato dalla nuova distribuzione di B&W, caratterizzerà l’andamento del mercato interno dell’alta fedeltà da qui in poi. Che conseguenze ci saranno sui prezzi al pubblico, sul rapporto con i negozi, sulla forza di altri distributori nel far conoscere brand nuovi e promettenti e sulla capacità dei distributori più piccoli nel “farsi sentire” e nel trovare spazio tanto nei piccoli negozi specializzati, quanto nella grande distribuzione?
Già in questo articolo sottolineavamo come grandi passaggi di brand di primissimo piano a gruppi con un catalogo già molto ampio e importante creino inevitabilmente squilibri nella distribuzione. I brand più noti e importanti non possono essere presenti solo in pochi negozi perché hanno necessità di fare fatturati importanti e questo vuol dire “vendere a tutti”, con il relativo crollo del prezzo al pubblico dovuto alla concorrenza tra punti vendita. E, fidatevi, questa corsa al ribasso non ha mai portato bene al mercato hi-fi.
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