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L’impianto migliore

impianto migliore

Nell’articolo precedente parlavo di quantità e qualità, privilegiando chiaramente la seconda sulla prima.
Ora voglio fare alcuni esempi pratici per costruire l’impianto migliore cominciando da un’impostazione generale, cioè prima di tutto chiarendo la differenza tra gli impianti classici degli Stati Uniti e quelli europei, nati in Inghilterra prima e diffusi poi nel resto d’Europa.

L’impianto USA era sostanzialmente diffusore grande (JBL, Klipsch, Polk Audio ecc.), amplificazione potente, cioè preamplificatore e finale, sorgente giradischi e CD player. Un po’ il concetto delle “muscle car” con tanti cavalli e motori potenti.
L’impianto classico “made in UK” era invece formato da diffusori piccoli (KEF, Proac, Rogers, Linn ecc.), i classici bookshelf, ed un amplificatore integrato (Arcam, Rotel, Marantz ecc.), completati da giradischi (Linn, Rega) e CD player Marantz o Nad, citando solo alcuni esempi.

Perché questa differenza?


La risposta è nella costruzione delle case tipiche USA e quelle europee. Le prime hanno il “living” cioè un ambiente grande che comprende quello che noi chiamiamo salotto e cucina, l’impianto quindi si rivolge ad un ambiente grande.
Non così nelle case europee, dove gli ambienti sono generalmente più piccoli e l’ascolto è di tipo ravvicinato, ecco il perché di diffusori che si adattano ad ambienti più ridotti.
Segnalo che oggi la tendenza generale, anche negli USA, è di sviluppare diffusori più piccoli con caratteristiche di alta qualità. Questo perché la grande urbanizzazione, unita a prezzi elevati nel costo delle case, offre appartamenti più piccoli e quindi più vicini alla situazione europea.

Un esempio chiaro di quanto sopra detto, è il caso della Wilson Audio, nota per diffusori sicuramente importanti, che ha presentato come ultimo modello le TuneTot, un classico bookshelf stile UK.

In altre parole, ritengo che per il mercato italiano, ed in particolare per le nuove generazioni, sia consigliabile orientarsi verso prodotti che siano facilmente collocabili in ambienti domestici e di costo non “stellare”.

A titolo di esempio suggerisco tre sistemi con fasce di prezzo che considero accettabili come impianto di inizio ma anche definitivo. Conosco vecchi audiofili che dopo aver provato tutto, ritornano alle “origini”, impianti semplici ma ben funzionanti.

Ecco gli impianti:

 

Denon PMA 520 AE + Project Primary E + QAcoustic 3010, circa 700 euro

 

Marantz PM5005 + Rega P1 + ELAC Debut B6.2, circa 950 euro

Marantz PM 7000N + Rega P2 + B&W 606, circa 2500 euro

Sono solo alcuni esempi per indicare come con delle cifre accettabili (pensate a cosa si spende per alcuni smartphone…) si possano formare degli impianti ben suonanti che facciano capire chiaramente cosa vuol dire ascoltare la musica nel modo migliore in casa propria.

A proposito di smartphone, nel prossimo articolo, parlerò di alcune iniziative volte a coinvolgere le nuove generazioni all’ascolto di qualità.

© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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