Mentre Universal rilancia su grande schermo l’omonima icona del passato, in Home Video l’uscita della trilogia con Brendan Fraser nell’inedita pubblicazione UHD che speriamo non sia l’ultima…
Trilogia de “La Mummia”, tre film dedicati all’avventuriero Richard “Rick” O’Connell (Brendan Fraser), belloccio ex ufficiale legionario coinvolto nelle avventure archeologiche dell’egittologa Evelyn Carnahan (Rachel Weisz / Maria Bello) e del fratello pasticcione Jonathan (John Hannah).
Nel primo film “La Mummia” (1999) Rick dovrà vedersela con l’antico sacerdote egiziano Imhotep (Arnold Vosloo), amante segreto della compagna del Faranone Seti I, assassinato dopo aver scoperto la tresca cui segue il suicidio della donna. Nonostante la maledizione Imhotep ritroverà forma fisica al fine di riabbracciare l’amata ma occorrerà contrastarlo e impedire il rischio di distruzione del pianeta.
Nel secondo “La Mummia – Il ritorno” (2001) Rick ed Evelyn, sposati e con prole al seguito, assieme al di lei fratello assistono al ritorno dal regno dei morti di Imhotep e del Re Scorpione (Dwayne Johnson), entrambi indaffarati a ‘evadere’ dalle rispettive maledizioni.
Nel terzo e ultimo capitolo “La Mummia – La tomba dell’Imperatore Dragone” (2008) a tornare in vita è l’antico e spietato imperatore cinese Qin Shi Huang (Jet Li) e il suo esercito di mummie, deciso a guadagnare l’immortalità e riconquistare la Cina in combutta con un alto ufficiale dell’esercito.
Riprendere in mano la trilogia della Mummia, sorta di rivisitazione postmoderna dell’iconico personaggio Universal anni ’30, mi ha lasciato inizialmente interdetto: davanti alle immagini del primo film ero convinto fossero legate a una produzione del primo lustro anni ’90, tanto meno facevo così recenti i successivi due.
Tre avventure di cassetta mescolando ironia, azione ed elementi in copia carbone di opere di genere di ben altra levatura, su tutte la saga dei Predatori da cui gli sceneggiatori hanno attinto anche a piene mani, con inevitabili déjà vu: come le immagini che scorrono all’inizio del terzo film nel locale notturno ‘Imhotep’ di proprietà di Jonathan e che mi hanno ricordato particolari del prologo di Indiana Jones e il tempio maledetto. Notevole il cast, dove purtroppo il ruolo della Weisz sempre nel terzo film passò di mano a Maria Bello mentre ricordiamo che La Mummia – Il ritorno nel 2001 contribuì a sdoganare su grande schermo il possente Dwayne “The Rock” Johnson.
Tre storie molto classiche, nulla di nuovo sotto il sole ma nel complesso per gli amanti del genere il divertimento non manca. Debolezze insorgono nelle sceneggiature con cali di ritmo, specie dei primi due, mentre “Il ritorno” contribuisce a fornire un più ampio quadro storico dei personaggi principali, in particolare sull’antenata dell’egittologa Evelyn.
Nonostante la computer grafica già verso il 2000 avesse fatto passi da gigante, quanto messo in gioco nelle tre produzioni a distanza di meno di un ventennio risulta maledettamente finto e meno digeribile anche grazie al contributo di queste prime versioni UHD, spingendo lo spettatore a un sogno a occhi aperti (troppo) forzato e col rischio di inferiore livello di gradimento complessivo: un esempio su tutti l’uomo-scorpione, le cui fattezze e realismo all’epoca saranno anche stati giudicati positivamente mentre oggi come oggi si avvicinano al massimo a quelle di un boss finale da videogame su console next-gen.
VIDEO
I tre film della trilogia de La Mummia sono stati girati interamente in analogico su pellicola 35 mm mentre colleghi giornalisti stranieri hanno tentato invano di contattare la Major per scoprire la natura dei master impiegati per la produzione UHD. Opere che nel corso del tempo hanno beneficiato di editing su DVD, HD-DVD (i primi due) e Blu-ray. Tre BD-66 doppio strato, come era lecito attendersi il primo e più vecchio è anche quello tecnicamente più critico, mettendo ancor più in evidenza grana di fondo e trucchi ottici dell’epoca come matte painting a completamento scenografico.
A confermare l’ipotesi di riutilizzo di master datati l’altalenante livello di contrasto e particolari in secondo piano con passaggi più soft. HDR-10 e wide color gamut per il miglioramento della palette cromatica e la debole sensazione di sostanziali differenze con la controparte Full HD. Per tutti e tre i film l’aspect ratio è 2.35:1 (codifica HEVC/H.265 3840 x 2160/23.97p). Un gradino sopra il secondo e terzo film con miglioramento della resa complessiva dell’immagine sottolineando sempre troppo gli effetti CGI e gli ottico-visivi.
Presente almeno un inspiegabile decadimento qualitativo in UHD per La Mummia – Il ritorno, capitolo 12, verso 1.15:05. L’attrice Rachel Weisz entra in scena da destra avanzando verso il punto di ripresa mentre a sinistra dell’inquadratura è presente, di lato, un’antica statua a figura intera: sul disco Full HD è ben visibile mentre in UHD finisce fuori fuoco per diverse manciate di frame complicando il livello di dettaglio in secondo piano. Diverso master e telecinema? Problemi di encoding e/o rescaling? Senza dati tecnici reali restano solo ipotesi a esclusione delle informazioni reperibili a partire dal secondo film sulle pellicole 35 mm: 100, 500 e 800 ASA per il capitolo due, 250 e 500 ASA per il tre, giustificando la grana spesso in evidenza.
Se per le produzioni Full HD sarebbe cosa buona e giusta, per le edizioni UHD dovrebbe essere obbligatorio inserire tra i dati tecnici la risoluzione del master impiegato per la lavorazione. Similarmente alle (troppe) edizioni UHD legate a film girati in pellicola con master 2K riscalati e già sfruttati per i Blu-ray Full HD, vale la speranza di una futura pubblicazione maggiormente degna e derivante da nuovo telecinema 4K.
AUDIO
Come in passato l’offerta per l’italiano è limitata a una sola traccia lossy DTS 5.1 (754 kbps) per un ascolto piuttosto modesto. Nel primo La Mummia i dialoghi dal centrale risultano troppo ‘indietro’ e occorre caricare manualmente il canale per migliorarne la presenza; elementi discreti e subwoofer sui generis. Un gradino sopra la resa per gli altri due film anche se il canale LFE ha passaggi debordanti che andrebbero contenuti intervenendo con taglio manuale.
In compenso la lingua originale beneficia di nuova doppia codifica DTS:X e DTS Headphone:X (per cuffie compatibili). Retrocompatibilità DTS-HD Master Audio 5.1 canali per un panorama sonoro deciso e con numerosi passaggi adrenalinici comunque ben al di sotto di una resa reference e, proprio come per il risultato sulle immagini, in un crescendo tecnico che culmina con la produzione più recente e uno spettacolo più entusiasmante. Identica l’offerta per tutti e tre i film.
EXTRA
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