Rabbia, solitudine, lacrime e sangue nell’ultima avventura di Wolverine in una superba edizione Ultra High Definition da Digital Intermediate 4K
In Logan – The Wolverine l’anziano X-Men (Hugh Jackman) non è più l’amato supereroe ma un uomo claudicante che fatica a sorreggere il peso di anni di combattimenti, alcolista con un corpo sempre meno capace di rigenerarsi.
Nel 2029 sono ormai 25 anni che non nascono più mutanti e Wolverine si arrabatta facendo l’autista di limousine. Il sogno quello di racimolare la giusta cifra per mollare tutto, comprare un natante e vivere in mare in compagnia del professor X (Patrick Stewart), ultra novantenne sofferente per una pericolosa malattia degenerativa del suo potentissimo cervello.
In un giorno buio e tempestoso Logan è avvicinato da Gabriela (Elizabeth Rodriguez), che lo convince a farsi portare oltre il confine nordamericano verso il Canada, passando per lo stato del Nord Dakota assieme alla figlia Laura (Dafne Keen). In realtà la donna è un’infermiera in fuga dalla spietata corporazione globale cui fa capo la Transigen, con interessi militari in ambito bio-tecnologico e decisa a riprendersi la bambina.
La piccola altri non è se non un esperimento genetico a cui, proprio come a Logan, è stato impiantato dell’adamantio nel corpo e possiede la medesima furia, velocità, potenza e capacità rigenerante delle ferite. La fuga dai mercenari a caccia della piccola non ha tregua, metterà in serio pericolo la vita dei due superstiti X-Men sino al momento in cui, scoperto il motivo per cui la Transigen desidera sbarazzarsi di Laura e del resto dei suoi amici nonché esperimenti genetici, il vecchio e sempre più sofferente mutante non deciderà di accompagnarla verso il confine statunitense.
Quando seppi che la regia del nuovo film a cui avrebbero preso parte per l’ultima volta gli amati Patrick Stewart e Hugh Jackman sarebbe stata nuovamente affidata a James Mangold non fui per niente contento, memore di alcuni discutibili recenti lavori, in primis il mediocre Wolverine – L’immortale del 2013 ma anche il precedente Innocenti bugie – Knight & Day del 2010.
La carriera di James Mangold per quanto mi riguarda si era fermata al remake di Quel treno per Yuma ma già dopo i primi minuti di Logan – The Wolverine dovetti fortunatamente ricredermi. Non solo ha saputo orchestrare con eccellente mano un racconto piuttosto complesso ma anche perché la storia su cui si basa questo film è proprio sua, anche se la sceneggiatura è stata sviluppata in collaborazione con Scott Frank (Get Shorty, Minority Report) e Michael Green (Alien: Covenant e Blade Runner 2049).
Un’avventura entusiasmante e coinvolgente, nettamente più cupa su cui aleggia una soffocante atmosfera a enfatizzare il crepuscolo dei due supereroi, con un Wolverine ancor più dark, animalesco e iperviolento (come richiesto a gran voce dai fan) con Hugh Jackman a dividersi in due, tra l’interpretazione del mutante di sempre e la sua nemesi ‘X-24’.
Per inciso il grande attore australiano ha interpretato il medesimo personaggio per la bellezza di 9 film nel corso di 17 anni di carriera e, almeno a inizio produzione di questo Logan – The Wolverine, non era affatto sicuro di vestirne nuovamente i panni, convinto dallo stesso regista e dall’amicizia che li unisce da oltre un ventennio. Anche l’eccellente attore Liev Schreiber mostrò interesse per riprendere il ruolo di Sabretooth che purtroppo venne eliminato dalla stesura definitiva della sceneggiatura.
Con una ‘pasta’ western a fare da cornice l’opera prende subito vita, carica di intensità emotiva, dialoghi mai ridondanti, ritmo costante senza sentire il peso della durata complessiva che a fine montaggio ha raggiunto i 137 minuti (122 nella versione tagliata e censurata per il mercato cinese).
Logan negli Stati Uniti ricevette il rating “R”, ovvero il vietato ai minori di 17 anni se non accompagnati (in Italia il divieto imposto fu V.M. 14) per il livello di violenza e impatto grafico di alcuni scontri: dalla disamina statunitense risulta che la parola “fuck” nel corso del film è stata pronunciata non meno di 54 volte mentre la conta dei cadaveri totalizza quota 76.
Il budget stimato per la produzione raggiunse la ‘modesta’ cifra di 96 milioni di dollari con un ragguardevole incasso worldwide che ha superato i 600 milioni.
VIDEO
Logan – The Wolverine è un’altra rara pubblicazione con Digital Intermediate a risoluzione 4K, quindi senza rescaling. Le riprese digitali sono state effettuate con diversi apparati di cui il principale è la Arri Alexa XT e, in accordo con quanto segnalato su IMDB, l’opera è stata realizzata sempre in 4K, avvantaggiando l’intera filiera produttiva sino a giungere alla versione UHD.
Un risultato tecnico sorprendente e una visione entusiasmante dal prologo notturno in cui Logan fa scempio degli incauti ladruncoli che stanno tentando di derubarlo dei cerchioni cromati della limousine. La qualità d’insieme è superba, precisione elementi in secondo piano, risalto particolari indipendentemente dal livello di luminosità e ulteriore rifinitura degli stessi rispetto alla controparte Full HD, con inferiore differenza per i punti luce. Aspect ratio 2.38:1 (codifica HEVC / 3840×2160/23.97p) su Blu-ray doppio strato BD-66.
L’HDR-10 garantisce costante livello di resa senza riscontri negativi, un sottile velo di grana potrebbe evidenziarsi in presenza di schermi di grandi dimensioni, parte della cifra stilistica dell’opera a cura del maestro della luce John Mathieson, britannico al servizio di grandi registi e cinematographer per opere tecnicamente monumentali come “Il gladiatore”, “K-Pax”, “Le crociate: Kingdom of Heaven”, “X-Men – L’inizio”, “47 Ronin”. Un passaggio in particolare potrebbe mettere in difficoltà i pannelli 8 bit/8 bit+FRC: capitolo 23, da 1.09.55, un intenso tramonto con rumore (minimo per pannelli 10 bit) nelle porzioni più accese di rosso (in alto a destra dell’inquadratura).
La pubblicazione di Logan – The Wolverine è stata occasione per visionare la controparte Full HD in bianco e nero (non inclusa nella confezione UHD) denominata Noir Edition, sulla falsariga di quanto recentemente editato da Warner per la ‘Black & Chrome Edition‘ di “Mad Max Fury Road”. Nonostante le limitazioni imposte dal formato anche in questo caso stupiscono scala di grigi e livello dei neri, più in generale contribuendo a caricare ulteriormente i toni dark della narrazione e consentendo di acquisire ulteriori elementi in secondo piano e background. Uno spettacolo da non mancare!
AUDIO
Anche se l’offerta audio non è localizzata per il nostro mercato (contrariamente a quanto segnalato sul retrocopertina) il Blu-ray UHD include una serie di tracce DTS lossy 5.1 (754 kbps) tra cui l’italiano di buona resa: passaggi anche irruenti, elementi profusi dai diffusori posteriori e sostegno del subwoofer. Mancanza di ulteriore dinamica e ricchezza dai canali discreti la si percepisce maggiormente nella seconda parte nel corso dello scontro notturno alla fattoria, nella fase di inseguimento dei bambini mutanti da parte dei mercenari della Transigen e nel successivo confronto finale tra Wolverine e X-24.
Salto di qualità possibile selezionando l’originale inglese Dolby ATMOS che apre a un più ampio scenario specie per la sezione rear, passaggi panning più marcati per un ascolto prossimo al reference. La controparte Full HD offre la medesima traccia per l’italiano mentre per l’inglese è presente l’eccellente DTS-HD Master Audio 7.1 canali.
EXTRA
Tutti molto interessanti a partire dal commento al film del regista, poco meno di 8 minuti di scene eliminate dal montaggio finale con commento opzionale di James Mangold e una serie di approfondimenti sulla lavorazione con riflessioni sul film da parte di cast e troupe, storia, colonna sonora, production design, stunt e gli ultimi giorni di Hugh Jackman sul set per un totale di 76 minuti circa. Inoltre raccolta di 3 trailer del film. Sottotitoli in italiano ovunque eccetto i trailer.
© 2017 – 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.