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Musica liquida… che passione: l’impianto ideale a 2500 euro

musica liquida

Con una spesa non esagerata è possibile assemblare un impianto stereo ben suonante e ridotto al minimo incentrato sullo streaming e la musica liquida. Ecco la nostra proposta

Mettere in piedi un sistema audio versatile, ben suonante, ridotto al minimo indispensabile e senza spendere uno sproposito è il sogno di molti appassionati. In questo caso, fissando il budget a circa 2500 euro e consci dell’importanza odierna dello streaming e della musica liquida, abbiamo scelto uno streamer-ampli di razza come il Cambridge Audio EVO 75 e i diffusori da pavimento Dali Oberon 5.

Un mix che permette di ridurre il sistema a tre soli componenti ma che lascia anche spazio a un’eventuale espansione futura, considerando che l’EVO 75 ha comunque ingressi digitali/analogici per collegare eventualmente un lettore CD o un giradischi tramite uno stadio phono esterno. Se però la musica liquida in locale, sulla rete domestica o sui servizi di streaming basta a placare la vostra sete audiofila, questa combinazione vi darà enormi soddisfazioni.

Lo streamer-ampli da battere

Il Cambridge Audio EVO 75, fratello minore del più potente, completo e costoso EVO 150, è uno streamer, un amplificatore e un preamplificatore in un solo componente che si può trovare online a circa 1800 euro. L’amplificazione in classe D assicura 75W per canale su un carico di 8 Ohm, mentre come connettività troviamo praticamente tutto il necessario tra Wi-Fi dual band, Ethernet, AirPlay 2, Bluetooth aptX HD in ricezione e trasmissione, Chromecast, Spotify Connect, Qobuz e Tidal, inclusa la serie Masters di Tidal codificata in MQA.


A ciò si aggiunge la compatibilità Roon Ready, che permette all’EVO 75 di comunicare con il dispositivo principale Roon tramite Advanced Audio Transport (RAAT). Il modulo di amplificazione Hypex Ncore è molto apprezzato per chiarezza, risoluzione e musicalità, tanto da aver trovato posto anche all’interno di alcuni prestigiosi amplificatori targati Primare e Mola Mola.

La sezione DAC utilizza il chip Sabre ES9016K2M, convertitore D/A audio a 32 bit e 2 canali ad alte prestazioni concepito per applicazioni di livello audiofilo. Questo DAC utilizza la nota architettura DAC HyperStream a 32 bit e Time Domain Jitter Eliminator, offre un DNR fino a 127dB e THD + N di -120dB.

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Sul retro troviamo un set di terminali per diffusori, uscite pre e subwoofer, USB sia per una sorgente server o computer che per un dispositivo di archiviazione tipico come hard disk o chiavetta, un ingresso RCA sbilanciato e due ingressi digitali S/PDIF di cui uno coassiale e uno TosLink, oltre alla connessione ARC da HDMI per gestire l’audio proveniente da un televisore (frontalmente spiccano invece il grande display da 6,8’’ e l’uscita cuffie da 3,5mm).

Diffusori di razza

Sistemata la sorgente per la musica liquida, tocca ai diffusori. Dopo molti ripensamenti, e considerando che i prezzi online sono scesi anche sotto i 900 euro (dopotutto è un modello del 2018), abbiamo optato per i Dali Oberon 5, diffusori da pavimento a due vie piuttosto compatti (sono alti solo 83 cm e larghi poco più di 16 cm) e dotati di cabinet in MDF, con taglio dei pannelli a controllo numerico ed elementi di rinforzo orizzontali che vincolano le pareti lunghe ed abbattano possibili risonanze e vibrazioni.

Pannelli di materiale smorzante sono collocati su tutti i lati del diffusore ad eccezione di quello posteriore, soluzione che i progettisti hanno voluto per lasciare il più diretto possibile il flusso dell’aria tra il retro del woofer e il condotto reflex, a tutto vantaggio della pulizia e precisione della gamma bassa.

All’interno dei diffusori troviamo due driver mid/bass da 13 cm e un tweeter a cupola morbida da 29 mm più grande del solito per diffusori di queste dimensioni. I primi in carico reflex utilizzano una membrana in cellulosa e fibra di legno già vista su altri diffusori del produttore danese di fascia più alta, visto che forniscono un’alta rigidità con bassa risonanza. Qui, però, gli ingegneri hanno lavorato ulteriormente alla messa a punto delle sospensioni per ottimizzare i dettagli, la trasparenza e la dinamica. I tre driver sono collegati tramite un crossover a due vie a cablaggio singolo, con una sensibilità di 88 dB e un’impedenza nominale di 6 ohm.

I woofer di questa serie presentano una superficie radiante maggiore di un altoparlante simile. La bobina mobile è realizzata su quattro strati e ha il vantaggio di un migliore fattore di forza, con filo in alluminio e rivestimento in rame così da combinare l’elevato rapporto di conduzione dell’alluminio (205% maggiore del rame) con le proprietà di resistenza al contatto e una struttura più resistente del rame.

La grande membrana del tweeter è realizzata con un tessuto a trama intrecciata di peso molto ridotto: appena 0.060 mg per mmq. Il magnete utilizza il ferrofluido per aumentare le prestazioni in termini di potenza gestita e linearità. La flangia frontale ha disegno e struttura simile a quella utilizzata per le serie Opticon e Rubicon, con elevate capacità di ampliare la dispersione e la risposta in frequenza dell’altoparlante.

Come la maggior parte dei diffusori Dali che abbiamo provato, gli Oberon 5 non hanno una natura esigente. Quando si tratta di posizionamento ideale, preferiscono allontanarsi un po’ dalla parete di fondo rivolgendosi in avanti piuttosto che inclinandosi verso la posizione di ascolto. Le caratteristiche di dispersione del tweeter significano che i diffusori produrranno un palcoscenico comunque focalizzato e stratificato quando sono posizionati in questo modo.

Nel complesso sono diffusori reattivi, musicali ma, soprattutto, divertenti e dotati di un mix vincente di raffinatezza dinamica, precisione ritmica e trasparenza pura. Inoltre, sono molto dettagliati, rivelando con facilità le trame strumentali di basso livello e organizzando tali informazioni in modo composto e ordinato. Se invece volete spendere qualcosa di meno, quella dei Q Acoustics 3050i rimane una scelta altrettanto valida.

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