Presto al via in cinque Paesi dell’America Latina i primi test di Netflix per scoraggiare la condivisione degli account con altri utenti e cercare così di generare più entrate
Come parte della sua iniziativa per reprimere la condivisione delle password e generare più entrate, Netflix inizierà presto a testare una funzione “aggiungi una casa” con gli utenti di cinque paesi dell’America Latina. Dal prossimo mese infatti gli abbonati in Argentina, El Salvador, Guatemala, Honduras e Repubblica Dominicana dovranno pagare un costo aggiuntivo per utilizzare il proprio account fuori dalla loro residenza principale per più di due settimane; tuttavia (almeno per ora) i dispositivi mobili, inclusi smartphone, tablet e laptop, non saranno interessati dai test.
Gli utenti del piano Basic (il meno costoso) in questi cinque Paesi possono aggiungere una casa in più, mentre coloro che pagano di più per il piano Standard ne ottengono due e gli utenti Premium possono averne fino a tre. Ogni casa aggiuntiva costerà 219 pesos (1,70 dollari) in Argentina, dove un abbonamento Basic ha attualmente un prezzo di 379 pesos al mese (2,94 dollari), e 2,99 dollari negli altri quattro paesi, in cui un piano mensile Basic costa 7,99 dollari.
Una nuova scheda Gestisci case in Impostazioni account consentirà agli utenti di controllare dove viene utilizzato il loro account e rimuovere le case in qualsiasi momento. Nel marzo 2022, Netflix ha lanciato una funzione simile (Aggiungi membro extra) in Cile, Costa Rica e Perù, addebitando agli abbonati 2,99 dollari per aggiungere un utente in più al proprio account, con i clienti Standard e Premium in grado di aggiungerne fino a due. Al momento non si è comunque fatto cenno a misure simili al di fuori dell’America Latina.
Sebbene la condivisione dell’account Netflix sia molto comune a livello globale e contribuisca non poco alla diffusione della piattaforma, è particolarmente diffusa in America Latina, dove il costo annuale di un abbonamento in relazione al salario medio è più alto che in tutto il Nord America e in Europa. Secondo una ricerca di Comparitech, un abbonamento annuale di base a Netflix nel Regno Unito ammonta allo 0,23% del reddito medio di una persona e allo 0,17% negli Stati Uniti, mentre in Honduras equivale a circa il 4,4%, una delle percentuali più alte al mondo.
In un post sui nuovi addebiti, Chengyi Long, Direttore dell’innovazione dei prodotti di Netflix, ha scritto che la società sta adottando queste misure perché “l’odierna condivisione diffusa dell’account tra le famiglie mina la nostra capacità a lungo termine di investire e migliorare il nostro servizio” . O, per dirla più chiaramente, sta facendo perdere troppi introiti a Netflix.
All’inizio di quest’anno, la società ha registrato per la prima volta in un decennio cali significativi di abbonati, con una perdita netta globale di 200.000 utenti paganti ad aprile. Quando la società ha rivelato di essere prossima a perdere altri due milioni di abbonati prima di luglio, le sue azioni sono diminuite del 25%, con una perdita di oltre 40,3 miliardi di dollari del valore di mercato.
Tutto questo accade mentre la domanda di servizi di streaming è sempre più in declino anche come conseguenza del costo della vita in continuo aumento a livello globale. Nei giorni scorsi, la società di ricerca Kantar ha riferito che più di tre milioni di famiglie britanniche hanno già cancellato un abbonamento a un servizio di streaming quest’anno, rispetto a 1,51 milioni nei primi tre mesi dell’anno. Anche se Netflix non se la sta quindi passando benissimo, è ancora il leader di mercato quando si parla di video on demand con circa 220 milioni di abbonati a livello globale, senza dimenticare che il tanto chiacchierato piano gratuito con pubblicità sviluppato in partnership con Microsoft potrebbe dare un po’ di respiro alle casse dell’azienda americana.
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