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Pannelli QD-OLED: Samsung apre ufficialmente le danze

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Samsung Display ha inaugurato ieri l’avvio dell’installazione delle apparecchiature per la produzione dei pannelli QD-OLED nello stabilimento di Asan

Samsung Display ha inaugurato ieri l’avvio dell’installazione delle apparecchiature per la produzione dei pannelli QD-OLED nello stabilimento di Asan. Questa fase di preparazione dovrebbe completarsi entro la fine del 2020 ed è quindi auspicabile che i primi TV QD-OLED arrivino sul mercato nella seconda metà del prossimo anno (o, più probabilmente, a fine 2021). Si tratta di un passo importante non solo per Samsung, sempre più schiacciata dalla concorrenza cinese per quanto riguarda gli LCD di fascia medio-bassa e conscia che ormai anche i suoi TV QLED sono arrivati a un punto di non ritorno, ma anche per l’intero settore dei TV.

Dietro la sigla QD-OLED, di cui si parla a fasi alterne da circa tre anni, si nasconde infatti un mix tra l’attuale “tecnologia” LCD-QLED di Samsung (con tutto ciò che ne deriva a livello di luminosità e riproduzione cromatica) e l’OLED, i cui benefici sono ormai ben noti a tutti tra spessore del TV estremamente ridotto, livello dei neri e contrasto praticamente infinito.

Questi schermi QD-OLED utilizzano OLED blu come fonte luminosa invece della retroilluminazione dei display Quantum Dot. Filtri di colore rosso e verde con un Quantum Dot vengono quindi posizionati sopra l’OLED blu, ottenendo uno schermo OLED autoemissivo potenziato dai Quantum Dot per migliorare la riproduzione dei colori.


La struttura dei pixel sui QD OLED

La rimozione della retroilluminazione renderà quindi i TV QD-OLED più sottili e leggeri rispetto agli attuali modelli QLED, oltre ad aumentare sostanzialmente l’angolo di visione effettivo prima che i colori e il contrasto inizino a perdere di intensità. Non è un caso che al CES 2020 di gennaio i prototipi QD-OLED da 65″ (8K e 4K) mostrati da Samsung Display abbiano convinto molto nella riproduzione dei colori e negli angoli di visione rispetto ai WOLED di LG Display, sebbene ci siano ancora aspetti da migliorare (ad esempio il livello del nero) e si parli di problemi di surriscaldamento ancora da risolvere.

Considerando comunque che Samsung intende investire 11 miliardi di dollari per convertire le attuali linee produttive di pannelli LCD in pannelli QD-OLED (per non parlare naturalmente delle risorse in ricerca e sviluppo), questi limiti dovrebbero essere stati risolti, anche se rimane la grande incognita dei prezzi (che certamente non saranno bassi). Nonostante tutto questo “movimento” a favore del QD-OLED, Samsung non smetterà di produrre televisori LCD tradizionali, i cui pannelli saranno forniti per un terzo da Samsung Display e per i due terzi da AUO Optronics, Innolux (Taiwan), BOE e CSoT (Cina) e Sharp.

Inoltre, il colosso coreano rimane sempre attivo sia nello sviluppo dei microLED, che al momento rimangono però quasi inaccessibili ai comuni mortali a livello di prezzi, sia in quello di due varianti dei Quantum Dot, ovvero i pannelli QDEL (Quantum Dot auto-emissivi) e QNED (microLED + QD).

© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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