La versione precedente a filo aveva raccolto molti detrattori, con i nuovi Pixel Buds Google rilancia su true wireless e prestazioni
Con i Pixel Buds edizione 2020 il colosso americano Google abbraccia il settore true wireless. I primi incerti passi circa tre anni fa col lancio sul mercato di progetti non pienamente riusciti, oltre all’ostinazione di proporre un progetto wired come i precedenti Pixel Buds peraltro poco pratici nel riporli per via del cavo che dava problemi nemmeno fosse stato in tessuto. La correzione del tiro era obbligatoria e a distanza di un tempo relativamente breve sono già disponibili negli States i Pixel Buds 2020, concept true wireless volto a offrire anche i controlli vocali sfruttando Google Assistant.
Nuovo apparato che scende in campo all’interno di uno scenario in ear commercialmente e tecnologicamente più spietato che mai, con una moltitudine di brand e concorrenza. Proposta in quattro colori (Clearly White, Almost Black, Orange e Quite Mint), quanto alla forma le similitudini col passato non mancano dove restano spiccate rotondità. Certo l’eliminazione del cavo ha permesso di rivederne almeno in parte lo stile, alleggerendo il risultato in termini fisici ma anche quanto a utilizzo nel quotidiano. A tale proposito per aumentare il livello di ancoraggio si è pensato di aggiungere una piccola ‘pinna’ in silicone nella parte superiore, che va a poggiare sul padigione auricolare. Una scelta tecnicamente coraggiosa che potrebbe limitare il piacere di un ascolto prolungato, alla stessa stregua della custodia di ricarica di forma ovale che nonostante non brilli per originalità resta accattivante quanto limitata nelle dimensioni.
Tale custodia si fa carico della ricarica wireless e consente di raggiungere le 24 ore di uso con circa cinque ore di ascolto, al pari di parte della concorrenza anche se ben al di sotto delle undici ore dell’offerta Samsung con i Galaxy Buds Plus. Sempre riguardo la custodia di ricarica è presente una spia di stato per la propria batteria e un singolo LED che segnala la carica per entrambi gli auricolari, in tal senso non sarebbe male se l’indicazione di ricarica fosse dedicata al singolo componente. In merito alla scarica l’azienda ha comunicato che non può avvenire in misura identica dato che gli auricolari asservono a diverse tipologie di funzioni. Per sopperire alla gestione è operativo un apposito algoritmo che monitora lo stato e decide a quale dei due assegnare un determinato compito, intervenendo nella tenuta della connessione quando è in corso una chiamata e in misura diversa quando si ascoltano flussi audio importanti.
I Google Pixel Buds 2020 dispongono inoltre di microfoni di tipo ‘beamforming’ volti a migliorare il parlato unitamente a un accelerometro per rilevare il movimento della mascella, favorendo il risultato finale da parte dell’ascoltatore nel corso delle conversazioni senza innescare disturbi. Purtroppo non è incluso un sistema di cancellazione attivo del rumore, in ear che una volta indossati in teoria non dovrebbero causare fastidio una volta in posizione dato che il progetto ha previsto una certa ventilazione. Il raffreddamento ha però un rovescio della medaglia con ingresso di elementi sonori esterni per un isolamento acustico che non può garantire chissà quale risultato. I driver di questi nuovi Pixel Buds è addirittura di 12 mm, eppure il risultato in gamma bassa non è quanto ci si aspetterebbe: altro limite innescato dal condotto per tenere bassa la temperatura. Un po’ meno corposità per la gamma bassa ma l’ascolto resta notevole per medi e alti, con un palcoscenico gradevole ma impossibilitato a viaggiare alla stregua di risultati tecnici ben superiori addirittura con driver della metà delle dimensioni di questi.
Se qualcuno stesse pensando di intervenire manualmente sfruttando l’equalizzazione offerta dall’app proprietaria può scordarselo dato che attualmente tale opzione non è prevista. Scelta contestabile ma la posizione dell’azienda resta quella di lasciare spazio a un risultato più lineare che però meno si addice meno a certi generi (sovrac)carichi di bassi, e gli esempi in tal senso tra band e brani non mancherebbero. Come per qualsiasi progetto true wireless i comandi restano sui due apparati e occorre prendervi una certa dimestichezza onde evitare di alzare o abbassare troppo il volume ritrovandosi magari in pausa senza volerlo. Per non incorrere in pasticci ma anche per farsi aiutare dal sistema stesso si può sfruttare la funzione “Adaptive Sound”, con regolazione automatica del volume in base all’ambiente circostante. Il flusso sonoro andrà quindi a salire nel caos di una metropolitana abbassandosi quando il fracasso esterno va a scemare. La regolazione manuale del volume disattiva temporaneamente il suono adattivo fino a quando l’ambiente circostante non cambia, ma si può sempre decidere per la totale disattivazione.
La fuoriuscita dal padiglione auricolare anche di un solo auricolare mette in pausa il flusso audio, mentre la tenuta della connessione Bluetooth 5.0 resta molto buona con qualche saltuario drop out. Tanto meno i primi impieghi sembrano rivelare problemi di fuori sincrono quando i Pixel Buds si usano per vedere dei video. Inoltre non è concessa la possibilità di personalizzare i controlli, benché i comandi restino gli stessi per entrambi così come l’impiego di base. Ambivalente quindi l’uso del destro o sinistro come auricolare quando ci si trova per esempio a guidare l’auto, come sempre esclusa la possibilità d’impiego in moto dal momento che i microfoni resterebbero completamente ostruiti dal casco. La rapidità di connessione è uno dei punti a favore, benché non sia consentito l’accoppiamento a più di un apparato esterno alla volta. Integrato nell’offerta il Google Assistant per restare sempre aggiornato rispetto a qualsiasi notifica, così come interagire con l’assistente vocale potenziando il livello di IoT e comunque senza mani. Potenzialità anche per la traduzione automatica in un’altra lingua, con i soliti limiti di approssimazione di Google translator.
Supporto alla modalità “Fast Pair” specifica di Android per accoppiamento rapido degli auricolari, è sufficiente avvicinarli al device esterno e in automatico va ad aprirsi la schermata di associazione così come controllare lo stato dell’energia rimasta per gli apparati e la custodia avvicinando quest’ultima per esempio allo smartphone.
Sono segnalati resistenti all’acqua così come al sudore, per cui presumiamo che il relativo livello sia quanto meno IPX3. Al momento sulla pagina Google dedicata ai Pixel Buds 2020 è possibile inserirsi in una lista d’attesa per l’acquisto, mentre il prodotto è già in vendita negli Stati Uniti, solo versione colore bianco, con prezzo suggerito al pubblico di 179 dollari.
Per ulteriori informazioni: link alla pagina Google per Pixel Buds.
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