La Commissione Europea non ha intenzione di rivedere la regolamentazione dell’Energy Efficiency Index (EEI) che, di fatto, potrebbe rendere invendibili in Europa quasi tutti i TV 8K a partire da marzo 2023
Come riportano nei giorni scorsi dalla stessa 8K Association, che cita un articolo di Dday.it, la Commissione Europea non ha intenzione di rivedere la regolamentazione dell’Energy Efficiency Index (EEI) di cui abbiamo parlato a metà ottobre e che, di fatto, potrebbe rendere invendibili in Europa quasi tutti i TV 8K (e anche alcuni 4K) a partire da marzo 2023.
Per chi non ha seguito per filo e per segno la questione, ecco un breve riassunto. Se fino a oggi la regolamentazione dell’Energy Efficiency Index (EEI) europeo ha consentito ai TV microLED e a tutti i tipi di televisori 8K una sorta di esenzione dal rispetto dei limiti di potenza massima, dal prossimo marzo non ci sarà più alcuna eccezione per nessun tipo di TV, schermo o display, che non dovrà superare tassativamente un EEI massimo (EEImax) di 0,90.
Questo limite sarà tra l’altro esteso a qualsiasi tipo di TV (anche 4K), ma è particolarmente rischioso proprio per i TV 8K (LCD e OLED) a causa sia della densità maggiore di pixel di questi modelli, sia dei processori più potenti necessari per pilotare questi pannelli, il che significa maggior potenza richiesta e quindi maggiori consumi energetici (che è proprio ciò che l’UE punta a ridurre il più possibile).
Ma cosa significa precisamente questo limite dello 0,9? Facendo un rapido calcolo (vi evitiamo la spiegazione matematica alla base), un TV da 65’’ acceso che mostra immagini in SDR nell’impostazione video di default dovrebbe assorbire una potenza massima di 116 Watt, ma se andiamo a vedere alcuni modelli oggi in commercio sono quasi tutti ampiamente sopra i 200W, con il TCL X925 che arriva addirittura a 287 e l’LG QNED99 che invece si ferma a 195. Salendo a 77’’, il nuovo limite impone un consumo massimo di 150W, ma anche in questo caso un TV 8K come l’OLED LG Z2 consuma 248W e anche tutti gli LCD 8K dalle dimensioni simili vanno ben oltre i 200W (il TCL X925 si spinge addirittura a 356W).
A finire interessati da questa “mannaia” energetica voluta dall’UE, che conta così di tagliare i consumi dei televisori europei di 39 terawattora l’anno entro il 2030, ci sarebbero però anche alcuni modelli MiniLED 4K (il Samsung QN95B da 65’’ consuma ad esempio 122W sui 115W permessi), sebbene la maggior preoccupazione dei produttori riguardi i modelli 8K (i MicroLED finora non fanno testo vista la loro diffusione quasi nulla).
Nell’articolo di ottobre usavamo spesso il condizionale riferendoci alla “scomparsa” dei TV 8K in Europa perché esisteva ancora la possibilità di una revisione del nuovo indice di efficienza energetica (EEI) entro la fine di quest’anno, Di conseguenza, c’era ancora spazio di manovra in vista del marzo 2023, ma dalle ultime notizie sembra proprio che la Commissione Europea non abbia intenzione di approvare alcuna modifica all’indice EEI e quindi, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, si mette male per i produttori di TV 8K in Europa.
O forse no? Il fatto è che se anche l’iter della Commissione Europea andasse in porto come previsto (senza quindi nessuna modifica entro fine anno), c’è sempre una scorciatoia a “costo zero” che i produttori potrebbero seguire per evitare il blocco delle vendite dei loro TV 8K e che, a quanto pare, Sony sta già mettendo in pratica (la sua serie Z9K rientra infatti nei limiti energetici imposti dall’indice EEI).
Come riporta sempre la 8K Association, basterebbe infatti vendere questi TV con un’impostazione video iniziale (chiamiamola pure di default) non più con colori sparati e luminosità al massimo come è successo finora e come siamo soliti vedere nei TV esposti nei negozi, ma con settaggi molto più conservativi (e quindi tassativamente in SDR) in termini di luminosità, in modo che il consumo energetico del TV una volta tolto dalla confezione e acceso (“out of the box”) sia conforme ai nuovi limiti dell’indice EEI, che come già accennato si basano proprio su un’immagine SDR con impostazione video di default.
Ovviamente, l’impatto iniziale di un’impostazione video così “smorta” (magari per un TV per cui si sono spesi anche migliaia di euro) non piacerà a tutti e, se per noi appassionati è logico andare subito nel menu video e impostare l’immagine a nostro piacimento, i meno esperti si troverebbero più in difficoltà e potrebbero credere che quell’impostazione di default sia il massimo che il TV abbia da offrire in termini di luminosità e vividezza dei colori. Ecco perché i produttori dovrebbero fare in modo di informare l’acquirente che quella out of the box è un’impostazione di “risparmio energetico”, consigliando come step successivo la scelta di un’altra impostazione video tra quelle disponibili.
Un altro modo per ridurre il consumo energetico dei TV 8K suggerito dalla 8K Association potrebbe essere quello di eliminare i sintonizzatori (quello satellitare o del digitale terrestre) dal televisore e venderlo quindi come un monitor di grandi dimensioni. Qui però le cose si fanno molto più complesse, perché, come si può ben immaginare, anche con l’avvento dello streaming e con la presenza sul mercato di tantissimi decoder esterni, sarebbe difficilissimo (soprattutto in Italia) vendere un TV che una volta acceso non sia in grado di visualizzare i canali del digitale terrestre.
Certo, chi si compra un TV 8K molto probabilmente vedrà pochissimi programmi sui canali Rai o Mediaset, ma rinunciare a un tuner interno ci sembra francamente una via poco percorribile, senza contare tra l’altro che se si ricorresse a un decoder esterno si perderebbe già da subito un ingresso HDMI del TV. Inoltre, anche se alcuni produttori hanno provato a vendere televisori senza sintonizzatore in Europa, spesso hanno trovato una forte resistenza da parte dei rivenditori.
Di solito, infatti, i monitor e i televisori in un negozio sono gestiti come reparti separati con diverse strutture di margine. I televisori hanno margini di profitto più elevati e godono di molto più spazio espositivo e di più personale specializzato rispetto ai monitor: immaginare di unire queste due tipologie di prodotti in uno spazio vendita condiviso sembra al momento poco fattibile. L’unica eccezione potrebbero essere i monitor/TV gaming di grandi dimensioni senza tuner interno come l’ASUS ROG STRIX PG65UQ, ma si tratta di una nicchia nella nicchia che oggi come oggi ha rilevanza quasi zero nel mercato dei TV.
Di fronte a queste possibilità per evitare il ban dei loro TV 8K in Europa, abbiamo chiesto a Sony Italia e LG Italia come pensano di muoversi di fronte alla decisione della Commissione Europea di non modificare la nuova regolamentazione EEI, ma non abbiamo avuto alcuna risposta. In ogni caso, dire che da marzo 2023 non si potranno più acquistare TV 8K in Europa sarebbe fuorviante. Come visto, i modi per evitare il ban ci sono e non escludiamo nemmeno l’avvio di trattative per giungere a un compromesso più “dolce” tra produttori e Commissione Europea, senza infine contare che con un orizzonte temporale più ampio l’avvento di nuove tecnologie produttive (ne abbiamo parlato proprio i giorni scorsi relativamente ai TV OLED) porterà nei prossimi anni a realizzare televisori sempre meno energivori.
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