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Vintage time: Diffusori EPICURE

Con questo articolo, il primo di una serie di appuntamenti che ciclicamente proporremo, ci piacerebbe creare un ponte tra passato e presente al fine di portare all’attenzione dei nostri affezionati lettori quei prodotti che hanno lasciato un profondo solco nella storia dell’alta fedeltà. Iniziamo con EPICURE, un marchio statunitense che ha dato alla luce più di un diffusore le cui prestazioni possono tuttora essere considerate un riferimento.

EPICURE – inizialmente EPI – è stata un’azienda USA  fondata nel 1970 da un certo Winslow Burhoe al fine di costruire diffusori di alta qualità a partire da una coppia di altoparlanti che variamente configurati offrivano prestazioni via via crescenti.

Il logo originale EPI

 

Quello che mi ha sempre affascinato di certi progettisti è la capacità di intuire un dato fenomeno riuscendo – almeno in parte – a superare di slancio i limiti imposti da madre natura.

Sia chiaro, determinate capacità non sono del tutto casuali: va bene la componente genetica ma è di certo la conoscenza approfondita di certi contesti – ovvero l’aver effettuato approfonditi studi in tal senso – a rappresentare un solido background cui fare appello.


Per quanto riguarda EPICURE, è paradossalmente la semplicità a rappresentare la cifra tecnica maggiormente presente nei prodotti di questa storica azienda.

Il top di gamma – parliamo addirittura del 1973 – era la M-1000, un modello operante in sospensione pneumatica alto quasi due metri, che in pianta sviluppava 40 x 40 cm e dichiarava una risposta in frequenza compresa tra 22 Hz e 18 KHz, per l’epoca stupefacente.

Chiaramente lo spazio a disposizione nelle comuni abitazioni americane è sempre stato notoriamente ampio – per lo meno quasi sempre più ampio che da noi – ragione per cui simili bestioni trovavano opportuna collocazione.

Il diffusore M-1000 con accanto il suo creatore

 

Sia come sia, la tecnologia presente all’interno di questa elettroacustica non era certamente qualcosa di complesso e ricercato, anzi, proprio il suo essere in definitiva semplice costituiva l’aspetto più interessante.

In pratica, circa a metà di ciascun lato del cabinet, erano installati un woofer da 8” ed un tweeter da 1” (il modulo precedentemente citato) il cui collegamento elettrico era in serie-parallelo, ciò al fine di ottenere un’impedenza globale pari ad 8 ohm in modo da non rappresentare un problema. Il diffusore emetteva a 360°, seppure in modo differente da quanto normalmente implementato in tal senso da altri produttori.

Il crossover, se così vogliamo chiamarlo, era costituito da un semplice condensatore in serie ai tweeters – elemento scelto dopo ripetuti ascolti tra quelli di migliore qualità disponibili ai tempi – il che, come già scritto in merito, rendeva il diffusore estremamente semplice nella sua struttura.

Come vedete nessun trucco elettronico tipo ritardi e/o sfasamenti, limiti nell’emissione, caratteristici posizionamenti dei drivers o altro, ogni lato del diffusore prevedeva identica emissione sonora.

Posizionati a circa 50 cm dalla parete posteriore e ad 1 metro dalle laterali, assolutamente paralleli tra loro e distanziati di circa 2 metri, riuscivano a produrre un palcoscenico di dimensioni e profondità enormi, soprattutto con la musica classica l’effetto spaziale era particolarmente pronunciato.

Ciò era dovuto alle riflessioni operate dalle pareti adiacenti cui gli altoparlanti indirizzavano il suono – segnatamente quella posteriore e quelle laterali – che con il loro contributo facevano in un certo senso risuonare la stanza d’ascolto in accordo col programma musicale.

Esisteva anche un modello identificato come M-400 che utilizzava woofer da 6” le cui prestazioni sebbene ridotte rimanevano oltremodo interessanti (28 Hz – 18 KHz).

Nel tempo furono prodotti parecchi modelli interessanti, sempre e comunque connotati da una semplicità di progetto quasi sconcertante in relazione alle prestazioni ottenute.

Attenzione però, semplicità non significa affatto banalità, va anzi apprezzata la capacità di ottenere prestazioni incredibilmente efficaci a partire da un’implementazione non troppo complessa del diffusore, aspetto questo che a mio avviso denota il genio del progettista.

A tutt’oggi conosco poche persone che siano ancora in possesso di una coppia di diffusori prodotti da questo marchio – per lo meno in condizioni estetiche e funzionali d’eccellenza – motivo per il quale essendomi capitata l’occasione di poter ascoltare le EPICURE 3  in condizioni da vetrina non mi sono fatto scappare l’occasione.

I diffusori Epicure 3 oggetto di questo articolo: notare la perfetta conservazione

 

In questo caso abbiamo a che fare con un tradizionale tre vie in configurazione reflex: woofer da 8”, medio da 6.5 e tweeter da 1″; le membrane sono in cellulosa sebbene l’aspetto – per via della goffratura, un ottimi sistema per irrigidirle senza aggiungere massa – possa indurre a credere siano in fibra di carbonio

Collegate ad un sistema composto da sorgente MARANTZ SA-7001 e dall’eccellente integrato LINE MAGNETIC LM211ia (32 w/canale derivati da un quartetto di EL34), malgrado gli anni trascorsi hanno mostrato un suono pieno e corposo, comunque dettagliato ma certamente non affaticante.

Quello che lascia stupiti è il basso, davvero pieno e ben più che soddisfacente – d’altronde questa era un po’ la caratteristica più spiccata dei diffusori prodotti da quest’azienda – in grado di scendere in frequenza senza alcun indugio, aspetto che consente ascolti a basso/medio livello ampiamente appaganti.

Anche l’immagine si giova della eccellente dispersione del tweeter, ragione per la quale il palcoscenico è ben disteso e correttamente sviluppato nei tre assi, forse un po’ meno profondo di quanto è possibile fare oggi, ma stiamo parlando di un diffusore con almeno 30 anni sulle spalle.

Vi capitasse di trovarle in condizioni d’uso e conservazione adeguate – il che non è improbabile data la qualità ed il costo – ascoltatele e resterete meravigliati di come il tempo, pur trascorso, non sembri aver apportato elementi innovativi travolgenti all’ascolto, almeno per quanto attiene a certi diffusori, davvero inossidabili.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

 

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