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Aurender A100 – Streaming e DAC Hi-Res – Seconda parte

L’Aurender A100 è un hub che offre caratteristiche degne di nota per l’audiofilo in cerca di un music server, streamer, DAC MQA e memoria interna

Aurender A100 music server dispone dell’app Conductor dalle notevoli potenzialità, anche se in alcuni casi tende a mancare quel quid in più quanto a flessibilità, tra cui il non poter combinare assieme librerie diverse come invece fanno altri software. È pur sempre possibile integrare il contenuto streaming desiderato e aggiungerlo singolarmente. La navigazione all’interno dell’app sarebbe opportuno avvenisse tramite tablet per non costringere eccessivamente l’esperienza di navigazione, così come occorre prendere dimestichezza nel muoversi al meglio tra cartelle e funzioni. Conductor ben difficilmente mostra il fianco quanto a rapidità di esecuzione tra library e riproduzione in virtù del firmware implementato nella macchina che ha dalla sua una unità a stato solido SSD da 120 Gigabyte.

Restando in ambito programmazione l’apparato include la possibilità di sfruttare l’assistenza remota, i tecnici Aurender intervengono a distanza per verificare la problematica specifica ed eseguire una prima diagnosi che altrimenti andrebbe condotta on center, con aggravio di spese e tempo da parte di tutti. L’ascolto streaming è quello che ovviamente serve per godersi il risultato di ascolto anche solo pre /DAC collegato al buon vecchio CD. Si potrebbe per esempio testare la catena sfruttando il progetto “Sleep” che Max Richter realizzò nel 2015, consacrato da un concept album che comporta chiamare in gioco il set di 8 dischi per qualcosa come 8,5 ore di opera per pianoforte, organo, archi, voce soprano e vari componenti elettronici basata sulla neuroscienza del sonno. È disponibile anche in streaming, per cui motivo in più per saggiare le differenze quanto a sensibilità nell’esaltare ogni singolo strumento coinvolto.

Aurender A100

Altra prova potrebbe essere il gioiello Timewind, che il compositore tedesco Klaus Schulze realizzò nel lontano 1975. Dedicato all’amato compositore Richard Wagner, il disco è diviso in due singole suite: Bayreuth Return e Wahnfried 1883. Sequencer, frasi melodiche, tonalità multiple ed eteree atmosfere sono fertile terreno per mettere alla prova l’impianto e le capacità di processare il suono, sia che esso provenga da file liquidi attraverso Spotify o si Tidal in versione FLAC. Tra le miriadi di opportunità di ascolto hi-res c’è anche l’edizione Blu-ray di Eye In The Sky per il trentacinquesimo anniversario del capolavoro che Alan Parson realizzò nel 1982. Il disco prodotto nel 2018 non solo offre l’inedita possibilità di ascoltare i brani a 6 canali discreti DTS-HD Master audio ma l’audiofilo troverà sicuro appagamento sfruttando la traccia LPCM Audio a risoluzione 96 kHz / 24 bit.


Il comparto MQA poi è tutto da scoprire per valutare il range dinamico e il potenziale impatto dell’Aurender A100 su materiale musicale che dovrebbe essere reference, d’altronde trattasi della codifica sviluppata da Meridian e messa in atto per ogni singolo brano in fase di mastering. Niente di meglio che provare l’ascolto lineare e poi ripetere lo stesso con la decodifica MQA tramite file ad alta risoluzione, benché sempre (parzialmente) compresso, per un confronto il più oggettivo possibile realizzandone tutti i benefici tecnici. L’A100 ha dalla sua notevoli doti tecniche che hanno tutto il potenziale per stupire e offrire una resa all’altezza del budget non esattamente a buon mercato, non tutto però è al posto giusto. Tra gli assenti ingiustificati una ‘banale’ presa cuffie a cui connettersi e in questo senso non ci sono soluzioni di ripiego se non passare tutto attraverso un altro hardware.

Klaus Schulze Time Wind

Questo music server poi offre solamente le uscite analogiche RCA non bilanciate, per questo la scelta porterebbe a considerare il fratello maggiore Aurender A10 ma la posta va ad alzarsi di conseguenza avvicinandosi a quota 7.000€. L’Aurender A100 supporta solo DSD64 e DSD128 e solo in modalità non nativa tramite il sopra descritto DoP, anche qui se ciò pesasse molto l’audiofilo più orientato verso musica DSD ad alta risoluzione deve rivolgersi ad altri progetti, che con una certa probabilità implicherebbero un più elevato investimento economico. La grande rivoluzione che ha comportato il passaggio dal media fisico allo streaming è tipica della necessità di un sempre più nutrito numero di audiofili in cerca di una offerta di materiale ad alta risoluzione ben oltre il CD ha spinto a un evidente ampliamento dell’offerta a mercato per tutti i gusti e tutte le tasca.

Diversa cosa però è affidarsi a un’ingegnerizzazione che chiami in causa componentistica di livello che contribuisca a far davvero suonare impianti su cui si è evidentemente investito altrettanto. Ancor più complicata la faccenda quando aumentano le necessità e si va alla ricerca di uno streamer / DAC che disponga anche di memoria interna. Tutto questo possibilmente all’interno di una fascia di prezzo anche al di sotto dei 5.000 euro, ricordando che l‘Aurender A100 ha un costo su suolo americano che al momento viaggia sui 3.900 dollari, che al cambio sarebbero poco più di 3.500 euro.

Auralic Altair G1

Ed è proprio in tale fascia di prezzo che è caduta la scelta dell’azienda per poter meglio competere in un mercato meno elitario. Tra i possibili concorrenti ecco allora l’Auralic Altair G1 offerto a 2.900 dollari su suolo americano, streamer / DAC musicale che può anche essere convertito in un server musicale aggiungendo un kit opzionale per installare un SSD interno da 2 Terabyte. Il controllo avviene tramite un qualsiasi dispositivo portatile purché della famiglia iOS sfruttando l‘app Lightning DS proprietaria di Auralic, che non sarà all’altezza dell’Aurender Conductor ma non delude nemmeno.

Più forma rispetto all’A100 dato che l’Altair sfoggia un display touch a colori IPS da quattro pollici, impiega un solo trasformatore di potenza toroidale rispetto ai tre singoli dell’A100 per il server musicale, circuiti digitali e il DAC e non dispone di uscita digitale quindi nessun collegamento a DAC esterno ma ci sono le uscite XLR bilanciate. Desiderando l’ascolto in cuffia qui è presente la relativa uscita.

NAD Master Series M50.2

Alzando ulteriormente il tiro ci sarebbe poi il digital music player NAD Master Series M50.2 con un prezzo del tutto simile all’Aurender. Display touch TFT a colori, gestione CD, incorpora due dischi rigidi interni da 2 Terabyte disposti in un array RAID. È compatibile con file PCM fino a 192 kHz / 24 bit, decodifica file MQA, gestione library Roon e garantisce la fruizione tramite i più richiesti e noti servizi di musica streaming. Per contro non supporta la riproduzione di file DSD.

A conti fatti l’Aurender si rivela essere un sofisticato progetto con caratteristiche degne di nota quanto a server musicale, riproduzione, gestione dati, DAC e non ultima la compatibilità MQA per chi cerca il massimo della risoluzione musicale liquida. Apparato che non disdegna di concentrare a se altro hardware sfruttabile per ascolto di qualità e certo non può mirare a una piazza reference al di sopra delle sue possibilità.

Per ulteriori informazioni: link alla pagina Aurender per il music server A100.

Link alla prima parte dello speciale Aurender A100.

© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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