L’intensa opera teatrale americana Barriere dopo il successo su grande schermo è ora disponibile in Blu-ray da Paramount Pictures.
In Barriere ci troviamo a Pittsburgh, nella seconda metà anni ’50, in un quartiere popolare dove vive la famiglia afroamericana di Troy Maxson (Denzel Washington), netturbino con una vita semplice ma non per questo meno complicata.
Un tempo promessa del baseball, abbandonato a causa delle limitazioni imposte dalla segregazione razziale, è sposato con Rose Lee (Viola Davis) e ha due figli. Lyons è il più grande (Russell Hornsby), avuto da una relazione precedente, squattrinato musicista di talento con cui discute senza tregua tra necessità economiche e impossibilità di un solido futuro. Cory (Jovan Adepo) è invece un asso del football americano grazie al quale avrebbe una porta aperta per proseguire gli studi, osteggiato sempre più violentemente dallo stesso Troy che ovviamente non vede lo sport di buon occhio.
Padre-padrone con un passato di violenze e abusi, il rancore per la durissima vita in un mondo governato da bianchi finisce per riversarsi su moglie e figli, difficoltà che proseguono col fratello Gabriel (Mykelti Williamson), reduce di guerra che lasciò sul campo di battaglia parte del cervello e con esso la sanità mentale.
Collega di lavoro e compagno di bevute c’è infine l’amico Bono (Stephen Henderson), l’unico col quale Troy sia veramente in confidenza e che lo porterà a fare i conti col più grande errore della sua vita: un’altra donna. Messo con le spalle al muro da Bono che lo invita a liberarsi del ménage extraconiugale, Troy devasta Rose e manda in pezzi la famiglia quando rivela di aspettare un figlio.
Vincitore del Pulitzer con l’omonima pièce, il compianto August Wilson contribuì alla sceneggiatura del film, arrivata su grande schermo grazie a Denzel Washington, qui nel ruolo di regista, interprete principale e co-produttore.
Una lunga gestazione per un’opera umanamente complessa, sulla carta ricca di fascino e che richiedeva la presenza di solidi interpreti e quale occasione migliore per Washington e la Davis, parte del cast teatrale del 2010 che valse a entrambi il Tony Award.
Il desiderio di Wilson, fermamente convinto dell’imprescindibile necessità di un regista afroamericano, era quello di spiegare all’America dei bianchi che ‘alzano barriere’ che sotto la sporca tuta da netturbino di colore c’è vita, proprio come quella di chiunque altro tra sogni, fallimenti, successi, errori e rimpianti, portando alla luce l’esistenza di chi tutti i giorni è in mezzo alla gente, dove la gente si aspetta che sia (o vorrebbe che fosse), quella stessa gente che dedicandogli uno sguardo non lo vede davvero.
Grande prova attoriale per l’intero cast anche se mi duole ammettere che stavolta Washington è andato fuori giri, si accolla minuti e minuti di istrionici monologhi (plauso allo storico doppiatore Francesco Pannofino per aver saputo trasmettere un arcobaleno d’emozioni) che col passare del tempo zavorrano sempre più l’opera al punto da renderla (quasi) indigesta.
All’over-acting di Denzel fa da contraltare la straordinaria interpretazione della Davis, che prende vita non solo attraverso le parole ma ancor più con la mimica di un volto carico di emotività, un linguaggio ancor più profondo tra coraggio e umana fragilità che le hanno giustamente valso il riconoscimento dell’Academy quale migliore attrice non protagonista.
Se alla regia (e alla revisione dello script) ci fosse stato il grande Spike Lee forse Washington avrebbe portato a casa un’altra statuetta, probabilmente invitato a una messa in scena non così debordante e logorroica, come quella sublime e indimenticabile in “He Got Game” del 1998.
VIDEO
Autentica rarità analogica nel panorama delle produzioni cinematografiche di livello, Barriere è stato girato interamente in 35mm (Panavision Panaflex Millennium X2, stock da 50, 200, 250 e 500 ASA) e finalizzato su Digital Intermediate 2K. Visione d’insieme eccellente, neri profondi, tonalità rispettose dell’originale cinematografia della danese Charlotte Bruus Christensen (Via dalla pazza folla, Il sospetto, La ragazza del treno) nonostante le limitazioni dello spazio colore REC.709. Formato immagine 2.40:1, codifica AVC/MPEG-4 (1920×1080/23.97p).
Ricchezza nei dettagli anche in secondo piano, senso di tridimensionalità per un risultato complessivo che con tutta probabilità non sarebbe stato troppo distante rispetto alla possibile controparte UHD, a oggi non disponibile a livello worldwide.
AUDIO
Solita traccia Dolby Digital 5.1 canali in italiano di resa poco dignitosa, sentendo in particolare la necessità di maggiore presenza e timbrica dal centrale per un film totalmente dialogo-centrico. La traccia originale è persino eccessiva in DTS-HD Master Audio 7.1 canali, dove l’apporto dei 3 diffusori posteriori è inevitabilmente relegato a elementi di supporto di secondo piano col sottofondo del vicinato rimanendo comunque il migliore ascolto per ritrovarsi maggiormente al centro del racconto.
EXTRA
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