Da settembre Disney+ non alzerà ulteriormente i prezzi dei piani di abbonamento (per fortuna!), ma introdurrà tre importanti novità che stravolgeranno un po’ tutto
Avevamo avuto le prime avvisaglie il mese scorso quando si era parlato di alcune novità per la Germania, ma da oggi le nuove regole di Disney+ sono ufficiali anche per l’Italia. Da settembre la piattaforma streaming di Disney non alzerà ulteriormente i prezzi dei piani di abbonamento (per fortuna!), ma introdurrà tre importanti novità che stravolgeranno un po’ tutto.
La prima è l’eliminazione della condivisione dell’account con persone che non vivono nella stessa abitazione del titolare dell’account. Anche Disney+ (come già fatto da Netflix) sta insomma per introdurre questa opzione e, se si vuole comunque condividere il proprio abbonamento con persone al di fuori del proprio nucleo domestico, queste dovranno pagare al titolare dell’account una cifra non ancora comunicata, che dovrebbe comunque essere simile a quella imposta da Netflix (4,99 euro al mese per ogni utente extra).
Disney si accorgerà se un utente non fa parte del nucleo famigliare non con un tracciamento preciso tramite GPS, ma (molto probabilmente) tenendo traccia degli IP e dell’indirizzo del router al quale si collega un dispositivo. Se questa prima novità era già nell’aria ed è già stata adottata da Netflix con risultati incoraggianti come aumento di abbonati, la seconda novità piacerà molto meno.
In pratica, qualsiasi piano in abbonamento (quindi anche quello più costoso da 11,99 euro al mese) “potrà ora includere pubblicità che interromperà serie, film e gli altri contenuti”, come si legge nella nota ufficiale di Disney inviata agli abbonati italiani. Un deciso e inaspettato cambiamento di rotta, visto che fino ad oggi la pubblicità era limitata al solo piano mensile da 5,99 euro (Standard con pubblicità), mentre da settembre gli inserti pubblicitari saranno presenti in tutti i piani, anche se a rigor di logica dovrebbero essere meno numerosi nei piani Standard e Premium (o almeno speriamo).
La terza novità è che, in presenza di un ad-blocker per bloccare la pubblicità, il cliente rischia o la sospensione o il passaggio automatico al piano Premium, anche se non si è capito come Disney riuscirà ad accorgersi se un cliente stia utilizzando un ad-blocker.
Insomma, tre nuove misure che faranno piacere a pochi (soprattutto la seconda) e che, al tempo stesso, testimoniano l’impellente necessità di Disney di rendere il più profittevole possibile la sua piattaforma streaming, in un periodo in cui anche gli altri grandi player di questo mercato continuano a faticare (è notizia proprio di questi giorni che Apple TV+ genera meno spettatori in un mese di quanto faccia Netflix in un giorno).
© 2024, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.