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Google Home: serve davvero uno smart speaker da 149 euro?

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Google Home è sbarcato finalmente anche in Italia e con 149 euro promette un efficace controllo vocale di smart home, servizi streaming e molto altro.

Prima l’uscita negli USA nel novembre 2016, poi quella in alcuni Paesi europei lo scorso aprile e ora anche in Italia. Lo smart speaker Google Home è infatti disponibile da alcuni giorni a 149 euro anche nel Google Store nostrano (assieme al modello più piccolo e meno costoso Google Home Mini) e naturalmente si porta dietro Google Assistant in versione italiana. Quello degli smart speaker è un mercato ancora nascente, sebbene negli USA i modelli di Google e quelli di Amazon (la gamma Echo) stiano riscuotendo un successo crescente anche grazie a prezzi sempre più vantaggiosi.

In Italia gli speaker di Amazon devono ancora arrivare e così, a parte il Sonos One e altre poche alternative, chi vuole provare l’ebbrezza di ascoltare musica con uno speaker wireless e al tempo stesso di impartirgli comandi vocali per avere informazioni, controllare la riproduzione audio e alcune funzioni a livello di smart home non ha molte alternative. Il punto è capire se valga la pena spendere 149 euro per uno speaker di questo tipo.

Costruzione

google home

Google Home è più piccolo del più alto e cilindrico Amazon Echo (peso di 477 grammi, diametro di 96mm e altezza di 143mm). È un design minimalista, con un cerchio sensibile al tocco sulla parte superiore per regolare il volume e mettere in pausa/riprodurre musica. Ci sono anche alcune luci colorate che si illuminano quando il dispositivo è attivo e un pulsante di silenziamento se si desidera disattivare i due microfoni (altrimenti sempre attivi) per avere un po’ di privacy.


Funzioni

Il set-up è semplice. Basta collegare lo speaker all’alimentazione (non è infatti un modello portatile), scaricare l’app Google Home sul dispositivo iOS o Android ed seguire le semplici istruzioni per connettere Google Home alla rete Wi-Fi. Il tutto porta via pochi minuti. Fatto ciò, si tratta solo di connettersi al proprio account Google e aggiungere dispositivi smart compatibili come il termostato Nest o le lampadine Philips Hue.

C’è anche il supporto per Samsung SmartThings, IFTTT (If This Then That) e per i dispositivi Wemo. Naturalmente potete anche collegare Google Home a diversi servizi di streaming audio come Spotify, TuneIn Radio, Google Play Music, Deezer, 7Digital Music e Musixmatch. Le frasi per attivare il controllo vocale tramite Google Assistant sono Ehi Google o OK Google, anche se nessuna delle due suona altrettanto naturale del più semplice Alexa per i dispositivi Echo di Amazon.

Google Home, rispetto agli Echo di Amazon, è compatibile con Google Chromecast (sia audio che video) e ciò consente il controllo vocale dei sistemi audio dotati di Chromecast e consente inoltre l’uso di comandi vocali su Chromecast per controllare, cercare e far partire sul TV contenuti da YouTube o Netflix.

Se per esempio avete un TV con Google Cast integrato o se collegate a esso un Chromecast, potete chiedere a Google Home di cercare The Crown su Netflix (naturalmente se siete abbonati) e iniziare a riprodurlo, anche se per ora non si può chiedere un episodio specifico delle serie TV. Potete anche effettuare lo streaming audio direttamente dallo smartphone o tablet a Google Home utilizzando app compatibili con Chromecast; Spotify Connect è una di queste, ma ce ne sono davvero tante disponibili.

Un altro vantaggio di Google Home rispetto a Echo è la sua capacità multi-room. Potete infatti collegare due Home in una stanza per creare un set-up stereo o collegare più dispositivi Home insieme in tutta la casa in modo che possano suonare la stessa musica contemporaneamente. Qualsiasi cosa con un Chromecast collegato può inoltre essere integrata nella rete di Google Home.

Il nostro unico avvertimento per la funzionalità multi-room di Google Home (o quando ne abbinate due per ottenere un set-up stereofonico) è che, utilizzando il controllo vocale per attivarli, i due Home vanno leggermente fuori sincrono l’uno con l’altro. Il pairing sembra funzionare in modo efficace solo se avete scelto l’abbinamento corretto tramite l’app pertinente.

Il collegamento di Home al nostro sistema di illuminazione Philips Hue è risultato semplice e immediato. Basta andare in Home Control nel menu dell’app Google, quindi su Dispositivi e fare clic su Aggiungi i tuoi dispositivi smart. Una volta trovato il notro hub Philips Hue (si deve premere il pulsante sull’hub per completare la connessione), l’app ci ha chiesto di assegnare luci specifiche a stanze specifiche in modo da poter chiedere a Google Home di accendere, ad esempio, solo le luci in cucina o in soggiorno.

Ma al di fuori delle mura di casa Google Home è in grado anche di connettervi con l’intero mondo della ricerca di Google. Potete chiedere qualsiasi cosa e Home attingerà alle sue vaste risorse di ricerca, mappe, traduzione e così via per fornire la risposta (dopotutto parliamo di Google!). Chiedete a Google Home informazioni su tempo, traffico, sport o per impostare una sveglia e tutto ciò sarà fatto senza problemi.

Home non si integra però con altri servizi di Google come Gmail, Google Docs e Google Voice. Ad esempio non è possibile leggere le e-mail più recenti, né dettare un messaggio e ciò francamente sembra un’occasione persa. Tuttavia, se volete una ricetta per una torta, sapere dove si trova la stazione di servizio più vicina o non vedete l’ora che Google vi racconti una barzelletta, sarete accontentati. Abbiamo impostato Spotify come il nostro servizio musicale predefinito e le ricerche vocali per artisti e album sono state impeccabili.

Qualità audio

Esaurita la part smart, passiamo ora a quella più prettamente speaker. All’interno di Google Home troviamo un diffusore da 5 cm e due radiatori passivi sempre da 5 cm. Google afferma che Home offre alti cristallini e bassi ricchi per un suono hi-fi da godersi via Wi-Fi, ma prendiamo questa affermazione con qualche reticenza.

Questo infatti non è affatto un diffusore hi-fi nel senso tradizionale del termine e, date le sue dimensioni compatte, non sarebbe realistico aspettarsi troppo. È comunque presente il supporto per più formati audio tra cui AAC, MP3, Vorbis, WAV (LPCM), FLAC e Opus.

La riproduzione vocale sulle radio di TuneIn è chiara e i brani vengono restituiti con una quantità ragionevole di energia, ma non sperate in bassi portentosi o in un volume tale da riempire una stanza durante una festa affollata. Ascoltando Maybe di Emeli Sandé su Spotify, notiamo una gamma alta brillante ma un po’ esile al tempo stesso e bassi un po’ troppo morbidi. Non aspettatevi poi una resa da primato in termini di dettaglio, definizione o dinamica.

Mettiamo alla prova il Google Home contro il [amazon_textlink asin=’B00FSCNODU’ text=’Sonos Play: 1′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’8efd038a-30ff-11e8-bc2f-1318a1e68287′] e, mentre quest’ultimo è più costoso (seppur non di tanto), ha certamente più profondità e autorità. Proviamo anche lo speaker Bluetooth [amazon_textlink asin=’B01F78JWL2′ text=’Roll UE ‘ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’9b7cc801-30ff-11e8-8dfc-4f22d4f61b03′](circa 80 euro online) per un secondo confronto e anche in questo caso il Google Home ne esce sconfitto per merito di un sound più dolce e meno stridente a favore del Roll.

Per l’ascolto in background Google Home va più bene e almeno potete ottenere un vero sound stereo accoppiandone due, ma per un ascolto attento e continuato la resa non è proprio delle migliori. Visto però quanto è piccolo e leggero, le sue prestazioni sono più che ragionevoli; basta solo non aspettarsi granché e spiace che, su questo versante, il Google Home Max (modello più grande e costoso studiato apposta per gli appassionati di musica) non sia ancora disponibile dalle nostre parti.

Verdetto

Probabilmente non comprereste mai Google Home come vostro principale sistema audio casalingo, ma per fortuna c’è molto di più. Se infatti state cercando un assistente vocale facilissimo da usare per controllare alcune funzioni a livello di smart home, l’acquisto ha invece più senso, senza poi dimenticare la possibilità del multi-room e la perfetta integrazione con Chromecast.

Se anche in Italia ci fossero i dispositivi di Amazon con a bordo Alexa, consiglieremmo questi ultimi perché più versatili e completi, ma vista la loro assenza Google Home rimane al momento un valido smart speaker ed è letteralmente agli antipodi rispetto a HomePod di Apple, fortissimo sul versante audio ma deludente su quello smart.

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
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Riassunto

Google Home è sbarcato finalmente anche in Italia e con 149 euro promette un efficace controllo vocale di smart home, servizi streaming e molto altro. L’audio però non è il suo forte.

Pro
Semplicissimo da usare
Possibilità di multi-room e di set-up stereo
Google Assistant funziona bene

Contro
Non molte app compatibili
Sound poco convincente
Ancora poche funzioni in ambito smart home
Serve davvero?

Scheda tecnica
Connettività: Wi-Fi ac
Formati audio supportati: HE-AAC, LC-AAC+, MP3, Vorbis, WAV (LPCM), FLAC
Dimensioni: 96,4mm (diametro), 142,8mm (altezza)
Peso: 477 grammi
Prezzo: 149 euro
Sito del produttore: store.google.com

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