La nota locuzione – con l’aggiunta dell’avverbio di negazione NON – è associata a qualcosa il cui valore sia estremamente basso e perciò immeritevole di considerazione. Nel panorama audio, all’opposto, il “suono del tubo” è alquanto gradito, maggiormente a causa del piacevole assetto timbrico conferito all’ascolto.
iTube2. La valvolina che talvolta fa capolino da una intrigante finestrella trasparente posta bene in vista su un apparecchio non sempre porta a risultati sonori lusinghieri, anzi, opacità e lentezza sono le caratteristiche maggiormente evidenti di un circuito messo lì tanto per fare presenza. In generale però, questa presenza è vista quasi sempre in maniera favorevole, tanto che sul mercato col passare degli anni si sono letteralmente moltiplicati i dispositivi che a vario titolo ne fanno uso, siano essi amplificatori (in primis) che lettori digitali e DAC, dove l’arrotondamento del suono dovuto allo stadio d’uscita valvolare è spesso visto con favore.
Tanto è l’interesse, che sono addirittura nati alcuni accessori in grado di aggiungere la “magia delle valvole” a quanto già in nostro possesso senza costringerci a nuovi e spesso costosi acquisti, di cui il precursore – a suo tempo recensito molto positivamente – fu quel cilindretto noto come X-10-D prodotto da MUSICAL FIDELITY, un buffer in grado di migliorare l’interfaccia elettrica tra sorgente e amplificatore. Funzionava eccome, personalmente lo ebbi nel mio sistema per moltissimi anni, lo dismisi solo quando mi dotai di un’amplificazione interamente a valvole, non prima però di aver verificato che la sua presenza era diventata effettivamente superflua, poiché da nessuna parte sta scritto che tale dispositivo debba essere utilizzato esclusivamente in sistemi a stato solido. Nel tempo altri esponenti si sono affacciati col medesimo intento sul mercato, KLIMO con i modelli BEAG e BOD (il secondo tuttora prodotto) oppure YAQUIN con l’SM CD-3; parliamo ovviamente di target parecchio differenti, con i primi che all’epoca costavano parecchio, abbastanza sopra i 1.000 € tanto per dire, mentre il secondo è reperibile ad una frazione del costo.
Giunto abbastanza di recente è invece il modello prodotto da IFI Audio (costola della britannica AMR, azienda ben addentrata nel digitale) e definito iTube2, sigla che lascia intendere una versione riveduta e corretta della precedente, apparsa sul mercato all’incirca nel 2013. Si tratta di un dispositivo di piccole dimensioni (circa 18 x 7 x 3 cm) dotato di un singolo ingresso e di un’uscita, da connettere a scelta tra lettore digitale ed amplificatore oppure, il che consente di connotare l’intero sistema a prescindere dalla sorgente, tra preamplificatore e finale di potenza; in alternativa sarebbe anche possibile inserirlo nel loop di registrazione, ma a tal punto si perderebbe l’originale intento del nostro, ovvero quello di interfaccia elettrica, seppure in tale maniera sia possibile verificare l’efficacia dell’intervento semplicemente alternando l’ascolto della sorgente liscia, ovvero trattata mediante l’iTube2. Può, altresì, essere configurato con o senza guadagno (+9dB) ed anche usato come preamplificatore minimale.
La dotazione prevede una singola valvola NOS di altissima qualità – per precisione una GE-5670 made in USA – dispositivo sulle cui qualità elettromeccaniche e sonore non serve commentare più di tanto. L’intero circuito è implementato a partire da componentistica di qualità elevata di tipo SMD (Surface Mount Device) su stampati di altrettanto notevole qualità ed inserito, manco a dirlo, in un contenitore in alluminio la cui pregevole finitura non lascia adito a lamentele di sorta. Ottime le connessioni RCA placcate oro, robuste e non troppo ravvicinate tra loro, in grado quindi di consentire l’uso di cavi con connettori di livello, ovviamente senza esagerare, non fosse altro che per il rischio di trascinare l’apparecchio stante dimensioni e peso davvero ridotti. Nella confezione è comunque incluso un cavetto di buona qualità, ragione per cui non sarà necessario sbattersi più di tanto alla ricerca di un cavo di segnale adatto allo scopo, ottimo direi. L’alimentazione è garantita a partire da un piccolo alimentatore esterno da 15 volt/1.2A simile a quelli in uso nei cellulari, con la differenza che IFI ci tiene a precisare che non si tratta del solito ed economico dispositivo fornito a corredo del prodotto ma di un alimentatore di alto livello le cui prestazioni sono pensate specificamente per l’iTube2. Da notare che oltre alla valvola – il cui intervento può addirittura essere selezionato tra tre differenti firme sonore – si riscontra la presenza di un paio di circuiti supplementari – definiti X-BASS e 3D – destinati a migliorare alcuni aspetti legati all’ascolto, rispettivamente la gestione della parte più bassa dello spettro e quella dell’ampiezza dell’immagine sonora. Nel primo caso è possibile incrementare di +6 o +12 dB il livello delle basse frequenze con centro banda a 20 Hz, nel secondo aumentare la spazialità del palcoscenico virtuale. Non desti preoccupazione la scelta di una frequenza così bassa, in tale ambito l’energia espressa è invero molto scarsa, spesso del tutto assente nelle registrazioni, ragione per cui non vi è rischio alcuno di sovraccaricare l’amplificatore.
Tornando a noi ed al nostro compagno di avventure sonore iTube2, direi che è giunto il momento di parlare di come suona, caratteristica non certo secondaria, anche a fronte del prezzo non propriamente economico – il listino riporta 450 €, non proprio basso sebbene nemmeno proibitivo. E per i più curiosi, che hanno avuto la ventura di leggermi finora, dirò subito che la cosa funziona, eccome se funziona. Come esattamente?
Andando con ordine, vale a dire analizzando in generale il connotato sonoro espresso dalla circuitazione valvolare, con iTube2 si nota un evidente distensione del suono, con le alte frequenze che acquistano una presenza maggiormente morbida, apparentemente meno evidente ma è solo un’impressione, col tempo si sente (è proprio il caso di dirlo) che tutto è al suo posto. Di converso il basso si allunga leggermente acquistando peso, allungamento che favorisce il decadimento temporale delle note sostenendo meglio la riproduzione di questa gamma talvolta fin troppo innaturalmente smorzata. Il medio merita un commento a parte: sarà la valvola, sarà il circuito che la vede protagonista, sarà quel che volete ma l’impressione di un suono suadente e meglio definito, ovviamente senza eccedenze, appare assolutamente netta, consistenza e corpo delle voci sono notevolmente aumentati, davvero un bel sentire.
L’alternanza tra le diverse “firme” sonore – rese disponibili tramite l’apposito interruttore – dovrebbe per l’appunto connotare il suono in relazione alle caratteristiche precipue di ciascuna implementazione circuitale e se devo dirla tutta, personalmente ho dato la preferenza alla caratterizzazione definita Classic Tube, quella che a mio parere e nel mio sistema ha mostrato di essere più indicata, tra l’altro è la configurazione di default. L’opzione SET (Single Ended Triode) sposta leggermente indietro la scena sonora, cosa che potrebbe rivelarsi utile per aggiungere maggiore profondità alla scena, mentre quella denominata Pushpull aggiunge un certo lievissimo maggiore impatto alle basse frequenze, nulla di esagerato sia ben chiaro, si tratta di sottili seppure ben evidenti sfumature, d’altronde l’alta fedeltà su questo si basa, su piccole nuance e dettagli che tuttavia fanno la differenza.
Un breve cenno circa le circuitazioni X-BASS e 3D: le due opzioni relative al primo circuito, come detto + 6/12 dB a seconda della posizione, consentono di recuperare “respiro” a bassa frequenza, caratteristica in grado di reintegrare quell’ampiezza ambientale in grado di meglio rendere il luogo originale della registrazione. Circa il secondo circuito, la scelta è essenzialmente legata alla posizione dei diffusori, allorquando queste siano parallele alla parete posteriore ovvero disposte con rotazioni prossime o superiori ai 30° verso il punto d’ascolto, condizione quest’ultima in grado di limitare l’estensione della scena.
Considerazioni finali su iTube2? Che dire, se come tutti gli appassionati siete alla ricerca di quel qualcosa in più che possa ulteriormente incrementare il piacere dell’ascolto, qualcosa che funzioni concretamente e non sia il solito evanescente accessorio basato su oscure considerazioni, potreste aver trovato l’oggetto in grado di apportare realmente un plus all’ascolto. Le informazioni rintracciabili sul sito IFI, espressamente riferite alla connotazione valvolare conferita da questo prodotto, appaiono in concreto realistiche e genuine, stante il concreto apporto all’esperienza d’ascolto fornibile da questo peraltro simpatico accessorio.
Come sempre, ottimi ascolti!
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