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La Forma dell’Acqua – di Guillermo Del Toro

13 candidature all’Oscar per La Forma dell’Acqua, il film diretto da Guillermo Del Toro che, dopo il Leone d’Oro ricevuto a Venezia, approda sugli schermi nostrani e si propone come uno dei film più interessanti della stagione. Tecnicamente magnifici scenografia, look e musica.

Una favola fantasy, una storia d’amore anomala e fuori dagli schemi – ma pur sempre storia di un sentimento condiviso – calata agli inizi degli anni sessanta, nel bel mezzo della Guerra Fredda e della paranoia anticomunista. Dalla Laguna Nera a Baltimora e Ritorno“, così si potrebbe grosso modo sintetizzare il racconto che si sviluppa.

La Forma dell'Acqua

Siamo a Baltimora ed Elisa (Sally Hawkins candidata per la statuetta di Miglior Attrice Protagonista) è una giovane orfana che lavora di notte a far pulizie in un laboratorio governativo utilizzato per esperimenti top-secret. Nonostante sia penalizzata dall’handicap d’essere muta, è riuscita a crearsi un piccolo universo di relazioni che non la fanno sentire del tutto smarrita, e le assicurano affetti genitoriali che troppo presto sono venuti a mancarle: con una collega di lavoro afroamericana, Zelda (Octavia Spencer, in corsa come Miglior Attrice Non Protagonista), disponibile e logorroica, e con un anziano vicino di casa, Giles, un pubblicitario omosessuale (Richard Jenkins, nella cinquina per il Miglior Attore Non Protagonista), con il quale condivide pure una passione per i Musical.

La Forma dell'Acqua

Sotto osservazione nel centro, reclusa in una vasca, c’è una strana creatura squamata, mutuata dal ‘Mostro’ della Laguna Nera (di cinefila memoria: Jack Arnold, 1954); tra i due ‘diversi’ scocca la scintilla di un’accettazione senza filtri… Niente a che vedere con la Bella e la Bestia, siamo più dalle parti d’una ‘comunione’ poetica e liberatrice. In realtà al regista era stato commissionato un remake del film di Arnold (da cui Del Toro era rimasto affascinato durante l’infanzia) e lui è riuscito ad ottenere che la sua opera avesse un respiro diverso e più sofisticato.


La Forma dell'Acqua

L’acqua – per ragioni narrative e non solo – si ammanta di vivida fantasmagoria, metafore inquietanti e di simbolismi ancestrali (è facile assimilarvi il liquido amniotico della prenatalità) che tante volte il Cinema ci ha raccontato in opere che vanno (ad esempio) da Moby Dick di John Huston a Chiedo Asilo di Marco Ferreri. Film dopo film Guillermo Del Toro ci ha introdotti ad un immaginario fatto di straordinarietà calata in contesti storici ben definiti; così era per Il Labirinto del Fauno nella Spagna franchista, così è per La Forma dell’Acqua.

La Forma dell'Acqua
© 2017 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved

Vi si coglie pure qualche atmosfera alla Il Favoloso Mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet. Mi sembra di aver già detto molto, troppo, per un film che invece meriterebbe d’esser visto con gli occhi e la mente sgombri dal bombardamento di trailer e spoiler che accompagna oramai sempre il cinema di richiamo.

La Forma dell’Acqua sarebbe un film perfetto per farci tornare all’antico, quando si entrava in un cinema e, immergendosi nel buio della sala, ci si faceva rapire dalla meraviglia del racconto e delle immagini, tale da restituire al nostro sguardo l’immacolato stupore di cui – noi spettatori – eravamo capaci una volta.

La Forma dell'Acqua

E sì, perché oltre la traccia narrativa, importante, di spessore morale che si prefigge di superare ogni forma di razzismo e pregiudizio, il film ha un impianto estetico (e ‘vintage’) di prim’ordine che manderà in visibilio coloro che sono più attenti all’aspetto tecnico di un’opera.

La ricostruzione scenografica degli ambienti e di qualche esterno è minuziosa, curata nei minimi particolari e barocca, nulla è stato lasciato al caso e ribadisce la bontà della messa in scena operata da Del Toro, i cromatismi ipersaturi hanno sapore d’antan, con una dominante di colore virata al verde (la speranza?) anche per oggetti, cibi e tappezzerie.

La Forma dell'Acqua

La Forma dell'Acqua

La musica a supporto, sia quella assai evocativa composta per l’occasione da Alexandre Desplat sia quella adottata (tutte canzoni e brani anni ’40 e ’50, scelti tra i meno usurati dalle mode revivalistiche) è ammaliante, sapientemente bilanciata tra il mantenersi sfumata sullo sfondo e l’improvviso emergere in primo piano produce un magnifico impatto. Un’altra delle chiavi di lettura di La Forma dell’Acqua è il nostalgico omaggio al cinema e ai Musical d’altra epoca: la protagonista vive in un appartamento situato sopra un cinema (l’Orpheum) in cui sono programmati La storia di Ruth e Martedì Grasso) e la televisione trasmette celebri film musicali dei ’40.

La Forma dell'Acqua

La Forma dell'Acqua

Tutti bravissimi gli interpreti, non solo quelli segnalati ed in odore di Oscar; si distinguono pure Michael Shannon (Animali Notturni), nei panni del colonnello Strickland, e Michael Stuhlbarg (che ci era piaciuto molto nella Stagione 3 di Fargo) in quelli del dottor Robert Hoffstetler. Dietro il trucco della creatura si cela Doug Jones che ha già lavorato con Del Toro in Il Labirinto del Fauno (era l’uomo pallido), Hellboy (vestiva i panni di Abe Sapien) e The Strain (il vampiro).

La Forma dell'Acqua

La Forma dell'Acqua

Per quel che riguarda il visionario regista messicano diciamo che è giunta l’ora che il suo amore per il Cinema tout-court, quella passione per una serie di modelli classici da riproporre con stile personalissimo, venga premiato e magnificato in modo adeguato e La Forma dell’Acqua possa rappresentare la sua consacrazione definitiva.

Volevo creareha dichiarato a Veneziauna storia avvincente ed elegante sulla speranza e sulla redenzione quali antidoti al cinismo dei nostri giorni; ho pensato ad una storia che avesse i toni della favola, con un essere umano umile che si imbatte per la prima volta in vita sua in qualcosa di più grande e trascendente. Poi mi è venuta l’idea del contrasto che poteva scaturire dal mettere a confronto questo amore con qualcosa di malvagio come l’odio tra le nazioni, che qui si esprime con la Guerra Fredda e l’odio razziale”.

La Forma dell' Acqua
Guillermo del Toro, Octavia Spencer e Sally Hawkins sul set

La forma dell’Acqua è stato visionato nell’anteprima per la stampa avvenuta a Roma nella sala 3 (di dieci) del Cinema Adriano (famoso anche per il concerto tenutovi dai Beatles nel giugno del 1965), una sala storica e prestigiosa della capitale, luogo di appuntamento per un pubblico composto prevalentemente da famiglie e non proprio il top per una visione tecnicamente all’avanguardia.

La Forma dell’Acqua arriva sugli schermi nostrani il 14 Febbraio, nel giorno di San Valentino.

La Forma dell'Acqua

La Forma dell’Acqua
(Usa, The Shape of Water, 2017)
Regia: Guillermo Del Toro
Genere: Drammatico
Durata: 119’
Cast: Sally Hawkins, Michael Shannon, Doug Jones, Lauren Lee Smith, Michael Stuhlbarg, Octavia Spencer, Richard Jenkins, Nick Searcy, Dru Viergever.
Sceneggiatura: Guillermo Del Toro e Vanessa Taylor da una storia di Guillermo Del Toro
Fotografia: Dan Laustsen
Scenografia: Paul Denham Austerberry
Montaggio: Sidney Wolinsky
Supervisore agli Effetti Visivi: Dennis Berardi
Musiche: Alexandre Desplat
Costumi: Luis Sequeira
Produttore Esecutivo: Guillermo Del Toro e J. Miles Dale
Produttore Associato: Daniel Kraus
Casa di produzione: 20th Century Fox
Distribuzione Italia: 20th Century Fox
Data di uscita italiana: 14 Febbraio 2018

13 candidature all’Oscar:

  • Miglior film
  • Miglior regia
  • Miglior attrice protagonista (Sally Hawkins)
  • Miglior attore non protagonista (Richard Jenkins),
  • Miglior attrice non protagonista (Octavia Spencer)
  • Miglior sceneggiatura originale
  • Migliori costumi
  • Migliore scenografia
  • Miglior montaggio sonoro
  • Miglior fotografia
  • Miglior sonoro
  • Miglior colonna sonora originale (Alexandre Desplat)
  • Miglior montaggio

Canzoni e Musiche non originali presenti nel film:

  • YOU’LL NEVER KNOW (Harry Warren, Mack Gordon) Renée Fleming & The London Symphony Orchestra
  • THE STORY OF RUTH (Franz Waxman)
  • I WENT TO MARKET (Bill Robinson) Bill “Bojangles” Robinson [dal film “IL PICCOLO COLONNELLO”, 1935]
  • BABALU (Margarita Lecuona) Caterina Valente and Silvio Francesco
  • SPACE RACE (Roger Suen) Roger Suen
  • PRETTY BABY (Egbert Van Alstyne, Tony Jackson, Gus Kahn) Betty Grable [dal film “L’ISOLA DELLE SIRENE”, 1945]
  • FASHION PARADE (Roger Suen) Roger Suen
  • HELLO FRISCO (Louis Hirsch E Gene Buck) Alice Faye [dal film “VECCHIA SAN FRANCISCO”, 1943]
  • YOU’LL NEVER KNOW (Harry Warren, Mack Gordon) Alice Faye [dal film “VECCHIA SAN FRANCISCO”, 1943]
  • DREAMIN’ (Jerry Burnham e Raun Burnham)
  • MONTY’S MOUSTACHE WAX (Mark Gordon, Paul Steel e Rory Andrew)
  • FLITTING ABOUT (Wilfred Burns)
  • I KNOW WHY (AND SO DO YOU) (Harry Warren, Mack Gordon) Glenn Miller with Pat Friday, John Payne & The Modernaires [dal film “SERENATA A
  • VALLECHIARA“, 1941]
  • OCHI CHERNYE (Traditional)
  • HOW WRONG CAN I BE (Fred Karger e Alex Gottlieb) Marilyn Monroe
  • THEME FROM “A SUMMER PLACE” (Max Steiner e Mack Discant) Andy Williams
  • CHICA CHICA BOOM CHIC (Harry Warren, Mack Gordon) Carmen Miranda [dal film “UNA NOTTE A RIO“, 1941]
  • I’LL REMEMBER TONIGHT (Sammy Fain E Paul Francis Webster) Pat Boone [dal film “MARTEDI’ GRASSO“, 1958]
  • THE WIDE MISSOURI (SHENANDOAH) (Traditional) The Corps of Cadets of the Virginia Military Institute e Tommy Sands [dal film “MARTEDI’ GRASSO“, 1958]
  • SEMPRE FIDELIS (John Philip Sousa) [DALLA SERIE tv “MR. ED”]
  • COMEDY BRIDGE #68 (Kraushaar-Skiles) [DALLA SERIE tv “MR. ED”]
  • LA JAVANAISE (Serge Gainsbourg) Madeleine Peyroux
  • YOU RANG (Lionel Newman) Lionel Newman [DALLA SERIE tv “THE MANY LOVES OF DOBIE GILLIS”]
  • THE SPIRIT OF V.M.I. (Benjamin Bowering) [dal film “MARTEDI’ GRASSO“, 1958]
  • YOU’LL NEVER KNOW (Harry Warren, Mack Gordon) Renée Fleming
  • CUES From the HONG KONG EPISODE “THE HUNTED” (Hugo Friedhofer, Bernard Herrmann, Lionel Newman)

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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