Hi-Fi I consigli di AF Digitale In evidenza Musica

L’insostenibile leggerezza del basso

Ebbene sì, da parecchio tempo pare che la direzione presa da alcune aziende produttrici di dispositivi audio sia quella di prevedere un assetto sonoro piuttosto aperto – o meglio timido sulle basse frequenze – una caratterizzazione che dovrebbe garantire un migliore percezione dei dettagli più nascosti nel programma musicale: è davvero così?

Chi ha paura delle basse frequenze? Se seguite da tempo il settore dell’alta fedeltà avrete ben presenti i continui corsi e ricorsi che storicamente inducono a cicliche revisioni delle modalità d’ascolto, posto che ciascuno ha i propri gusti e soprattutto – connotato concretamente di base da non sottovalutare – limiti personali dettati da madre natura.

L’argomento lo abbiamo già affrontato in questo interessante articolo, ma sembra comunque che la cosa non accenni a modificarsi più di tanto ed anzi, anche a causa della mancanza nelle giovani leve di una cultura musicale adeguata – aspetto che li renderebbe maggiormente interessati verso una determinata qualità di ascolto – connotati timbrici alterati quali basse frequenze in eccesso oppure troppo arretrate – sembra siano una costante.

Proprio mentre scrivo – tanto per non perdere il vizio – sto ascoltando in sottofondo una delle innumerevoli compilation reperibili in rete, nella fattispecie a base di buon vecchio (?) rock-blues, nella quale sono presenti pezzi storici alternati a materiale più recente.


Ascolto e mi rendo conto che a parte l’indubbia maestria di chi suona(va) – in questo caso gli EL&P – la timbrica strumentale vanta una corposità notevole, frutto probabilmente di qualche ritocco operato in fase di produzione nei confronti della gamma bassa, qualcosa che comunque non disturba affatto, mettendo in opportuna evidenza l’ottimo lavoro svolto dal bassista.

A quel punto, inevitabilmente, mi torna in mente una serie di considerazioni nate durante uno dei tanti discorsi fatti con un caro amico circa la leggerezza delle basse frequenze spesso presente in alcuni impianti, qualcosa di addirittura ricercato dal loro possessore, spesso sulla scorta del fatto che il basso sporca le medie frequenze.

Ora, un impianto ad alta fedeltà – considerato il suddetto titolo – dovrebbe tentare di riprodurre nel modo più simile alla realtà il suono caratteristico di uno strumento, diversamente non sarebbe tale, assumendo il ruolo di mero riproduttore di frequenze audio, non importa con quale qualità, basta che suoni.

Ma siccome qui siamo su una rivista che tratta alta fedeltà, appunto, non è possibile prescindere da certi connotati caratteristici che fanno parte integrante della caratteristica timbrica strumentale.

Quanti di voi hanno mai sentito dal vivo un contrabbasso? Ed un violoncello? Una batteria? Dove il timpano a seconda dell’accordatura evidenzia una sonorità perfino più bassa della grancassa? Per non parlare della parte bassa di un pianoforte da concerto a coda, il cui spingersi fino ai 27Hz vi può dare un’idea della profondità del suono che è in grado di emettere.

Tralascio il Re degli strumenti – vale a dire l’organo a canne – il cui registro noto come Subbasso raggiunge i 16Hz……altro che basse frequenze!

Uno strumento come il contrabbasso, attraverso l’emissione dovuta alla tavola armonica del corpo, è in grado di emettere con impeto ed elevata energia frequenze basse in grado si spettinarvi, letteralmente capaci di far vibrare i tessuti degl’indumenti che indossate.

dave holland
Dave Holland, maestro indiscusso del contrabbasso e delle basse frequenze!

 

A tal proposito consigliamo di leggere la recensione da noi fatta – la trovate qui – del recente lavoro di uno dei maggiori contrabbassisti contemporanei, vero maestro delle basse frequenze: Dave Holland.

Lo stesso riesce a fare un quartetto di violoncelli e per certi versi, data la necessariamente diversa mole, anche una viola da gamba riesce nell’intento di emettere basse frequenze incredibilmente estese, soprattutto se l’ascolto avviene a distanza ravvicinata.

Non bisogna avere paura delle basse frequenze, non è affatto vero che siano nemiche delle medie o delle gamme adiacenti – almeno finché si parla di livelli adeguati, le esagerazioni come al solito non ci interessano – sono anzi contributo essenziale ai fini della correttezza timbrica di molti strumenti e della corretta percezione di quello che è solitamente descritto come respiro ambientale – ovvero lo spazio all’interno del quale sono posti gli esecutori – qualcosa che quando ben percepibile rende l’ascolto quanto mai realistico.

Un subwoofer da appena 33″

 

Non per niente recentemente è tornato in auge il subwoofer, non solo in ambito HT ma spesso proprio in quello musicale, dove una corretta riproposizione di quelle che potremmo definire fondamenta poste a sostegno della talvolta più che complessa architettura musicale, appare davvero necessaria al fine di godere in pieno delle raffinatezze spesso nascoste in questa parte di gamma audio.

Tra l’altro, occorre aggiungere che a causa di circostanze del tutto naturali, l’orecchio umano presenta una diversa sensibilità in rapporto alle frequenze che lo raggiungono, motivo per il quale un giusto livello in relazione alla particolare vibrazione sarebbe opportuno.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

© 2022, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

Vuoi saperne di più? Di' la tua!

SCRIVICI


    MBEditore network

    Loading RSS Feed


     

     

     

     

     

    Pin It on Pinterest