Il codec AV2, evoluzione di AV1, è in arrivo e promette un miglioramento del 30% nella compressione video. Netflix, YouTube e le piattaforme VR potrebbero presto offrire streaming di qualità superiore con minore banda
L’evoluzione dello streaming video non si ferma mai e il prossimo grande passo potrebbe chiamarsi semplicemente AV2. È questo il nome della nuova versione del codec video sviluppato dall’Alliance for Open Media (AOMedia), lo stesso consorzio che ha dato vita nel 2018 all’AV1 e che oggi accomuna giganti tech come Netflix, Apple, Google, Meta e Tencent. Secondo Andrey Norkin, ricercatore di Netflix e tra i principali contributor del progetto, AV2 è ormai alle fasi finali di sviluppo e dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno, portando con sé una serie di miglioramenti sostanziali.
Dopo oltre cinque anni di lavoro, AOMedia è pronta a proporre un codec che non si limita a essere un aggiornamento incrementale, ma che rappresenta un vero e proprio salto generazionale e punta a offrire una qualità d’immagine superiore con una larghezza di banda inferiore, condizione cruciale per i servizi di streaming che oggi devono gestire milioni di flussi simultanei in 4K e in futuro (mai dire mai) anche in 8K.
Secondo i dati condivisi da Norkin, AV2 garantisce un’efficienza di compressione superiore del 30% rispetto ad AV1, un miglioramento che si traduce in immagini più pulite, con meno artefatti e maggiore stabilità anche nelle scene più complesse. Sul piano tecnico, il codec mostra un incremento del 28,6% nel parametro PSNR (Peak Signal-to-Noise Ratio), che misura la fedeltà del segnale video rispetto all’originale, e un aumenti del 32,6% nel punteggio VMAF (Video Multi-Method Assessment Fusion), il benchmark sviluppato da Netflix che valuta la qualità percepita dallo spettatore.
Tradotto in termini pratici, ciò significa che un video trasmesso con AV2 può raggiungere la stessa qualità visiva di un flusso AV1 usando solo due terzi della banda, oppure, a parità di banda, offrire un incremento di qualità notevole. Un vantaggio che potrebbe convincere piattaforme come Netflix o YouTube ad aumentare la diffusione dei contenuti in 4K, o persino a sperimentare con l’8K senza dover temere il peso eccessivo sulla rete.

Norkin ha spiegato che questi progressi derivano da un insieme di ottimizzazioni interne, tra cui una gestione più intelligente delle partizioni dell’immagine, l’introduzione di superblocchi più grandi e un sistema di predizione più efficiente. Tutto ciò contribuisce a una codifica più flessibile e precisa, riducendo gli sprechi di dati. Tuttavia, il ricercatore ha evitato di confrontare direttamente AV2 con i codec rivali come HEVC (H.265) e VVC (H.266), che restano ancora molto diffusi nel mercato, specialmente nei flussi 4K e nei Blu-ray UHD.
Ma AV2 non punta solo allo streaming tradizionale. Una delle novità più interessanti riguarda infatti la gestione del video multi-stream, una funzione essenziale per eventi sportivi o spettacoli dal vivo. Grazie alla maggiore efficienza del codec, sarà così possibile trasmettere simultaneamente più flussi dello stesso evento (ad esempio diverse inquadrature di una partita di calcio o un picture-in-picture durante una gara di Formula 1) senza saturare la banda.

Un’altra area in cui AV2 promette di fare la differenza è quella della realtà aumentata (AR), della realtà virtuale (VR) e dei contenuti in 3D ad alta risoluzione. La capacità di comprimere video complessi senza perdita di dettaglio è cruciale in questi ambiti, dove la fluidità e la coerenza visiva sono fondamentali per evitare affaticamento o disorientamento dell’utente. AV2 potrà dunque rappresentare una base tecnologica importante per le piattaforme immersive del futuro, dai visori VR ai sistemi di streaming volumetrico.
AOMedia non considera però AV2 un progetto “finito”. Sono infatti previste ulteriori evoluzioni, come l’introduzione di una profondità di colore a 12 bit (utile per HDR e contenuti professionali) e l’aggiunta di profili opzionali basati su intelligenza artificiale, che i produttori di TV e lettori multimediali potranno scegliere di supportare. Questi profili potrebbero integrare sistemi di ottimizzazione automatica per il tono e il contrasto, o modelli di ricostruzione dei dettagli in tempo reale.

Secondo Norkin, oltre la metà dei membri di AOMedia prevede di adottare AV2 entro un anno dal suo lancio ufficiale, anche se la diffusione reale sarà più lenta visto che il nuovo codec richiede supporto hardware dedicato. Ciò significa che solo i dispositivi di prossima generazione (come i TV e i media player in uscita dal 2026 in poi) potranno sfruttarlo appieno.
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